Le risposte dell’Italia del cibo ai tempi del Coronavirus. Il caso Grana Padano

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L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta mettendo a dura prova molte attività e, fra queste, le prime ad accusare il colpo sono state le aziende agroalimentari che hanno coraggiosamente continuato a produrre anche nelle zone c.d. rosse.

Le Regioni più colpite dall’epidemia per il Coronavirus (ma si può parlare ormai di pandemia) sono anche le medesime che fanno vita ad uno dei prodotti che hanno reso celebre l’italian food e che ci rendono orgogliosi del nostro made in Italy: il Grana Padano. Abbiamo quindi contattato il dottor Stefano Berni, direttore del Consorzio Grana Padano, per avere il polso della situazione.

Dottor Berni, voi come Consorzio -ma anche tutti i vostri soci- siete coraggiosamente in attività nonostante le innumerevoli difficoltà del momento. In particolare avete riscontrato una  riduzione della produzione di latte? Quali altre difficoltà state affrontando in produzione?

Come tutte le attività produttive, anche il sistema Grana Padano sta soffrendo ma non può fermarsi. A noi non è concesso nessuno stop perché tutti i giorni dobbiamo ritirare il latte per lavorarlo e fare la nostra parte nella produzione di cibo. Il nostro sacrificio è secondo solo a quello di medici, infermieri e personale sanitario, che ringraziamo con tutto il cuore. I danni economici che stiamo subendo, analogamente alle altre categorie produttive, sono enormi. Altrettanto sono i danni logistici e organizzativi. Dobbiamo restare coesi, anche di fronte a scelte dolorose ma necessarie. Ci associamo quindi all’invito di molti per ridurre la produzione di latte. Gettarlo via è un’evenienza orrenda, ma molti dei nostri caseifici stanno funzionando rallentati a causa di alcune prudenti assenze tra le maestranze e la riduzione della quantità giornaliera prodotta in stalla è doverosa. In questa tragedia ognuno deve fare responsabilmente la propria parte.”

Il Grana Padano è uno dei prodotti di punta del nostro export, state già riscontrando una flessione in questo senso?

“I trasporti sono garantiti e quindi i nostri esportatori stanno continuando a lavorare. Ma in un mercato che non ha mai vissuto una situazione come questa a livello planetario è difficile essere ottimisti. Pur se nella prima fase del contagio l’export avesse registrato persino una crescita.”

Ricordiamo infatti che le vendite retail di Grana Padano mostrano una crescita strepitosa dei consumi a febbraio 2020. Secondo i dati Iri (che com’è noto rilevano Iper, super superette e discount) il Grana Padano ha registrato un + 16,7% rispetto allo stesso mese del 2019.

Attualmente, per il mercato nazionale, riuscite a fare fronte agli ordinativi?

I caseifici sono in grado di far fronte alla domanda, che vede contemporaneamente l’assalto ai supermercati di consumatori ( che ora però hanno difficoltà a spendere perché non lavorano e attendono gli ammortizzatori sociali) e la totale paralisi dell’HORECA. Il problema quindi è l’andamento degli ordinativi.”

Nell’ultimo mese si stanno verificando sgradevoli episodi laddove diverse partite di prodotti made in Italy vengono bloccati alla Dogana, tacciati di essere poco sicuri perché provenienti dalle aree colpite da Covid-19. Con il suo aiuto vorremmo spiegare  al lettore che il prodotto alimentare è sicuro, e tutti gli accorgimenti e le misure che le aziende stanno adottando per proteggere non solo il prodotto finale ma anche gli stessi lavoratori.

Il Grana Padano posto al consumo oggi è senza problemi e non solo perché è stato prodotto oltre 10 mesi fa quando Covid-19 ancora non esisteva. E’ soprattutto importante ricordare che le condizioni biologiche di stagionatura del Grana Padano, come di ogni altro prodotto stagionato, inattivano ogni tipo di virus, quindi anche questo, che comunque si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e non con contatti di altro tipo, come ha sottolineato l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare.

