Fiano Vs Greco. I grandi bianchi irpini in rassegna a Roma

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di Riccardo Brandi e Franco Santini

ROMA – Un vuoto ha caratterizzato la stagione 2008 delle eno-rassegne: quello lasciato dalla cancellazione della manifestazione Bianchirpinia, che da qualche anno proponeva, in un contesto organizzativo dinamico e funzionale, l’anteprima delle due DOCG bianche dell’avellinese. Oltre ad essere un’ottima occasione per promuovere il territorio e le sue spiccate vocazioni eno-gastronomiche, Bianchirpinia era un’occasione di confronto aperto e qualificato sulla nuova annata dei due “principi bianchi”: il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo.

Orfani di questo appuntamento – ma accesi sostenitori della qualità dei vini irpini – ci siamo così organizzati in casa, a Roma. Non avendo la possibilità di gestire un elevato numero di campioni, abbiamo scelto di selezionare alcune fra le etichette più rappresentative delle due denominazioni: vini che provengono da terroir che, per quanto circoscritti al territorio irpino, offrono scenari con caratteristiche estremamente variegate. Nel selezionare le etichette abbiamo agito, come sempre, senza alcun pregiudizio, semplicemente basandoci sulla memoria storica nostra e di amici/colleghi, cercando, per quanto possibile, di coniugare grandi e piccoli produttori, nomi noti ed altri meno conosciuti, etichette di fama consolidata e nuove realtà.

Prima di entrare nel vivo dell’articolo, vorremmo ringraziare coloro che ci hanno supportato e “sopportato” in queste due serate: la Cantina Castrocielo e l’Art Studio Cafè, due locali assai apprezzati dal pubblico capitolino, stilisticamente diversi, ma entrambi attenti al movimento vitivinicolo. E’ qui che il nostro variegato panel di degustazione di “addetti ai lavori” ha assaggiato alla cieca le etichette selezionate.

Il progetto iniziale prevedeva anche una sessione d’assaggio aperta al pubblico, ma con l’arrivo del grande caldo che riaccende la voglia di vivere Roma all’aperto, abbiamo deciso di rinviare la prova a settembre. In un clima fresco (in tutti i sensi, speriamo!) e giocoso, ci confronteremo e (nelle stesse sedi) vedremo allora se la “giuria popolare” concorderà col giudizio dei nostri “esperti”!

Risultati delle prove.

Consapevoli della peculiare inclinazione di questi vini bianchi ad invecchiare bene, avremmo voluto estendere la prova alle ultime due annate, ma ragioni organizzative ci hanno costretto ad operare una scelta. Abbiamo così deciso di limitarci per il Greco alla sola annata 2007.

I risultati del confronto sono stati interessanti, anche se forse ci aspettavamo qualche emozione in più, viste le ottime prospettive che questi vini avevano offerto lo scorso anno. Nel complesso, il grande impatto olfattivo è rimasto integro e pulito, perdendo in taluni casi un po’ di tenuta. Coerenti come sempre in bocca, ci hanno soddisfatto la verticalità ed il complesso gustativo ampio, lasciando anche in questo caso qualche perplessità sulla persistenza.

Tra i Fiano 2007 (cinque etichette), apprezzamenti particolari si sono avuti per il Radici di Mastroberardino, a conferma di una tradizione solida ed efficace per un cru che non delude mai; anche il Pietracalda di Feudi San Gregorio si è distinto per una struttura precisa ed una risposta gusto-olfattiva di ampio respiro. Le proposte di Torricino e Urciuolo hanno dato riscontri positivi in termini di pulizia e coerenza, prodotti lineari che, dai giudizi del panel, offrono dettagli appena meno incisivi dei due colossi; Colli di Lapio propone invece un vino di enorme potenziale, ma ancora molto “esuberante” in questa fase giovanile.

Tra i Fiano 2006 di nuovo battaglia di sfumature – seppure su scenari gustativi sostanzialmente diversi per la naturale e peculiare evoluzione dei vini – tra il Radici ed il Pietracalda; quindi una piacevole sorpresa con il fiano di Benito Ferrara e apprezzamenti anche per il Vigna della Congregazione di Villa Diamante, dal naso impressionante. Molto particolare il prodotto di Vadiaperti, originale e controcorrente; conferme positive dai fratelli Urciuolo e Colli di Lapio; ammiccante infine il Campore di Terredora.

Veniamo ai Greco di Tufo 2007, che ci hanno fatto “penare” un po’ di più.

