Il ritorno della Val di Cornia

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di Riccardo Farchioni

VENTURINA (LI) – La Val di Cornia è una zona vitivinicola sviluppatasi piuttosto di recente, seguendo la scia del “rinascimento enoico” italiano. Compresa fra il bolgherese e la maremma grossetana, si spinge fino al circondario di Piombino, città che tutto farebbe pensare meno che a contesti bucolici. Le premesse c’erano tutte, nella fase “espansiva” culturale di allora, per un rapido e solido successo: il sole, la luce, il mare vicino assicurano ottime maturazioni delle uve, e quindi vini corposi, morbidi, dal frutto stentoreo. Poi, nell’evoluzione della critica e del gusto (anche se quest’ultimo dato è meno percepibile a causa di una certa autoreferenzialità degli opinion makers), queste connotazioni hanno perso appeal, a favore di una maggiore snellezza, minor volume, e di tratti aromatici più sfumati e “impliciti”. I vignaioli se ne sono accorti e lavorano in quella direzione più che in passato, cercando anche di valorizzare un sangiovese che, assai poco frequentato nel bolgherese, qui ritrova un suo spazio, e una sua personalità che sembra fare capolino dagli assaggi.

I vini della Val di Cornia si giovavano fino a qualche anno fa di una vetrina allestita dal Consorzio Strada del Vino Costa degli Etruschi, resa luminosa dalla contemporanea presenza delle star bolgheresi. Venuta meno questa vetrina, il Consorzio di tutela tenta ora di ritrovare una via per la visibilità con questo evento organizzato quasi al volo, una sorta di “numero zero”, un raccolto banco d’assaggio ospitato nella località termale di Venturina, al quale seguiranno altri appuntamenti. Come accade spesso in queste cose, alcuni non ci credono e non partecipano, vedi nomi illustri come Montepeloso e Tua Rita. Ci credono invece altre celebrate realtà “autoctone” come Gualdo del Re, e quelli che sono venuti da fuori, come Petra (proprietà dei Moretti di Bellavista), Fratelli Muratori (anch’essi di provenienza franciacortina e con possedimenti campani) e se si vuole anche SaiAgricola, radicata in Toscana con la Fattoria del Cerro a Montepulciano e La Poderina a Montalcino, che sta rivitalizzando una azienda di lunga data come Villetta di Monterufoli, finora solo limitatatmente dedicata alla produzione vinicola. E ci credono, soprattutto, le piccole aziende che sono poi la linfa principale per la crescita e l’identità di ogni territorio.

Valdamone (Suvereto)
Dai cinque ettari e mezzo scaturisce questo Val Di Cornia Rosso 2006 (sangiovese, merlot, cabernet sauvignon) dalla buona espressione olfattiva, caramellata, semplice. Conferma la sua semplicità al palato, dove mostra buona acidità. Il Val di Cornia Merlot Poggio à Bugni 2006 (merlot, cabernet sauvignon, syrah)) mostra un quadro olfattivo di impatto limitato, che esprime di toni liquiriziosi ed affumicati; non brilla per consistenza in bocca.

Jacopo Banti (Campiglia Marittima)
Il Peccato 2005 (cabernet sauvignon in purezza) ha un naso rotondo, che esprime una piacevole confettura di mora. Conferma del quadro olfattivo in una bocca un pochino ripetitiva, anche se di buona persistenza nel finale.

Tenuta Rubbia al Colle – Fratelli Muratori (Suvereto)
“L’Arcipelago” dei fratelli Muratori (quattro aziende fra Franciacorta, Campania e Toscana) ha proprio qui in Val di Cornia la sua “isola dei rossi”. Decisi a far svolgere un ruolo importante al sangiovese, presentanto appunto un Val di Cornia Suvereto Sangiovese Rumpotino 2003 dal colore rubino-granato di media intensità e dai profumi delicatamente evoluti. Una progressione lineare in bocca prelude ad un finale dal buon carattere. Il Val di Cornia Suvereto Olpaio 2004 (cabernet e sauvignon e merlot) mostra buona eleganza, trama vellutata e, se il suo impatto non è travolgente, come il vino precedente si fa apprezzare per una bella progressione gustativa.

