Pisa Vini: i vini dolci più schietti

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PISA – Arrivata alla undicesima edizione, la rassegna Pisa Vini rappresenta ormai un appuntamento irrinunciabile per il pubblico del capoluogo toscano, e specialmente per la sua numerosa popolazione studentesca che non manca di affollare le sale dove si svolge la degustazione dei vini e degli oli della provincia, accompagnata da una bella sezione gastronomica, sempre locale.

Da qualche anno poi, al titolo della manifestazione è stato associato il marchio “I pisani più schietti” giocando su una simpatica comunicazione visiva che pubblicizza l’evento per mezzo di bei faccioni rubicondi e felici che si trincano un bel bicchierotto di vino. Un messaggio azzeccato, tanto più in questi momenti in cui la criminalizzazione delle bevande alcoliche vorrebbe mettere in secondo piano il loro consumo alimentare e le sue radici culturali, coi soliti metodi manichei propri dei fondamentalismi di casa nostra. Forse mossi poprio da queste considerazioni, questi “pisani” siamo andati a trovarli, sfidando la ressa e utilizzando il treno, tanto per non aver problemi né di legge né di coscienza.

La rassegna, come sempre, presentava prodotti di qualità molto varia, vista la presenza di aziende di varia storia e ambizione. En passant abbiamo apprezzato un fruttatissimo Caiarossa 2004, un piacevolmente rustico Moro di Pava 2004 di Pieve de’ Pitti, un preciso Teuto 2004 della Tenuta Podernovo e il bel Varramista 2003 della Fattoria Varramista (abbiamo assaggiato anche il Varramista 2004, selezionato come miglior vino della ultima edizione del Merano Wine Festival, ma il 2003 al momento ci piace ancora di più).

Siamo poi passati a dare un taglio metodologico agli assaggi, e ci siamo concentrati sui vini dolci, che si presentavano in ordine sparso e vario: non solo Vin Santo, ma anche passiti e persino un ice-wine! Eccone il risultato.

Dolce Peccato 2004Tenuta Torre a Cenaia
Trebbiano e sauvignon in questo passito dal colore dorato e dai profumi veramente peculiari, di salvia, ragù, frutta esotica. Meno strana la bocca, ma dolce e tesa, non spiacevole dopo la sorpresa olfattiva.

Vin Santo di Montescudaio 2000La Serra del Pino
Prodotto a base di malvasia e trebbiano. Il colore è ambra e le note ossidate ricordano la tipologia più classica. Bocca non troppo dolce, ammandorlata.

Bianco di San Torpè Vin Santo Recinaio 2000Azienda Agricola San Gervasio
Trebbiano e san colombano. Vino fortemente ossidato, dal color ambra intenso, e dai profumi che ricordato i metodi soleras. Note di canfora, rosmarino, legni aromatici. Bocca mielosissima e concentrata, pastosa.

Aureus 2005Tenuta di Peccioli
Ecco un ice-wine, seppur ottenuto con congelamento artificiale (20 °C sotto zero!) delle uve. A base traminer, è di colore dorato ed emana note eteree di rosa e tisane. Bocca molto zuccherina, non dinamicissima.

Vin Santo del Chianti 2004Degli Azzoni Avogadro
Prima annata per questo vino color ambra dai profumi di mandorla e buccia d’agrume secca. Bocca composta a tendenza dolce, leggera, ben bevibile.

Caratello 1999Pietro Beconcini

Malvasia bianca e nera, trebbiano e san colombano. Ambra deciso il colore di questo vino dal naso fine e austero e dalla bocca che regala un bell’equilibrio tra dolcezza e freschezza.

Vin Santo del Chianti Riserva 2002Sorelle Palazzi
Trebbiano, malvasia e colombana, e colore ambrato. Naso fungino intenso che profuma di uva passa. Bocca veramente dolce per questa annata, albicocca secca e datteri.

Luca Bonci

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