Ad esser sinceri, infatti, non ci è sembrata un’annata in grado di offrire il meglio del vitigno. Nonostante la presenza di alcuni magistrali interpreti della denominazione, nessuna etichetta ci ha fatto “saltare sulla sedia”. In verità, ricordiamo anche nell’annata 2006, degustata lo scorso anno, qualche scontrosità, però con alcuni picchi di eccellenza che quest’anno, almeno in questa fase, non abbiamo rilevato.

Sono stati ancora Feudi di San Gregorio con il Cutizzi e Mastroberardino con il Novaserra a contendersi lo scettro del migliore, con profumi più penetranti e gustative convincenti; poi la novità A Casa, che ha proposto un greco equilibrato e godibile, non estroso, ma solido; quindi Torricino con un prodotto lineare e ben assemblato, ed il base di Benito Ferrara, che conferma un tenore qualitativo all’altezza della situazione. Bel naso per il greco di Vadiaperti; schietti e “levigati” infine quello degli Urciuolo ed il Terre degli Angeli di Terredora, due prodotti buoni, ma che non hanno impressionato per dinamismo.

In conclusione, ci viene da pensare che forse l’annata 2007 non sarà un’annata memorabile, specie per il Greco. Ma esprimere un giudizio su questi grandi vini ancora in fase “adolescenziale” è sempre un rischio, e si prendono facilmente cantonate. Quindi, li aspetteremo al varco, tra qualche mese, e vedremo se saranno capaci, come spesso è accaduto, di farci cambiare idea.

Resta l’ottima predisposizione del territorio, nonchè la bravura e la tenacia dei produttori che ci hanno comunque reso disponibili prodotti interessanti e di ottimo livello.

Di seguito riportiamo in sintesi i nostri appunti di degustazione.

FIANO DI AVELLINO 2007

Mastroberardino – Fiano di Avellino Radici 2007
Un Fiano “pieno”, che invade il naso con profumi ricchi di sfumature floreali e di macchia mediterranea, ben integrate con un fondo agrumato che sul finale si aprono al nocciolato. In bocca ha un attacco fresco, note di pera iniziali lasciano il posto, deglutendo, ad una bella sensazione minerale ed un lungo ritorno ammandorlato. Grintoso e coerente, ha struttura ed eleganza. Gran bel vino, senz’altro tra i migliori della serata.

Feudi di San Gregorio – Fiano di Avellino Pietracalda 2007
Una tenue apertura fruttata caratterizza l’olfattiva, con agrumi e frutta dolce a dominare; poi note lievemente erbacee. In bocca ha un impatto potente e alcolico, ma con una bella spinta acida che sostiene una polposità gustosa e fresca. Sapidità e mineralità impreziosiscono il tutto. Non particolarmente lungo, ma decisamente efficace e di esemplare esecuzione tecnica.

Colli di Lapio – Fiano di Avellino 2007
Naso dolce, pesca e crosta di pane in un complesso olfattivo che gioca comunque su sensazioni abbastanza tenui, prevalentemente floreali, dove si evidenziano poi fresche note agrumate e una mineralità quasi di roccia. Al palato è intenso e coerente, nervoso e vibrante, con una frutta polposa ma non opulenta, seguita dalla tipica mineralità e chiusa da una bella nota amaricante. Un vino molto esuberante in questa fase giovanile ancora un po’ scomposta, ma senz’altro di grandissima prospettiva.

Torricino – Fiano di Avellino 2007
La veste cromatica si distingue per un’accattivante tonalità dorata. I profumi si offrono intensi ed eleganti, si apprezza la frutta matura, l’ananas, il mandarino, poi erbe aromatiche ed un finale con singolari note di nocciola e cannella. Rotondo in bocca, con un gusto ricco e godibile, in cui la polpa iniziale si lega molto bene alla speziatura dolce di un finale non lunghissimo. Bel fiano, di pronta e piacevole beva.

Urciuolo – Fiano di Avellino Faliesi 2007
Profumi molto intensi, su un registro prevalentemente floreale, con riverberi erbacei e quasi marini, ed un finale più dolce. I 14° di alcol si fanno sentire anche al naso, e ne penalizzano appena l’eleganza. Al palato è morbido e pieno: molto saporito, prosegue con una marcata mineralità e chiude sulla classica nota ammandorlata molto persistente. Un vino di sostanza, che non cerca compromessi e si offre spregiudicato.

FIANO DI AVELLINO 2006

Mastroberardino – Fiano di Avellino Radici 2006
Offre un bouquet ben amalgamato con la ginestra a marcare la componente floreale e la mela cotogna che affiora nel complesso agrumato; note minerali e salmastre, pietra focaia e tostatura arricchiscono il finale. In bocca è fresco, la frutta non è succosa e mai invadente, e lascia il posto ad una scia sapida che chiude con note ammandorlate. Un 2006 perfettamente integro, elegante e strutturato, per nulla appariscente, che palesa personalità.