Giomi Zannoni (Campiglia Marittima)
L’Aldo 917 2007 (cabernet sauvignon 80%, cabernet franc) ha un colore rubino-violaceo fitto, una buona pulizia olfattiva, ed è maturo senza ridondanze. In bocca mostra buon velluto, cremosità, ancora toni maturi forse poco variati. Buona qualità dei tannini.

Petricci e Del Pianta (Suvereto)
Il Val di Cornia Rosso Albatrone 2007 (sangiovese) ha colore di media intensità e profumi freschi e leggeri di caramella di ribes. Ha beva fresca, di buona piacevolezza e discreta lunghezza. Il Val di Cornia Riserva Buca di Cleonte 2004 (sangiovese 70%, cabernet sauvignon 30%, soggiorna 15 mesi in barrique) mostra un naso rotondo, con una piacevole spruzzata di erbe aromatiche. Al palato ha buona tessitura, discreta freschezza, e un passo un pochino compassato viene inaspettatamente vivacizzato da un finale di bella ampiezza e lunghezza. Infine il Val di Cornia Suvereto Cabernet Sauvignon Nubio 2003 ha naso composto, ed un attacco in bocca debole ma riscattato da una beva piacevole.

Gualdo del Re (Suvereto)
Punto di riferimento per questa ziona vitivinicola, propone un Val di Cornia Suvereto Sangiovese 2004 che mostra un naso elegante e persistente, ricco di spunti di erbe aromatiche, liquirizia e mentolo. In bocca è netto, progressivo e sfoggia un tannino assai fine. Il Val di Cornia Suvereto Cabernet Federico Primo 2004 si caratterizza per un frutto nero elegantemente esposto e come coperto da una patina brillante. Appare meno affascinante al palato, dove stenta a trovare una compattezza se non nel finale che effetti si mostra saldo e saporito, anche se con un evidente ritorno del rovere. Infine, il Val di Cornia Suvereto Merlot l’Rennero 2005 ha un olfatto improntato sulla grafite e sulla confettura di frutta nera di bella profondità, ed in bocca riesce ad essere scorrevole nonostante la grande densità, anzi verso il finale arriva ad essere succoso, e poi ampio, con tannini fini che accompagnano il lungo finale.

Petra (Suvereto)
Avamposto toscano di Terre Moretti, con tanto di cantina d’autore realizzata dall’architetto svizzero italiano Mario Botta. Assente il vino di punta Petra, ecco il Val di Cornia Suvereto Ebo 2005, dal naso “denso” e levigato e che attacca in bocca su note confetturate per poi proseguire snello e dinamico ed arrivare ad un finale all’insegna del frutto caramellato e vivacizzato da buona freschezza. Buono il Quercegobbe 2005: intensissimi, i profumi invadino ampii il bicchiere rilasciando sensazioni fruttate e balsamiche. Anche l’ingresso in bocca è all’insegna della larghezza, e se aromaticamente non si mostra particolarmente sfaccettato, sfoggia grande dinamica e leggerezza. Finale lunghissimo.

Tutti Santi (Piombino)
Fondata da Nedo Rocchi, completamente rinnovata nel 2000 ed attualmente portata avanti dal figlio Daniele, può contare su cinque ettari ed una produzione di 16-18 mila bottiglie. Il Val di Cornia Cabernet Tutti Santi 2007 ha naso fresco, non privo di note acute e verdi. In bocca si mostra di buona consistenza e volume, anche se un pochino statico. Nel finale, fruttato, riemergono gli spunti vegetali. Il Val di Cornia Tutti Santi Rivellino 2005 (80% sangiovese, caberrnet sauvignon) si caratterizza per un naso pulito, mentre al palato non colpisce particolarmente ed è alquanto cortino.

