Extravergine 2008: parla italiano l’eccellenza dell’olio mondiale nella guida di Marco Oreggia

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Non potevamo mancare al classico appuntamento di dicembre con la presentazione della “Guida ai migliori oli del mondo di qualità accertata ” che con il 2008 giunge alla sua ottava edizione. Nelle sale delle Scuderie Ruspali in Roma, lo scorso 18 dicembre, il curatore Marco Oreggia, l’editore Gianfilippo Coletta e la vice-curatrice Laura Marinelli, visibilmente commossi, hanno presentato ufficialmente la guida che, con un velo di tristezza, quest’anno viene dedicata alla storica vice-curatrice Cristina Tiliacos, prematuramente scomparsa, stroncata da una malattia tanto letale quanto repentina.

Il volume si propone nella sua classica veste grafica e nel suo ormai consolidato format. Nelle prime 220 pagine, Oreggia e ben 22 collaboratori internazionali, esperti elaiotecnici, raccontano l’olivo e le sue gemme, l’olio e la sua genesi, le tecniche di coltivazione e le tecnologie applicate alla lavorazione. Come di consueto troviamo un’analisi completa dell’intera filiera, le cartografie aggiornate delle zone olivicole mondiali e delle DOP europee, e tutte le informazioni utili per aiutare anche il lettore profano ad approcciare il mondo dell’olio. Nella seconda parte, schede tecniche, pratiche ed esaustive, fotografano la qualità degli oli che si sono guadagnati di figurare in questa selezione di eccellenze, nonché quella delle aziende produttrici a cui, novità di questa edizione, viene attribuito un “Valore Aziendale” rappresentato da un numero espresso in centesimi.

Attenzione a questo numero e all’indicazione della sua tendenza, in quanto con esso si esprime il giudizio sulla serietà di un’azienda vista a 360°: proprietà delle piantagioni, del frantoio o dei soli impianti; investimenti nello sviluppo tecnologico, nella costante ricerca della qualità, ma anche la correttezza di fornire campionature frutto della catena di produzione e non elaborazioni appositamente realizzate per stupire i panel di assaggio. Ci sembra un’intelligente integrazione che arricchisce la guida, ma anche le aziende stesse, che si vedono così riconosciuti impegno e risultati, a prescindere dal mero giudizio sul prodotto.

Una questione di origine . Questo il titolo dell’inciso introduttivo del curatore, che con occhio critico e preoccupato traccia un quadro non proprio esaltante della situazione generale, sempre segnata da palesi inadeguatezze legislative sia a livello nazionale ed europeo, ancor più a livello internazionale. L’assenza in etichetta di un’indicazione che tracci l’origine delle olive utilizzate per la produzione è la sintesi del più spinoso problema che incide sulla qualità del prodotto: origine e tracciabilità. Così le multinazionali dominano il mercato invadendolo con prodotti convenzionali, calati su uno stereotipo gustativo che nel tempo omologa il sapore dell’olio ed il palato dei consumatori.

Fortunatamente molte sono le aziende che amano fare bene l’olio, trasferire in esso tutta l’anima della loro terra, il cuore dell’oliva, il senso della loro passione. Si arriva così a selezionare per questa guida 483 esempi di eccellenza olivicola, in rappresentanza di 34 nazioni, ben 7 in più della scorsa edizione con l’esordio di Paesi come Messico, Perù, Cina, Iran, Montenegro, Malta e Cipro.

E’ l’Italia a fare la parte del leone nella Top15 con ben 8 riconoscimenti, solo 2 per la Spagna, altro colosso mondiale, premiate quindi poi aziende da Croazia, Marocco, Sudafrica, Cile e Francia. Premio Speciale infine per l’Università Slovena del Litorale di Capodistria. Al nostro Paese va quindi più della metà delle segnalazioni di eccellenza, tra cui i riconoscimenti più prestigiosi come il Frantoio dell’anno al toscanissimo Frantoio Franci , il Miglior Extravergine dell’anno alla siciliana Azienda Agricola Titone ed il Miglior Extravergine da Agricoltura Biologica alla pugliese Azienda Agricola Gregorio Minervini . Premiati anche dall’irpinia il Miglior monovarietale dell’ Azienda Agricola Michele Minieri , il Miglior Fruttato Leggero dell’azienda Sarullo ancora dalla Sicilia, il Miglior Fruttato Intenso dalla marchigiana Del Carmine , la Migliore Dop-Fruttato Leggero del Frantoio Bonamini (veneto) e, per chiudere il giusto plauso alle aziende italiane, il premio al Metodo di Estrazione dell’azienda molisana di Marina Colonna .

E ci ha talmente colpito la straordinaria affermazione della produzione italiana, che abbiamo voluto fare un piccolo esperimento e provare personalmente qualche campione di questi fuoriclasse. Così abbiamo messo insieme un panel “amatoriale” costituito dal sottoscritto, da alcuni amici giornalisti del settore, un esperto assaggiatore di olio iscritto nelle liste della CCIAA di Roma, un amico chef   ed due sommelier. Certo non si può definire un panel tecnico come si converrebbe ad una degustazione professionale, ma certo un gruppo variegato, esempio rappresentativo di consumatori che, per motivi diversi, fanno comunque del gusto chi una professione, chi un hobby molto serio. E poi ci piaceva l’idea di mettere in gioco le nostre papille ed i nostri recettori olfattivi ben allenati da altre tipologie di assaggi e di sfumature aromatiche.

