Uno sguardo sulla Francia: i Wine Tastings di Cuzziol

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di Paolo Rossi

Lo scorso 24 settembre, al Devero Hotel di Cavenago, nei pressi di Milano, si è tenuto un interessante evento proposto dalla Cuzziol, marchio che importa e distribuisce vini, bevande e prodotti alimentari. Si trattava della dodicesima edizione dei Wine tastings, organizzati annualmente per far conoscere alla stampa e al pubblico degli appassionati la gamma di vini e distillati; quest’anno le degustazioni si svolgevano a Roma, Rimini e Milano, e puntavano a mettere in luce, oltre ai marchi in portafoglio da svariati anni, anche alcune aziende entrate da poco in scuderia.

Tra queste Elena Fucci, giovane produttrice di Aglianico del Vulture, Schloss Reinhartshausen, dal Rheingau, oltre a vari domaine francesi. A fronte di un po’ di calca nei momenti iniziali, la presenza del pubblico si è stabilizzata su un più che accettabile livello di presenze, che ha favorito un tranquillo dialogo con i produttori e una degustazione non “di corsa”. Il gran numero e la varietà dei vini presentati (ma c’è da notare che erano in degustazione anche vari Whisky, Bas Armagnac, Porto e le birre speciali di stile Lambic) hanno imposto una scelta di restrizione di campo; per questa prima cronaca dei Wine Tastings Cuzziol quindi ci si è dovuti “limitare” a esplorare Borgogna e Champagne, con una piccola deviazione in Alsazia.

Ecco gli assaggi:

Borgogna – bianchi

Pouilly-Fuissé 2006 – Roger Lassarat (13%)
Da suoli argillosi-calcarei, questo bianco ha colore paglierino tenue, naso fine, ricco, molto sottile e minerale, con note morbide di legno. Bocca giocata tra sapidità e morbidezza. Vino dal buon potenziale di invecchiamento.


Saint-Veran 2006 Roger Lassarat
(13%)
Vinificato e affinato in acciaio, ha un naso tropicale e una bocca dalla sapidità diretta. Non punta alla grassezza ma a una concreta, interessante freschezza.

Chablis 2006 1er Cru Les Vaillons – Daniel Dampt (13%)
Dorato brillante, con un naso fruttato di pesca gialla. Bocca che attacca in modo non troppo deciso e poi apre a una vena quasi fumé. Chiude sapido, con una progressione ancora non completamente armonica.

Saint Aubin 1er Cru en Remilly 2005 – Vincent Girardin (13%)
Dalla Côte de Beaune proviene questo premier cru dal colore paglierino di media intensità che si fa notare per il suo bel carattere giocato su sapidità e acidità, cui però fa da contraltare una nota legnosa in questa fase assai invasiva. Persistenza molto lunga, ma non perfettamente legata. Da attendere per altri 3-4 anni.

Chassagne-Montrachet 1er Cru Morgeot 2003 – Vincent Girardin (13%)
Paglierino medio, naso tra la vaniglia dolce (ma non eccessiva) e i frutti a polpa gialla. In bocca entra potente e sapido, e si conferma con uno sviluppo succoso e assai lungo, sorretto da una acidità davvero tosta.

Borgogna – rossi

Bourgogne Hautes Côtes de Nuits 2005 – David Duband (12,5%)
Rubino trasparente, ha un naso assai pimpante che regla sensazioni pepate e una peculiare nota di zucchero caramellato. Bocca non enorme, giocata sull’equilibrio fruttato/erbaceo, finale non lungo. Un ottimo “vino base”.

Chambolle-Musigny 2006 – Jean Jacques Confuron (13%)
Da vigne di 48 anni, un biologico non filtrato. Rosso con sfumature violacee, il naso all’inizio si fa attendere, poi spicca un po’ l’alcool insieme a frutti rossi e note vanigliose. Bocca giovane e tannica, chiude su una sensazione piccante.

Volnay 1er Cru Les Fremiets 2006 – Henri Boillot (13%)
Rubino brillante, ha un naso di gran classe complesso e morbido. L’ingresso in bocca conferma la morbidezza, per poi evolversi passando da sensazioni alcoliche a sensazioni fruttate e sapide. Bella la lunghezza e la progressione, chiude con rinfrescanti, lievi sentori erbacei.

Charmes-Chambertin Grand Cru 2006 – Domaine des Beaumont (14%)
Il più emozionante della serata. Da suolo argillo-calcareo a 120-150 metri d’altitudine questo vino elegantissimo si presenta rubino intenso brillante, con un naso di enorme classe: morbido, fine, equilibratissimo. In bocca l’eleganza viene confermata dalla morbidezza calda, quasi cremosa e non banale, accompagnata da tannini finissimi. Una coerenza olfattivo-gustativa ammirevole. Chiude lunghissmo su una lieve nota piccante.

Nuits-Saint-Georges 1er Cru Les Procès 2006 – Domaine Robert Arnoux
Rubino intenso, con naso di pepe e di piccoli frutti rossi. Bocca peculiare, calda e fruttata, con un finale piacevolmente erbaceo. Bel vino.

Gevrey-Chambertin Les Elocelles 2004 – David Duband (13%)
Naso peculiare molto terziarizzato, da annata classica non caldissima. Bocca interessante, molto fumé.