Sant’Agnese (Piombino)
Altra azienda a conduzione famigliare, produce una ampia gamma di vini. Il Libatio Lunae 2003 (sangiovese 90%, merlot) è inizialmente chiuso ed ombroso ma non privo di un certo fascino. Entra subito denso, mantiene una buona espressività, ed esibisce bella trama tannica. Il Libatio 2004 (è il vino precedente, ma ha cambiato nome ed è diventato un sangiovese in purezza) è ampio al naso dove espone belle note di ciliegia e di prugna. Dinamico e fresco lo svolgimento in bocca. L’altro vino “di punta” è lo Spirto, merlot 60% e cabernet sauvignon: lo Spirto 2003 sfoggia un frutto nero profondo e vellutato, di giusta dolcezza; potente in bocca, intensamente fruttato, ha equilibrata dolcezza e nannini un pochino allappanti. Bella prestazione, vista naturalmente l’annata, lo Spirto 2004, che espone una bella confettura di frutta nera accompagnata da suadenti toni affumicati. Al palato è snello, dinamico, teso, fresco e assai saporito.

San Giusto (Piombino)
Il Val di Cornia San Giusto Rosso 2004 (sangiovese) ha naso caldo, speziato ed ampio, caratterizzato da un buon frutto rosso rotondo e caramellato. Ampio e leggero in bocca, chiude bene. Il Rosso degli Appiani 2004 (sangiovese e saldo di montepulciano d’Abruzzo), elegante al naso, perde un pochino di spontaneità nella prima parte della beva, riacquistando carattere fruttato verso il finale, dove è leggero e fresco.

Rigoli (Campiglia Marittima)
Dopo un Val di Cornia Rosso Montepitti 2006 (sangiovese e merlot) di buona eleganza ed un fruttato dolce in una bocca croccante e saporita, l’Assiolo 2005 (cabernet sauvignon e merlot in parti uguali), al di là di una qualche imprecisione olfattiva, ha buona densità, carica di frutto e struttura. Il Val di Cornia Testalto 2005 (sangiovese 85%, cabernet sauvignon) rilascia sensazioni olfattive sfaccettate, anche se su tutto prevale un frutto rosso squillante. Buona acidità, e buon finale rotondo e saporito.

Villetta di Monterufoli (Monteverdi Marittima)
Vecchio possiedimento di SaiAgricola in Val di Cornia, oggi vede un rilancio nel suo comparto vitivinicolo, con i suoi 16 ettari di vigneto dei quali 12 nella DOC Val di Cornia Rosso, due a Vermentino, due a rosso toscano IGT. Soprattutto vedrà valorizzato il suo vermentino come il bianco del gruppo Sai Agricola: e le potenzialità ci sono, visto che il Redenzione 2007 appare marcato da intensi profumi di fiori gialli e tisane, ed è caratterizzato da una bella avvolgenza in bocca. Nell’olfatto del Val di Cornia Rosso Malentrata 2007 (sangiovese 50%, saldo di cabernet sauvignon e merlot) spicca una linea mentolata, mentre in bocca il vino si avverte densissimo, e chiuso con una netta nota di liquirizia che accompagna le dolci vibrazioni di un tannino molto fine.

La prima immagine è tratta dal sito www.emmeti.it; la Val di Cornia corrisponde al territorio C.

Riccardo Farchioni

2 COMMENTS

  1. gentile sig. Farchioni,
    sono uno dei fratelli Gigli produttori di vino in Val di Cornia.Lei ha recentemente assaggiato i nostri vini al Calidario a Venturina e per errore ha inserito i commenti riguardo alla nostra azienda assieme a quelli del nostro amico collega Daniele Rocchi titolare della azienda Tuttisanti. Credo di farle cosa utile segnalandole il “disguido” occorso. Cogliamo inoltre l’occasione per farle i nostri auguri per delle serene festività sperando che ci sia presto modo di incontrarci di nuovo.
    Cordiali saluti
    Paolo Gigli
    Az.agr. S.Agnese dei f.lli Gigli
    loc. campo alle fave,1 Piombino
    tel +39 0565 277069 mob +39 339 2423589
    http://www.santagnesefarm.it e-mail giglipa@hotmail.com

  2. Caro Paolo, grazie mille. Ho rimediato alla svista correggendo il pezzo. Mi ricordo bene della nostra breve chiacchierata, fateci sapere di ulteriori iniziative. Grazie e cari saluti!

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