Si può imitare la Luna?

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Un intervento sugli effetti lunari in agricoltura, redatto da un astrofisico, per continuare a discutere biodinamica, pubblicato insieme a una lettera di Giusto Occhipinti in risposta agli interventi di Gabbrielli e Scienza, La discussione ha già visto gli articoli di Saverio Petrilli, la visita all’Azienda Caiarossa di Riparbella, i commenti a Prima di tutto, la terra. Parola della Unione Viticoltori Panzano, e l’intervento sul blog: Considerazioni “biodinamiche”

Gli agricoltori e tutti coloro che abitano il nostro mondo (animali e piante comprese) non possono fare a meno del Sole. E’ lui il motore che regola la vita sulla Terra, è lui che ci manda energia (gratis), è lui che ci scalda, ci raffredda, ci illumina. Senza di lui  la vita cesserebbe sulla nostra superficie. Forse si salverebbero alcuni organismi primitivi dei fondali oceanici, dove sopravvivono sfruttando soltanto l’energia termica proveniente dall’interno del nostro pianeta. Per il resto, sarebbe solo morte e desolazione.

Le piante, in particolare, riescono a nutrirsi ed a crescere proprio grazie alla fotosintesi, che viene mantenuta attiva solo dall’energia solare. E’ quindi ovvio che l’agricoltura, occupandosi di vegetali, deve assecondare e sfruttare i ritmi dettati dalla nostra stella, seguendo le stagioni, le fasi di luce e di buio, ecc. ecc. Ma oltre al Sole, c’è qualche altro corpo celeste che può influenzare la nostra vita quotidiana, ed in particolar modo quella degli agricoltori? Direi proprio di no, a parte quei piccoli oggetti fastidiosi, chiamati asteroidi e comete, che di tanto in tanto (fortunatamente molto di rado) vengono a colpire il nostro pianeta fino a distruggere intere specie di animali, come probabilmente avvenne 65 milioni di anni fa con i dinosauri e non solo. Per il resto nessuno, tranne probabilmente, ed in modo estremamente tenue, il nostro unico satellite, la Luna.

Si, ma come può influenzarci la Luna? Ebbene qui le cose si complicano e diventano molto diverse se si parla in termini scientifici o in termini di tradizioni ataviche basate su credenze e su miti mai provati scientificamente. Essendo la Luna un corpo celeste a tutti gli effetti e non un oggetto strano ed immaginario, direi che la parola più importante e decisiva dovrebbe essere lasciata a chi studia il Sistema Solare attraverso le più sofisticate tecniche di osservazione. Non vi sembra ragionevole? Se doveste fare causa a qualcuno andreste da un avvocato o da un benzinaio? Se voleste giocare a tennis andreste in un campo di terra rossa con una rete nel mezzo o in una piscina? E così via. Le risposte si dovrebbero chiedere a chi è esperto dell’argomento e non a chi ne ha solo un’idea vaga se non addirittura completamente distorta. Questo mi sembra un dato di fatto dettato solo dal buonsenso.

Per la Luna invece sembra che non sia così. Tutti (anche coloro che non ne hanno una conoscenza approfondita) ne parlano, esprimono giudizi, traggono conclusioni, si sentono sicuri dei suoi effetti. Ma la conoscono veramente? Sanno che forze può provocare? Conoscono come queste, quando esistono realmente, potrebbero condizionare il nostro pianeta? Ho proprio paura di no. Intorno alla Luna, forse perché è l’oggetto celeste a noi più vicino, di luminosità e forma (apparente) sempre variabile, sono nate leggende, credenze, idee che seppur radicate profondamente nella nostra tradizione non sono assolutamente basate su alcun fondamento scientifico. Il più delle volte derivano solo da una interpretazione primitiva, errata e confusa delle caratteristiche fisiche e dinamiche del nostro satellite. Ed allora vediamo di analizzare scientificamente e correttamente, ma in modo estremamente divulgativo, quali sono i fenomeni e le azioni della nostra vita che in qualche modo potrebbero essere dominati o almeno influenzati dalla Luna.

Prima di tutto iniziamo a presentare brevemente il protagonista di questo articolo.

La Luna è un corpo celeste probabilmente nato da un impatto catastrofico del nostro pianeta con un altro oggetto planetario (almeno delle dimensioni di Marte) avvenuto nelle prime fasi di costruzione del Sistema Solare. L’impatto avrebbe semi distrutto la nostra Terra creando un anello di detriti in orbita attorno a lei. Nel giro di poche centinaia di anni, forse anche meno, questi frammenti si sarebbero accumulati insieme fino a formare la Luna (vi sono dei bellissimi filmati che simulano questo meccanismo abbastanza comune nel Sistema Solare primitivo). Ed ecco così nascere un satellite fin troppo grande per un pianeta abbastanza piccolo come la Terra. Essa ha un diametro di circa 3.500 km, contro i 12.700 del nostro pianeta e rivolve (ossia gira) attorno a noi ad una distanza “media” di 384.000 km. Compie la sua orbita in poco meno di un mese (27,3 giorni rispetto ad una direzione fissa dello spazio). In realtà la sua orbita è un po’ allungata e quindi ad ogni orbita essa si avvicina fino a 363.000 (perigeo) e si allontana fino a 406.000 km (apogeo). Il tempo per compiere un giro completo corrisponde grossomodo al nostro mese. Tuttavia normalmente si considera come mese lunare il tempo che intercorre tra due Lune Nuove (29 giorni e mezzo). La sua densità e di 3,3 grammi per centimetro cubo (il nostro pianeta ha una densità più alta, 5.5 grammi per centimetro cubo, il che favorisce l’ipotesi che la Luna si sia formata dallo sgretolamento degli strati superficiali della Terra, più leggeri di quelli che si trovano a grandi profondità).

