La prima dell’Alta Langa a Milano

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Lunedì 21 ottobre a Milano pioveva a dirotto. Ma non è andata affatto male a chi ha potuto partecipare all’evento organizzato dal Consorzio Alta Langa DOCG, nello storico Palazzo Serbelloni. Si sa, le bollicine metodo classico tirano molto, alcune zone stanno andando forte e fanno promozione martellante (penso ovviamente a Franciacorta e Trentodoc); altre, come l’Oltrepò Pavese, stanno cercando un’identità ancor più riconoscibile e affidabile; altre ancora stanno emergendo, e bene, come nel caso dell’Alta Langa.

Milano dunque, come luogo deputato ad aiutare questa crescita, al centro del cuore economico e commerciale del nord Italia, e vicino a mercati-chiave come la Svizzera. Dopo due eventi in terra piemontese, ecco che l’Alta Langa è pronta al grande salto mediatico: la mossa è azzeccata.

Ma questo ci interessa relativamente. Di più ci interessa raccontare vini, persone, terre e vallate.
E allora ecco una piccola introduzione per cercare di chiarire che cos’è l’Alta Langa DOCG. Dire Alta Langa DOCG significa parlare esclusivamente di uno spumante ottenuto con metodo classico (rifermentazione in bottiglia), sempre millesimato, con affinamento minimo di 30 mesi, prodotto nella fascia collinare a cavallo delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.

Un po’ di storia

Metà Ottocento: in quel di Canelli, Carlo Gancia inizia a sperimentare spumanti “à la champenoise” utilizzando uve pinot nero e chardonnay. Nel Novecento sono in molti a seguirne l’esempio, e la produzione di spumanti affianca quella, allora preponderante, di vermouth.
Negli anni Novanta del secolo scorso nasce il progetto-pilota Spumante Metodo Classico in Piemonte, che evolverà fino alla nascita della DOC, nel 2002, mentre nel 2011 arriva la DOCG, con valore retroattivo alle vendemmie che partono dal 2008.

Un po’ di geografia

Abbiamo parlato di vigne della fascia collinare (quota altimetrica minima di 250 metri) tra Cuneo, Asti e Alessandria. Ma entriamo più nello specifico, per capire bene la geografia di questo vino.

Cercando di semplificare al massimo, il territorio dell’Alta Langa occupa una mezzaluna est-ovest, con i monti dell’Appennino ligure a fare da cornice sul lato sud. Si diparte dalla destra orografica del fiume Tanaro (zona di Piozzo-Dogliani, per intenderci), e si dirige verso levante attraverso le valli del Belbo, Bormida e Orba. Il confine orientale è Tagliolo Monferrato, nei pressi di Ovada. Langhe, Astigiano e Monferrato sono quindi le zone di produzione di questo spumante.

Ampelografia in pillole

Due vitigni: pinot nero e chardonnay; consentito fino a un 10% di vitigni non aromatici, ma negli assaggi effettuati abbiamo riscontrato solo i due vitigni suddetti.

Tradizione e zonazione

Quattro chiacchiere con Francesco Gallino, export manager della casa vinicola Coppo, sono state illuminanti per focalizzare due tematiche fondamentali per l’Alta Langa: il concetto di tradizione spumantistica e quello di zonazione.

Il primo, ovvero l’importanza della lunga esperienza di spumantizzazione, si basa sul fatto che l’Alta Langa, pur essendo una denominazione relativamente giovane (con i riflettori mediatici puntati addosso da pochi anni), alle spalle vanta una esperienza secolare in tema di spumantizzazione: da Canelli provengono i primi methode champenoise mai realizzati in Italia, a metà Ottocento, da Carlo Gancia. Numerose aziende ne portano avanti lo sviluppo, senza rotture di continuità, da fine Ottocento in avanti. Un bagaglio importantissimo di esperienza nel gestire i metodo classico, dal campo alla cantina di affinamento.

L’altro concetto evidenziato da Gallino è quello di zonazione. Secondo lui non occorre rincorrere quote altimetriche estreme per ottenere grandi metodo classico; la peculiarità dell’Alta Langa è quella di garantire doti di freschezza anche grazie alla conformazione delle vallate e alle escursioni termiche. Secondo Gallino i tempi sono maturi per una zonazione basata sulle differenze tra vallata e vallata (Tanaro, Belbo, Bormida, Orba), ognuna in grado di regalare ai vini caratteri distintivi.