Vosne Romanée 1er cru Les Suchuts 2000 – Vincent Girardin (13,5%)
Un rubino intenso per questo splendido, potente Borgogna. Naso fine e fruttato di ciliegia fresca. Gran struttura che si rivela in bocca, dove si conferma un frutto pieno, carnoso e morbido, che non stanca. Bel finale sapido e lungo. Un gran vino, potente e di classe

Champagne

Brut Privilège 1er Cru – Monmarthe
50% pinot nero e 50% chardonnay; dopo 3 anni di affinamento sui lieviti questo piacevole champagne ha sentori tropicali ben marcati e di crosta di pane. La morbidezza è la caratteristica dominante all’assaggio, data sia dal perlage fine sia dal residuo zuccherino.

Brut Millesimé 1er Cru 2002 – Monmarthe
60% chardonnay e 40% pinot nero. Colore paglierino brillante. Da segnalare una peculiarità: il vino base non ha fatto la fermentazione malolattica. Dopo 5 anni di affinamento sui lieviti colpisce la sua evidente giovinezza; al naso è burroso, e insieme alla setosità dell’impatto gustativo, colpisce la bocca ricca e pervasiva. Ricchezza e piacevolezza che sono la cifra stilistica anche dell’altro prodotto di punta, l’Extra Brut Coup de Coeur 1er Cru (50% rispettivamente tra chardonnay e pinot nero), con soli 4 grammi di dosaggio e affinamento per 4 anni sui lieviti.

Brut Origine – Mandois
L’azienda Mandois produce in Pierry, a sudovest di Reims. La base della gamma è un 30% pinot nero e meunier e 40% chardonnay. Pienamente giocato sul versante della piacevolezza di beva, si distingue per un naso che ricorda il lievito di birra. Bevibilissimo.

Blanc de Blancs 1er Cru Millesimé 2002 – Mandois
100% chardonnay. Naso fine e discreto, si apre più convinto in bocca, dove si rivela molto generoso.

Brut Rosé Grande Réserve – Mandois
Un rosé da vinificazione molto particolare: 30% di pinot nero con macerazione breve; 30% da vino rosso di pinot nero, 40% da chardonnay. Piacevolissimo, se non fosse uno champagne (per le conseguenze di costi che ne conseguono) sarebbe un vino da bere a litri.

Brut Première Cuvée – Bruno Paillard
Un nome mitico a Reims, che conferma la validità dei suoi vini. Questo prodotto “base” (pinot nero, pinot meunier, chardonnay, 3 anni sui lieviti) si presenta già al naso con caratteristiche poco ruffiane che fanno presagire sensazioni sapide. Bocca non prorompente, ma di classe.

Brut Rosé Première Cuvée – Bruno Paillard
Quasi tutto pinot nero con un saldo di chardonnay; 3 anni sui lieviti. Peculiare perché è un rosé che non cerca la piacevolezza facile, ma anzi si rende interessante per la sua austerità e la sua finezza.

Brut Assemblage Millesime 1999 – Bruno Paillard
42% pinot nero, il resto in percentuali uguali tra chardonnay e pinot meunier. 8 anni sui lieviti, che si sentono tutti per la classe, ma non certo per l’età. Naso bellissimo di burro e nocciola per uno champagne davvero di livello superiore.

Brut Assemblage Millesime 1996 – Bruno Paillard
L’altro protagonista della serata. Da 50% pinot nero e chardonnay, 11 anni sui lieviti. Come si può notare, tra i due millesimi cambiano radicalmente gli uvaggi; si tratta di una impostazione aziendale, finalizzata ad assecondare al meglio le caratteristiche dell’annata. Paglierino consistente, tendente al dorato, ha un naso assai complesso, molto maturo. Sapidità e acidita in bellissimo spolvero, è un grande champagne che si sa bilanciare alla perfezione tra potenza e finezza. Il finale è interminabile, su sensazioni sapide.

Alsazia

Engelgarten 2004 – Marcel Deiss
Jean Michel Deiss, convinto sostenitore del biodinamico, ha la sua cave a Bergheim, a sud di Strasburgo. Dalle sue vigne, sparse in numerosi appezzamenti sulle colline alsaziane, trae vini che puntano a rappresentare soprattutto il terroir. Meno spazio quindi ai vitigni (questo Engelgarten è un mix di 5 vitigni) e più spazio alla terra. L’ingresso in bocca è davvero ampio, spicca da un lato il notevole residuo zuccherino, dall’altro la grande e rinfrescante mineralità. Un gran vinone.

Altemberg de Bergheim Grand Cru 2004 – Marcel Deiss (12%)
Un grandissimo vino. Si dice che le sue vigne di Bergheim, per la grande siccità che devono sopportare, affondino le radici fino a 60 metri nel sottosuolo. Di sicuro questo assemblaggio di vari vitigni alsaziani sfodera una progressione in bocca favolosa, con una coerenza totale fra olfatto (in cui spiccano le note peculiari del gewürztraminer) e palato. Lungo nella persistenza, morbido dall’inizio alla fine, ha una mineralità discreta che si fa spazio in mezzo alla rimarchevole dolcezza zuccherina. Un vino tutto da meditare.

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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