Assaggi i suoi primi imbottigliamenti e ti vien da immaginare una parabola ascendente e luminosa. Ascolti le sue parole e ti vien da pensare all’umiltà e al rispetto.
E’ giovane, Francesco Versio da Neive, così come i suoi vini. Tre micro appezzamenti fra i cru San Cristoforo, Currà e Starderi da cui ricavare il Barbaresco (e dal 2018 un Langhe Nebbiolo), più una scommessa in quel di Dogliani fondata su suoli poveri e vertiginose altezze ( 550 metri): questa la dote preziosa per una mano angelica.
Due soli dati per metterti sul chi va là: apprendistato da Bruno Giacosa sotto le cure di Dante Scaglione, enologo interno e cantiniere da Figli Luigi Oddero ( incarico che ancora ricopre).
Nel frattempo, il Langhe Nebbiolo 2018 riposa in botte ed è un incantesimo di dettagli sottili, vaporoso come una nuvola, leggero come un soffio; il Barbaresco 2016 è splendente, teso, fresco, dinamico; il Dogliani 2018 trasfigura il dolcetto dei luoghi vestendolo di ricami aggraziati e ariosità.
Sono loro i giustificativi di un nuovo talento.