Abbiamo scelto l’azienda che si è aggiudicata il premio per il Miglior Olio Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica ed abbiamo provato tutta la gamma di prodotti: il “decorato” fruttato intenso, il fruttato medio ed il fruttato leggero, della linea Marcinase , espressione della Dop Terra di Bari – Bitonto. Quando la signora Maria Massari, moglie di Gregorio Minervini, ha rilanciato l’olivicoltura riprendendo una tradizione di famiglia abbandonata negli anni ’60, l’azienda si è prontamente portata ai massimi vertici del settore affermandosi nel comparto Bio . Con grande competenza e passione, e con un costante quanto eccellente livello qualitativo, dalle varietà Cima di Bitonto, Coratina e Pasola distribuite sui 18 ettari di proprietà (dal 1700), la Minervini produce oli dalle fragranze complesse, nette e intriganti, espressioni quanto mai gustose della tipicità di un territorio a grande vocazione olearia.

Ecco quindi i tre Extravergine proposti dall’azienda di Molfetta, tutti da Agricoltura Biologica, denominati Marcinase : il “Fruttato Leggero”, il “Fruttato Medio” e il “Fruttato Intenso”.

Marcinase fruttato leggero

Prodotto con esclusivo utilizzo della varietà Ogliarola Barese (o Cima di Bitonto), si presenta di un bel colore giallo oro, vivo e luminoso. All’olfatto offre una piacevole freschezza caratterizzata da un bouquet floreale limpido e vivace, con garbate note fruttate di mela, albicocca e ananas che ne addolciscono il respiro. Scaldando ulteriormente il bicchierino i più smaliziati avvertono anche sentori di mandorla. L’assaggio, la cui tecnica è singolarmente diversa da quanto usualmente fatto con i vini, regala una bella profondità di gusto: il sapore di oliva è percepibile e l’equilibrio dinamico ma armonioso fra una punta di piccante ed un ritorno ammandorlato, ora più percepibile, sono le caratteristiche più riconoscibili. L’inizio morbido e dolce acquisisce man mano verve ed il risultato è davvero interessante. L’esperto ci suggerisce abbinamenti su pesci e arrosti delicati, non fatichiamo a dargli perfettamente ragione.

Marcinase fruttato medio

E’ un olio in cui la varietà Coratina, integrata dalla Pasola, fornisce una base gusto-aromatica che si evidenzia ricca e armonica. Il colore è giallo paglierino abbastanza intenso, con riflessi dorati ed una bella limpidezza. Al naso risulta ampia la gamma vegetale, con note di carciofo, pomodoro acerbo, cardo ed erbe aromatiche; la componente fruttata veste le tonalità agrumate, mentre le ultime fragranze a liberarsi richiamano la mandorla in un complesso vagamente balsamico.

Ritroviamo questa caratterizzazione olfattiva, così composita, nel riscontro gustativo, fedele per complessità ed equilibrio; ancora efficace il dualismo amaro-piccante, intessuto su una struttura consistente e gustosa. Lasciano il segno il buon sapore di oliva, la salvia, il basilico ed un finale ammandorlato. Il nostro amico assaggiatore c’invita ancora all’abbinamento, con carne al sangue o pesce arrosto, ma anche su funghi e zuppe di verdure: ci fidiamo.

Marcinase fruttato intenso

Questo è l’olio cui si fa riferimento nella guida di Marco Oreggia, siamo curiosi. La varietà Coratina viene utilizzata in purezza e la corrispondenza cromatica che ne scaturisce è un bel giallo dorato con riflessi verdolini; sappiamo che l’esame visivo non assume per l’olio la valenza che invece ha nell’analisi sensoriale del vino, ma non siamo tecnici.

Appena ultimata la fase di riscaldamento, scoprendo il bicchierino, il naso viene piacevolmente invaso da intensi profumi di carciofo, foglia di pomodoro e cicoria; carico di sfumature vegetali e balsamiche, colpisce la persistenza che lungamente accarezza l’olfatto chiudendo con soffuse aromaticità in cui distinguiamo il rosmarino. In bocca è vigoroso, avvolge il palato con dinamiche ancora vegetali fra cui danzano stimolanti note piccanti che bilanciano amabilmente un fondo ancora ammandorlato (una costante dei tre campioni). Ampio ed equilibrato, esuberante e stuzzicante, non possiamo non condividere l’entusiastico giudizio della guida. L’abbinamento da provare è con le verdure o su una zuppa di legumi, ma anche nei piatti di pesce o alla grande su una bruschetta davvero da urlo.

Chiedo personalmente scusa agli esperti assaggiatori di olio per questa invasione di campo, la mia formazione non è specificatamente costruita su questo argomento; chiedo scusa al tempo stesso alla gentilissima signora Massari se qualche interpretazione non risulterà condivisibile, ma spero sia evidente il grande apprezzamento che tutti i componenti del panel hanno manifestato nel gustare le variegate fragranze liberate da questi oli.

Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

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