Rapida impressione generale

Gli assaggi hanno offerto un quadro piuttosto coerente, senza cadute di stile e senza estremismi; siamo in Piemonte, del resto! Vini ben fatti, basi affinate principalmente in acciaio, permanenze sui lieviti che vanno dai 2 anni e mezzo agli 8-9 anni, senza accenni di senescenza: tutti i vini si sono mostrati freschi e reattivi, a volte irruenti per il breve periodo trascorso dalla sboccatura, ma mai affaticati. E una nota fondamentale: gli Alta Langa sono spumanti gastronomici, punto. Nascono come vini da tutto pasto, richiedono l’abbinamento e non solo con il pesce, ma spesso, spessissimo con carni bianche, o con formaggi anche di buona struttura.

La chiave di distinzione di questa denominazione sta proprio qui, nella fortissima vocazione gastronomica. Non monoliti finalizzati a stupire, ma vini dotati di buona spalla e carattere portato all’abbinamento con il cibo. Due le tipologie preponderanti: Brut (ammessi da 6 a 12 gr/litro di zuccheri residui, ma quasi sempre attorno ai 6), ed Extra Brut (meno di 6 gr/l), con alcuni interessanti Pas Dosé (meno di 3 gr/l)

Gli incontri, gli assaggi

Per non dilungarmi in un lungo elenco di vini e di produttori, limito le note agli incontri che ho ritenuto più coinvolgenti.

Coppo
Di sicuro in pole position ci metto l’Alta Langa di Coppo, che mi è sembrato il più centrato e personale fra i metodo classico presenti quella sera.

Alta Langa Riserva Coppo 2013: da vigneti in quote non particolarmente elevate, tra 250 e 300 metri, è un blend all’80% di pinot nero e 20% chardonnay. Affina 60 mesi sulle fecce. Profumi di resina di pino, freschezza balsamica, grande personalità, bolla perfetta, gusto pieno e lunghissimo.

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Contratto
Casa più che storica del comprensorio di Canelli, le vigne dei suoi Alta Langa si trovano in quel di Bossolasco, a 750-850 metri d’altitudine, su terreni marnoso-calcarei con scarsa presenza di argilla. Una piccola nota grafica: che belle le etichette vintage di Contratto!

Alta Langa For England Blanc de Noir Pas Dosé 2014: 100% pinot nero, 48 mesi sui lieviti, sboccatura recente (settembre 2019). Naso di gran classe, con note di fieno e di erbe officinali. Si percepisce da subito una mano esperta nel realizzare questo pas dosé; sfaccettato, bilanciato tra note di frutti e aromi terziari, gran passo, gran ritmo.

Alta Langa For England Rosé Pas Dosé 2014: naso più “verde” che richiama la foglia di malva fresca, e sentori marini. Bocca sfaccettata, complessa ma non seriosa, finale piacevolmente amarognolo.

Alta Langa Blanc de Blancs Pas Dosé 2014: bocca più compressa, forse più dura. Meno coinvolgente rispetto agli altri due.

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Araldica Castelvero – Il Cascinone
Realtà cooperativa di Castel Boglione (Asti), la linea Il Cascinone è definibile come il top di gamma. I vigneti si trovano nel comune di Acqui Terme, ad altitudini comprese tra i 250 e i 500 metri.

Alta Langa Alasia Rosé Il Cascinone Brut 2014: 100% pinot nero affinato 42 mesi sui lieviti, 6 gr/l di zuccheri residui, sboccatura in primavera 2019. Profuma di crosta di pane, è sapido, croccante, di serena semplicità.

Alta Langa Alasia riserva Il Cascinone Brut 2010: da uve 100% pinot nero, 6 gr/l di dosaggio, 82 mesi sui lieviti. La bottiglia in questione era stata sboccata da circa un anno. Ricco e opulento, concreto e deciso, su note di frutta e caramello, fa una bella impressione.

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Roberto Garbarino
Alta Langa Extra Brut 2015: 60% chardonnay e 40% pinot nero. Naso leggermente ruspante, non pienamente a fuoco, in bocca la bolla non è di seta, ma devo dire l’approccio gustativo è simpatico, gustoso, gastronomico. Piacevole e rotondo.

