

(In etichetta) Berthold Brecht : “Sempre pronto ad una nuova idea e ad un antico vino”.
Giuseppe Fortunato è il prototipo del contadino del nuovo millennio. Giovane, impegnato in prima persona nel lavoro tra i filari. Mi accoglie come sempre tra le sue vecchie vigne a piede franco. Siamo a due passi dalla Solfatara, tra Pozzuoli e Licola, dove i terreni di questa parte di Campania di natura sabbiosa e vulcanica hanno preservato le radici delle piante dal flagello della fillossera. È tarda mattinata, fa già troppo caldo per lavorare sotto il cocente sole agostano, bisogna sfruttare la frescura delle prime ore del mattino. Prima, però, ci concediamo, comunque, una breve camminata tra i filari. Oggi, dopo un faticoso lavoro di recupero, i vigneti di famiglia sono rinati grazie al suo impegno sottraendoli alla trascuratezza e all’abbandono in cui versavano. Lentamente sono stati portati ad un sistema di allevamento più moderno e funzionale, il doppio Guyot, conservando della tradizionale spalliera puteolana, solo in parte, l’altezza. Una veloce ricognizione per verificare l’andamento, molto promettente, della stagione 2008 in corsa. Subito dopo ci rifugiamo, letteralmente, in cantina per trovare un po’ di sollievo e, soprattutto, poter assaggiare i suoi vini. Non solo l’ultima annata in corso ma le ultime tre: 2007, 2006 e 2005. Ci sarebbe anche la 2004, la prima vendemmia di Giuseppe da poter risentire, ma le bottiglie rimaste sono veramente poche e non mi sento di spingerlo a questo sacrifio unicamente per il sottoscritto. Ci saranno sicuramente altre occasioni in cui coinvolgere più persone e retrocedere fino a quel millesimo. Abbiamo prima provato la falanghina e, quindi, il piedirosso, entrambi ottenuti da coltivazioni rigorosamente biologiche. con rese naturalmente molto basse di soli 40 quintali per ettaro.
Giuseppe dispone di circa un ettaro e mezzo di terreno, vigne adagiate sulle colline e poco distanti dal mare, tutte piante, come detto, a piede franco che hanno un’età compresa tra 10 e 30 anni con qualche ceppo molto più vecchio e con qualche raro ceppo di aglianicone ed altre uve che ancora, pur rivolgendosi ad esperti, non è riuscito ad identificare con scientifica certezza. Siamo tra i 90 e i 200 metri sul livello del mare: un vigneto è in località Pozzuoli, dove ha sede l’azienda con la relativa cantina, mentre l’altro a Monterusciello, poco distante, più fresco e ventilato. Giuseppe lavora le sue uve con metodi ancora artigianali ed i suoi vini sono vini veri, vivi con tutti i pregi e i limiti di questo modo di lavorare. Nel caso del piedirosso si tratta di un vitigno difficile che spesso presenta problemi di riduzione non facili da gestire e che molti produttori risolvono attraverso l’apporto-aiuto di altri vitigni. Giuseppe cerca di lavorare in purezza anche se qualche grappolo delle uve, di cui sopra anche se non meglio identificate, continuano ad essere raccolte ed inserite nell’uvaggio di partenza .
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Buona recensione, forse un po troppo dotta per noi profani ma le informazioni dove sono? Dove poter provare questi vini? e quanto costano?
Grazie e complimenti per il lavoro svolto.
Caro Claudio,
grazie per il suggerimento. Cercherò in futuro di essere meno dotto e più pratico.
Per i vini può rivolgersi direttamente a :
DOLCI QUALITA’
Via 3 Piccioni, 40-
80072 Pozzuoli (NA)
Tel. 081 8541651
Per quanto riguarda i prezzi, posso dirle che questi vini si trovano sugli scaffali, al pubblico, tra i 7 e i 10 euro.
Spero di aver soddisfatto la sua richiesta.
saluti
fabio