La prima cosa che si può dire è che abbiamo un satellite veramente fuori dal comune. Molto grande rispetto alle dimensioni del suo pianeta (noi appunto). Esistono altri satelliti nel Sistema Solare ben più grandi della Luna, ma rivolvono attorno a pianeti giganteschi, come Giove e Saturno. La Luna non è enorme di per sé, ma in relazione alle dimensioni della Terra, e questo causa qualche piccolo problema di coabitazione. Anche se il nostro pianeta gira intorno al Sole ubbidendo ciecamente alla Legge di Gravitazione Universale formulata dal grande Newton ben quattro secoli fa,  la Luna, con la sua massa e con la sua vicinanza, interferisce leggermente e si fa sentire. L’effetto più appariscente è quello di rallentamento del periodo di rotazione terrestre. In tempi remoti il nostro pianeta ruotava in un tempo molto minore di adesso (400 milioni di anni fa il giorno terrestre era minore di 22 ore). La colpa del rallentamento, che continua imperterrito, è causato dalla Luna, in particolare dal suo effetto di marea. La Terra si è “vendicata” facendola ruotare attorno al suo asse nello stesso intervallo di tempo in cui ci gira attorno (ecco perché ci mostra sempre la stessa faccia) e spingendola continuamente più lontana (38 millimetri all’anno). Questo è uno scambio di cortesie abbastanza significativo che prende il nome tecnico di “accoppiamento spin-orbita” e che, per esempio, nel caso limite di Plutone e del suo satellite Caronte ha portato ad un perfetto equlibrio: Plutone e Caronte ruotono intorno al loro asse con lo stesso periodo (circa 6 giorni) con cui Caronte rivolove attorno a Plutone. Per il sistema Terra-Luna si è arrivati solo all’uguaglianza tra il periodo di rivoluzione della Luna e della sua rotazione (cosa successa a quasi tutti i satelliti del Sistema Solare). Tuttavia, come già accennato, la Terra tende a ruotare sempre più lentamente, pur non potendo arrivare mai al valore degli altri due, essendo troppo grande rispetto alla Luna. Ma di marea e dei suoi effetti ne parleremo diffusamente più avanti.

C’è altro? Si, sicuramente la luce. Essendo di gran lunga l’oggetto più luminoso del cielo, a parte ovviamente il Sole, illumina romanticamente le nostri notte serene soprattutto quando è nella sua fase piena. Ma quanto è luminosa la Luna? L’illuminamento si misura solitamente in Lux ed è bene avere un’idea di altri effetti luminosi che ben conosciamo: luce solare diretta 100.000 Lux, luce piena diurna 10.000 Lux, giorno coperto 1.000 Lux, ufficio ben illuminato 500 Lux, giorno molto coperto 100 Lux, illuminazione stradale 10 Lux, crepuscolo fioco 1 Lux, Luna piena 0,1 Lux. Questi dati sono ovviamente variabili da luogo a luogo, a causa della maggiore o minore trasparenza del cielo. Sono perciò soltanto indicativi delle proporzioni. Come si vede esistono illuminazioni artificiali che superano di gran lunga quella del nostro satellite anche quando esprime il meglio di sé.

La luce della Luna non è altro che luce solare riflessa e quindi è molto facile da riprodurre in laboratorio. Il suo “spettro”, ossia l’andamento della luminosità al variare della lunghezze d’onda, indica chiaramente che tipo di materiali esistono sulla sua superficie. Questi causano bande tipiche di assorbimento a certe lunghezze d’onda ben definite. Per parlare in termini più semplici, le differenze di intensità luminosa a varie lunghezze d’onda rispetto alla luce solare ci indicano la composizione superficiale. In ogni modo, nessun problema a simularla piuttosto bene. Essendo poi relativamente poco luminosa, come si vede dall’elenco riportato precedentemente, illuminare con una luce artificiale “lunare” un campo, una vigna o un territorio anche più vasto non sarebbe nemmeno troppo proibitivo in termini di spesa. Inoltre un’illuminazione artificiale non avrebbe i problemi derivanti dal cielo coperto o nuvoloso, che fanno invece variare in modo molto sensibile ed inaspettato l’illuminazione notturna “naturale” delle coltivazioni. Il fatto poi che la luce della Luna vari continuamente durante un mese è dovuto alla posizione relativa che essa occupa rispetto al Sole. Quando è in direzione opposta rispetto alla Terra, si ha la Luna Piena, ossia la parte rivolta verso di noi viene illuminata completamente dalla nostra stella. Quando si trova a 90 gradi rispetto al Sole siamo nel primo o ultimo quarto (solo metà viene illuminata). Quando infine si trova nella stessa direzione del Sole, ne vediamo solo la parte in ombra, ossia abbiamo la Luna Nuova. Insomma le ben conosciute Fasi Lunari.