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Colombo Cascina Pastori
Da Bubbio (Asti), comune a sud di Canelli.
Alta Langa Rosé Brut 2013: 100% pinot nero, 60 mesi di affinamento sui lieviti. Naso che si distingue per la discrezione sorniona, in bocca è fine, ben fatto, possiede un sorso compiuto e irresistibile, quasi “dissetante”. Un vino che definirei “da conversazione, non da meditazione”. Piacevole sorpresa.

Alta Langa Rosé Brut 2012: stesse uve, stesso tempo di sosta sui lieviti, sboccatura precedente rispetto al ’13; cristallino l’impatto olfattivo, ben fatto, di ottima bevibilità.
Due vini, questi di Cascina Pastori, che sottolineano la vocazione gastronomica degli Alta Langa.

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Poderi Cusmano
Alta Langa Tenute Rade Pas Dosé 2014: 70% chardonnay e saldo di pinot nero, da vigneti disposti a 400 metri in quel di Castel Boglione (Asti). Si connota per bevibilità e piacevolezza, caratterizzato da un naso che richiama alla mente le erbe officinali e l’agrume, e da un’ottima beva. Un riferimento di prezzo: ai privati si attesta sui 20 euro.

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Casa E. di Mirafiore
Cantina di piccole dimensioni e fiore all’occhiello del Gruppo Eataly, qui presente anche con la più grande Fontanafredda, da cui resta però indipendente nelle vinificazioni e nel parco vigneti.

Alta Langa Blanc de Noir Brut 2015: è un pinot nero in purezza quasi extra brut prodotto da vigneti dell’astigiano posti a 500 metri d’altitudine, su suoli di matrice argillo-calcarea. Nessuna concessione a dolcezze zuccherine, è godibile, di ottima fattura.

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Ettore Germano
Notissimo produttore di Barolo del comune di Serralunga, per creare il suo metodo classico si è spostato a Cigliè, una zona collinare attorno ai 500 metri posta alla destra del fiume Tanaro, all’estremo confine ovest della denominazione Alta Langa. In quei vigneti, oltre alle uve classiche per lo spumante, Sergio Germano sta lavorando molto sul vitigno nascetta, autoctono bianco langarolo originario della zona di Novello.

Alta Langa Extra Brut 2015 ( 80% pinot nero, 20% chardonnay). Che dire: lavori in corso. L’ingresso in bocca sconta un impatto assai citrico, da vino non ancora assestato. Eppure al naso promette grandi cose, perché la stoffa c’è.

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Brandini
Azienda di La Morra con vigne dedicate all’Alta Langa a San Giorgio Scarampi (Asti), a circa 600 metri di altitudine.

Alta Langa Brut 2015: 85% pinot nero e 15% chardonnay, 36 mesi sui lieviti con sboccatura a fine 2018. Ben fatto, interessante per la nota “caramellata” che emerge al retronasale. In bocca ha sviluppo pieno, e gran bella beva. Un ottimo vino gastronomico.

Alta Langa Rosé Brut 2015: col suo rosa buccia di cipolla scarico, è un vino di finezza, discreto e aereo. Frutto e sviluppo placido, lunghezza e freschezza fruttata, con la coerenza a dominante.

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Bera
Alta Langa Pas Dosé 2012; 70% chardonnay e 30% pinot nero, 48 mesi di permanenza sui lieviti, 2 gr/l di zucchero residuo. Naso complesso, delicato, pieno di sfumature, in bilico fra una leggera marcatura “roverizzata” e note di malva ed erbe essiccate. In bocca è saporito, la bolla è assai tosta ma non invasiva, buone l’acidità e la lunghezza.

Alta Langa Brut 2012; stesso uvaggio, dosaggio leggermente maggiore (4 gr/litro). Appare più contrastato, e paradossalmente più fresco e gradevole rispetto al pas dosé.

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Pianbello
Casa vinicola di Loazzolo, in provincia di Asti, con vigneti tra 450 e 500 metri.

Alta Langa Brut Pianbé 2014: 80% pinot nero, saldo di chardonnay; affinato 36 mesi sui lieviti. Si caratterizza per un naso “giallo” con fiori di camomilla, tenue e raffinato. In bocca è piacevole, fine; discreta la bolla, buona la lunghezza.

 

 

 

Consorzio Alta Langa:
Piazza Roma, 10 – 14100 Asti
Telefono: +39.0141.594842
Fax: +39.0141.355066
Email: info@altalangadocg.com
www.altalangadoc.com

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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