C’è posta per me, ovvero: di come la memoria gustativa sia infallibile

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di Lola Teale

Stamattina il postino mi ha recapitato un piccolo pacchetto inviato da un mittente il cui nome mi ricorda vagamente qualcosa, ma in realtà dovessi dire che lo conosco direi una bugia. Non resisto davanti ad un pacchetto, nemmeno quello spedito da un quasi-sconosciuto di nome Rufus Morgan. La cosa certa è che viene direttamente da Londra. Che bellezza, un pacco a sorpresa che viene da una città che è parte di me, che è nel mio sangue. Be’, mi siedo, comincio la difficile apertura del pacchetto chiuso con la bellezza di quattro giri di scotch, quello marrone da pacchi che non lascia la presa nemmeno usando un bisturi. Così mi trovo sempre a dover tagliare e tirare quella plastica dura che sega le mani per qualche minuto buono finchè con un movimento improvviso non cede, ed io posso riprendere fiato – Pfui! –

Dentro, avvolto in altrettanta plastica da imballaggio, si intravede una confezione dalla forma e dal colore familiare. Giro eccitata il pacchetto fra le dita per cercare il capo dello scotch, anche qui invisibile, ma dopo alcuni minuti di osservazione riesco a trovarlo e tagliarlo. Finalmente disimballo il mio regalo, la mia sorpresa, il mio sogno saporito tenuto nel cassetto per anni. Infine prendo in mano il vasetto panciuto sui fianchi ma schiacciato davanti e dietro, leggo l’etichetta dalla scritta gialla e mi dico sorridendo – “Marmite, finalmente!” –

Non resisto apro il tappo giallo e annuso a lungo assaporando ogni piccolo particolare di questo stravagante aroma che risulta essere un misto di dado da minestra, lievito (di cui è composto) e sale. L’apparenza non è delle migliori: si presenta infatti come una gelatina densa e marrone che ad un occhio inesperto può sembrare altro che una salsa commestibile e stuzzicante. Questo è il Marmite, uno dei prodotti tipici della Gran Bretagna, quasi sconosciuto all’estero, ma al pari di ‘fish & chips’ come diffusione. Queste ultime, ora come ora, sono considerate più un cibo per francesi in vacanza che per inglesi, i quali ultimamente sembra stiano veleggiando verso lidi leggermente più salutistici!

Comunque torniamo al mio amato Marmite, il cui solo odore mi riporta indietro nel tempo, a quando lo mescolavo nel risotto o me lo spalmavo sul pane. E adesso che sono cresciuta e sono diventata una curiosa di sapori e mescolanze lo provo su una nostrale piadina con prosciutto e formaggio -da tentare!-, sui taralli -davvero ottimo!-, o anche sulla nostrale e mediterranea bruschetta -davvero qualcosa che rimarrà nella mia memoria gustativa!

Mi si potrebbe giustamente chiedere ma il Marmite dove è nato, di che cosa è fatto, fa per caso anche bene o corrode lo stomaco?

La storia del Marmite è piuttosto lunga e parte alla fine del XVII secolo, quando si scopre che col lievito non si può solo far lievitare la pasta per il pane. Da quel momento in poi il mondo si è diviso tra chi ama e chi odia il Marmite (il cui nome deriva dal francese “marmitte”). Fino agli inizi del secolo scorso il Marmite non aveva ancora un vero nome ma era semplicemente un comune estratto di lievito. Nel 1902 è stata fondata la Marmite Food Company Limited che ha cominciato a produrre estratto di lievito e a commercializzarlo. Dopo qualche iniziale reticenza da parte dei consumatori a causa del suo sapore particolare, il Marmite è pian piano arrivato sulla tavola di tutte le case del Regno Unito. E’ perfino diventato parte del rancio dei militari (e questo può non deporre a suo favore vista la cattiva fama delle mense militari!) ed è stato anche inviato nel pacco viveri in Kosovo tramite gli aiuti umanitari. Si è infatti scoperto che, essendo un sottoprodotto del lievito, è ricchissimo in vitamine B, perciò oltre che essere estremamente stuzzicante per il palato fa anche bene… strano ma vero!

Comunque è molto strano riassaggiare un cibo dopo molti anni, è come se si aprissero le porte di un mondo diverso da quello che si ha davanti ai propri occhi, mi sono sentita come Alice nel Paese delle Meraviglie, e naturalmente là ho subito incontrato il Bianconiglio, al secolo Rufus Morgan, che mi aspettava sulla spiaggia sulle coste del Devon, e lì assieme abbiamo di nuovo mangiato un sandwhich con Cheddar cheese e Marmite…

Ecco chi era un amico di uno dei miei tanti viaggi, che si era quasi perso nell’oblio del tempo, rinato grazie ad un sapore proveniente dall’infanzia…

Lola Teale

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