Sul fronte della sicurezza sui luoghi di lavoro, il Consorzio ha puntato il più possibile sullo smart working, conciliando così il richiamo di #iostoacasa ed il rispetto dei DPCM con le esigenze di sicurezza all’interno del Consorzio e le necessità familiari dei nostri collaboratori, chiamati a grandi sacrifici per i quali tutti i consorziati li ringraziano. Stiamo agevolando al massimo le attività che consentono di avere cibo sulle tavole degli italiani, a partire dalla marchiatura del prodotto perché quello è il nostro compito, anche se oggi costa sacrifici e sforzi. Tuttavia, con la stessa determinazione garantiamo ai nostri dipendenti di operare nella massima sicurezza.

Parliamo ora del post-emergenza:  “dopo” quanto sarà importante mangiare italiano e, soprattutto, avete già in programma delle campagne di comunicazione in questo senso?

”Abbiamo modificato i contenuti della comunicazione, ma non la programmazione, proprio perché siamo consapevoli dell’enorme drammaticità della situazione e profondamente grati a chi mette a rischio la propria vita per salvare quella degli altri, ma anche determinati e convinti che ne usciremo. Il nostro nuovo messaggio riassume questi sentimenti: “Grazie a chi ogni giorno lavora per mungere e consegnare il latte. Grazie a chi ogni giorno trasforma questo latte in Grana Padano. Grazie a chi ci garantisce il cibo tutti i giorni e a tutti coloro che lavorano fuori casa, Grazie alle speranza che ogni giorno ci anima e ci dà energia, Grazie a chi sta a casa e grazie agli eroi di questa guerra: i medici, gli infermieri e i volontari. Tutti insieme combattiamo e la vita tornerà ad avere un sapore meraviglioso”.

Fondamentale però è già oggi e lo sarà ancora di più alla fine di questa emergenza la scelta dei consumatori. Mai come oggi comprare e mangiare italiano deve essere la priorità per tutti. Lo dicono il ministro Bellanova, gli assessori regionali, tutta la grande filiera agroalimentare italiana che può reggere a questa emergenza se saprà essere solidale e compatta. I consumatori sceglieranno qualità garantita, i produttori sapranno offrirla, insieme risolleveremo l’Italia.”

Non solo parole però. Il Consorzio Grana Padano ha infatti devoluto un’importante cifra per aiutare il Sistema Sanitario messo in ginocchio dal Covid-19. Ci spiega a chi verrà destinata nello specifico la vostra donazione?

Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Tutela Grana Padano ha devoluto un milione di euro per contribuire a contrastare l’emergenza Coronavirus. Nel dettaglio abbiamo destinato 500.000 euro alla Lombardia, 250.000 al Veneto, 150.000 a Piacenza, 50.000 al Trentino e 50.000 al Piemonte, toccando così tutte le aree della zona di produzione della nostra DOP. Sono risorse destinate all’acquisto di strumentazione sanitaria quale respiratori, tamponi, mascherine. Al Consorzio ha espresso ringraziamento il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, spiegando che le utilizzerà in maniera trasparente per dotare gli ospedali lombardi di respiratori e di tutto ciò che serve per contrastare il virus. La scelta di Grana Padano di destinare all’emergenza sanitaria da Coronavirus, risorse prima destinate alla comunicazione, è stata presa con lo stesso spirito che da sempre ci muove in iniziative di solidarietà sociale, anche molto impegnative. Potevamo trattenere all’interno del nostro sistema questo milione di euro (ne avremmo avuto bisogno!) ma sarebbe stato assai meno efficace rispetto alla finalità che, con questa donazione alla sanità, vogliamo perseguire.

Vi lasciamo quindi con un invito a continuare ad acquistare Grana Padano e i prodotti made in Italy, senza accenti nazionalisti o sfumature tendenti al protezionismo, ma con un accorato appello a ringraziare chi nell’emergenza ha continuato a lavorare per portare sulle nostre tavole prodotti di qualita’.

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Info: www.granapadano.it

Ringraziamo il direttore generale dr. Stefano Berni per la disponibilità a consentire l’intervista e la dottoressa Parmeggiani per il coordinamento.

 

Elena Pravato

Se fossi un vino fermo sarei un Moscato giallo Castel Beseno. perché adoro i dolci (prepararli e mangiarli ) e resto fedele alla regola non scritta dei sommelier “dolce con dolce” . Inoltre è trentino come la terra che mi ha adottato. Se fossi uno spumante sceglierei un Oltrepò Pavese perché ricorda la mia Lombardia, dove sono nata e cresciuta. Se fossi un bicchiere sarei un bicchierino da shot o cicchetto, data la mia statura tutt’altro che imponente.

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