Alla Lucerna da Ferro (watching the river flow)

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Tornare nelle terre di Luni, per il sottoscritto, significa accettare di avere a che fare con l’amarcord. E’ quando i ricordi si incastrano nel punto esatto in cui la felicità si adombra di dolore, mentre la malinconia ti culla con dolcezza, prima di decolorarsi in un senso di perdita. L’amarcord è pericoloso e bellissimo.

Dove mi trovo adesso prima c’era una palafitta a picco sul fiume. E anche oggi, a ben vedere, lo è. Quand’ero piccolo, ogni mese che dio metteva in terra mio padre ci caricava, me e mia madre, sulla 127 rossa per menarci in gita domenicale qui, a Bocca di Magra.
A pranzo ci fermavamo alla palafitta, che era in realtà una trattoria: La Lucerna di Ferro. Loro mangiavano, io guardavo il fiume. Pressappoco un bambino.

Oggi La Lucerna di Ferro è stata completamente riattata, l’ambiente è raffinato, la proposta ambiziosa. Subodoro una giovane mano nell’urgenza che ha di proporre delle accordature diverse e non sempre canoniche in tema di cucina marinara. Una cucina di sapori e contrasti decisi, quello sì, in cui la Liguria si butta nel Mediterraneo, accendendosi un po’.

Il luogo è di enorme suggestione, i panorami parlanti. A guardare scorrere il fiume sotto i miei piedi però provo come un senso di vertigine. Scava troppo, con quel suo fluire, e mi fa girare la testa, confondendomi.

Sì, l’amarcord, ogni amarcord, è pericoloso e bellissimo.

FERNANDO PARDINI

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