Vadiaperti – Fiano di Avellino 2006
L’approccio olfattivo è evoluto e di intrigante rusticità, senz’altro fuori dagli schemi, dove prevalgono aromi minerali, pietra focaia, incenso, evoluzioni nocciolate ed una singolare impronta caramellata che ricorda la creme-brulè. In bocca è più fresco di quanto ci si possa aspettare, con un’acidità integra, note agrumate ben percepibili, e un finale coerente che richiama le sensazioni olfattive. Un vino diverso da tutti gli altri, che ha diviso il panel tra sostenitori e detrattori.

Feudi di San Gregorio – Fiano di Avellino Pietracalda 2006
Si presenta al naso con una freschezza rimarchevole ed un ricco impianto aromatico intessuto su profumi di rosa gialla e frutta esotica, con la tipica componente minerale ad accompagnare il finale etereo e finemente speziato. L’assaggio risponde perfettamente a quanto percepito al naso, la pesca matura, l’ananas e la pera delineano un profilo gustoso che viene sostenuto da una fresca e lunga fragranza. Un vino dotato di gran fascino, dal naso avvenente, equilibrato e dai sapori accurati.

Terredora – Fiano di Avellino Campore 2006
Riflessi di un dorato cangiante ci strizzano l’occhio dal calice, mentre una trama decisa tra il fruttato e il minerale caratterizza l’esame olfattivo, in cui una speziatura dolce contiene sentori iodati, lasciando comunque prevalere una certa “mielosità”. In bocca si avverte subito una nota salmastra che accompagna tutta la gustativa, in cui per altro percepiamo della frutta gialla e croccante ed un certo calore. Un vino morbido, avvolgente che seduce con una certa “sfrontatezza”.

Benito Ferrara – Fiano di Avellino 2006
Una bella ampiezza di profumi ci colpisce accostandoci al calice: agrumi e frutta matura, tabacco dolce e mineralità, rivelano una tipicità olfattiva ben corrisposta. Al palato è fresco, pesca e albicocca le fragranze più riconoscibili, con un finale salmastro ed un ritorno retronasale di tabacco dolce e nocciola che allunga la PAI. Un bel prodotto, molto gustoso e poco invadente, con una squisita naturalezza di beva.

Villa Diamante – Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2006
L’approccio olfattivo è estremamente dinamico, intenso e di grande impatto; pesca, fiori di acacia e ananas, poi sensazioni di macchia mediterranea, di selvatico e pietra focaia per un finale minerale ancora pieno. Attacca il palato con meno veemenza, ma comunque con generosa struttura gustativa; più sapido che acido, accenna note di tostatura e lascia una traccia ammandorlata peculiare. Un vino equilibrato e di personalità, espressione limpida del territorio fredanese, che fa della grande espressività olfattiva il suo punto di forza.

Urciuolo – Fiano di Avellino Faliesi 2006
Prevalgono le note dolci in un bouquet complesso ed equilibrato nelle sue componenti, dove sensazioni floreali e fruttate si amalgamano in perfetta armonia. In bocca è fedele, molto gradevole, non particolarmente intenso, ma ben strutturato; ha una verve acida di fondo che lo rende particolarmente fresco, ma è la scia sapida finale ciò che resta di più. Un fiano tipico, rotondo, ben fatto e riconoscibile.

Colli di Lapio – Fiano di Avellino 2006
Molto fresca l’impronta aromatica, in cui la componente floreale è limpida e rivela ginestre e fiori di zagara; tracce di albicocca in un sottofondo agrumato accompagnano una chiusura tendenzialmente dolce. In bocca è agile e nervoso, molto fresco, e presenta un corpo assai snello che rispecchia il quadro olfattivo. In parte ci sorprende il riscontro di questo fiano, particolarmente per sentori quasi giovanili che, per un 2006, rappresentano una fase evolutiva davvero particolare. Sarà interessante riprovarlo ancora più avanti.

GRECO DI TUFO 2007

Terredora – Greco di Tufo Terre degli Angeli 2007
Naso poco intenso, con tracce minerali su un tema di agrumi, pesca, mela e lievi note vegetali. In bocca è lineare, si legge un po’ meglio il complesso aromatico che risulta coerente; attacco morbido e caldo, poi la scia sapida finale e la chiusura ammandorlata. Qualche scontrosità di troppo “sfilaccia” la componente acida, riducendo la robustezza del corpo. Persistenza nella norma. Si fa bere senza sussulti.

Torricino – Greco di Tufo Raone 2007
Profumi più incisivi e fruttati, di buona complessità. Pera, mela, crosta di pane e una scia minerale sono accompagnate da un bouquet di fiori bianchi, che lasciano il posto a sentori di mandorla amara e di erbe aromatiche. Al palato ha un bell’impatto, sapido, avvolgente, con leggere note di vaniglia su un finale che risulta ravvivato da un interessante slancio di acidità. Buona persistenza per un prodotto che non “stecca” mai.

Vadiaperti – Greco di Tufo 2007
Si fa notare più per un abbrivio incisivo al naso che per la sua complessità; agrumi e frutta dolce su tutto. In bocca è abbastanza fresco, non molto ampio nelle sfumature: il centro-bocca è sostenuto da una notevole sapidità che lo rende particolarmente saporito, ma presto si spegne su una nota sulfurea in un finale non particolarmente lungo.

Benito Ferrara – Greco di Tufo 2007
Il naso non brilla per vigore, ma la freschezza è una caratteristica evidente, come pure la trama minerale che si innesta in un fondo fruttato a polpa chiara. Al gusto è ancora la freschezza a delineare la personalità di questo vino, inizialmente dolce e nocciolato, poi con una sapidità che prende piede e lo sostiene con discreta persistenza.

A Casa – Greco di Tufo 2007
Bel colore e presenza olfattiva interessante con un bouquet floreale tendenzialmente secco, note di fieno, agrumi e buona mineralità. Entra in bocca con un gusto caldo e corposo, note astringenti ed una scia amaricante che bilancia la dolcezza iniziale. Un prodotto nuovo, che sorprende per l’agilità con cui stimola i sensi e per il buon equilibrio. Confezionato egregiamente, per essere una prima uscita non è male.

Urciuolo – Greco di Tufo 2007
Molto tenue al naso, fine, ma troppo timido, presenta sfumature agrumate e minerali con note vanigliate. In bocca si distingue un’acidità vigorosa, la consueta sapidità, ed una bella trama minerale. Pulito, lineare, ben fatto, tuttavia lo troviamo poco espressivo…o forse sono i fratelli Urciuolo, un punto fermo nella produzione di qualità in Irpinia, ad averci abituato troppo bene negli anni!

Mastroberardino – Greco di Tufo Novaserra 2007
Profumi espressivi, intensi e profondi: fiori bianchi, pera, mela, pesca, erba fresca ed eco minerale per un complesso olfattivo che si distingue per un profilo che ispira accostamenti al sauvignon. In bocca è gustoso, morbido ed elegante; alla deglutizione regala finalmente qualche emozione vera che finora mancava in quest’annata. Si lascia bere molto facilmente, con sensazioni che richiamano frutti maturi, e il caratteristico retrogusto che ricorda la mandorla amara. Il cru della tradizione si distingue, e non si fraintenda il richiamo al vitigno francese, che rappresenta solo un termine di paragone nobile.

Feudi di San Gregorio – Greco di Tufo Cutizzi 2007
Pulizia ed eleganza sono i connotati di un’intelaiatura olfattiva completa; apertura floreale, trama fruttata, tracce erbacee e passo minerale, il tutto sostenuto da una freschezza amabile. In bocca è ancora l’acidità a tenere in piedi le componenti aromatiche che offrono una ottima corrispondenza gusto-olfattiva, cosa che per altro questo vitigno concede assai raramente in gioventù. Tecnica da maestri per un vino che ci piace sia in bocca che al naso.

Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

4 COMMENTS

  1. Ragazzi …ma fate di queste cose in quel di agosto e non ci dite nulla? Avremmo contribuito con un po’ di campioni….beh alla prossima… io mi godo i vini del ragusano intanto…
    a presto
    Giulia

  2. Cara Giulia, grazie per l’offerta … ti prendiamo in parola!
    Continua a seguirci e vedrai che a settembre proporremo qualcosa di interessante, proprio con le due docg irpine, per il pubblico romano.
    Noi sposiamo le tue stesse parole “comunicare il vino con amore e competenza” e quindi se potremo unire le forze per questi nobili intenti … accetteremo il tuo contributo 😉

    A presto
    Riccardo

  3. ehi Riccardo,
    sono tornata dalla Sicilia, ho ancora gli occhi piendi meraviglie del ragustno e delle sue vigne e sono pronta a ricominciare!
    aspetto vs news…
    a presto
    Giulia

  4. Ho la fortuna di esser irpino.Di greco di tufo ne ho degustati tanti e sempre diversi, ma devo dire che la mia preferenza va in assoluto al grande Novaserra di Mastroberardino.
    Consiglio inoltre se siete amanti di questo vino stupendo di visitare Montefusco, dove nasce il vero cru di questo vitigno.

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