Queste continue variazioni possono  però essere nuovamente simulate da una luce artificiale, tenendo anche conto del fatto che in certi casi la Luna Piena può presentarsi quando il nostro satellite è nel punto più vicino a noi (e quindi apparirà leggermente più luminosa) o nel punto più lontano (e quindi apparirà leggermente più debole). Tutto ciò è comunque facilmente quantificabile e riproducibile con calcoli abbastanza semplici. L’astronomia vi da tutti i dati e le formule per farlo esattamente.

In conclusione la luce della Luna, qualora fosse veramente importante per le coltivazioni (ma i valori che raggiunge non fanno credere che possa veramente influire in modo significativo, a parte alcuni leggeri effetti di “tropismo”, ossia di movimenti guidati dalla sua luce per particolari vegetali) sarebbe facilmente riproducibile artificialmente con risultati ben più regolari e continuativi. Otterremo facilmente ed ingigantiti tutti gli effetti di “tropismo” conosciuti.

Un altro effetto legato strettamente alla luce è il calore che la Luna può riversare verso la Terra. Ebbene questo è veramente irrisorio, molto più debole di una frazione di grado centigrado quando è nella fase piena. Ed ovviamente anch’esso sarebbe bloccato completamente dal cielo coperto o nuvoloso. E’ talmente insignificante che basterebbe ben poco per ottenere artificialmente un calore identico. Sicuramente una piccola stufetta posta anche ad una certa distanza avrebbe lo stesso effetto su un intero vigneto.

Resta a questo punto il solo effetto di marea, quello sicuramente più macroscopico e significativo, come già accennato precedentemente. Ma anche quello meno compreso e  spesso trattato in modo completamente errato.

Tuttavia, per comprendere bene i fenomeni mareali Terra-Luna, va prima chiarito esattamente cos’è la Forza di Marea. Essa nasce dalla forza gravitazionale che attira un corpo ad un altro. La Terra gira intorno al Sole per questa legge, così come la Luna gira intorno alla Terra e via dicendo. Più in generale la forza di gravitazione attira un oggetto verso l’altro più o meno violentemente a seconda delle masse in gioco e della distanza fra loro. Tutti noi stiamo sulla superficie terrestre per effetto della gravità del nostro pianeta e non ci rendiamo conto (data la massa enorme della Terra) che ogni oggetto è in grado di attrarre quelli che gli stanno intorno. Se fossimo nel vuoto dello spazio, lontano da tutti i corpi celesti, vedremmo che ogni cosa viene attratta dalle altre e  chi è più massiccio la farà da padrone. E più gli oggetti sono vicini, maggiore sarà la loro reciproca attrazione. Facciamo adesso l’esempio abbastanza macroscopico di un enorme pianeta, come ad esempio Saturno, e dei suoi satelliti, anche molto più piccoli della nostra Luna. Essi sono molto vicini al pianeta e subiscono ovviamente la sua forza di gravità che li tiene legati al corpo principale e li fa ruotare attorno ad esso. Tuttavia, la parte del satellite più vicina al pianeta sarà attratta con maggiore forza rispetto alla parte più lontana, dato che la distanza della prima è più piccola di quella della seconda.

Questo si traduce in una differenza non trascurabile di forza di gravità tra le due parti. Questa differenza prende il nome di Forza di Marea e proprio per come nasce varierà drasticamente con la distanza dell’oggetto che la subisce (la forza è infatti inversamente proporzionale al cubo della distanza).

L’effetto più evidente di questa forza è quello di “stirare” il satellite in direzione del pianeta. Esso si allungherà e la sua forma cambierà mano a mano che si avvicina a Saturno. Se è molto lontano sarà simile ad una sfera e poi piano piano, avvicinandosi, diventerà un ellissoide (una specie di uovo sempre più allungato). Qualora arrivasse ad una certa distanza, ben descritta da semplici formule matematiche, questa forza che tende a stirarlo sarà maggiore della forza che tiene unita la materia che compone il satellite. A questo punto la forza di marea riesce a disintegrare completamente il piccolo oggetto spintosi troppo vicino al pianeta e la povera luna si spaccherà in numerosissimi frammenti che cominceranno a girare intorno a Saturno formando i ben conosciuti anelli. In questi casi (satellite abbastanza piccolo e vicino, pianeta molto più grande) la forza di marea diventa veramente distruttiva.

Non si arriva fortunatamente allo stesso livello per il sistema Terra-Luna. La Terra cerca di stirare la Luna, ma non è abbastanza grande da poterlo fare ed il suo effetto è relativamente modesto, causando al massimo violenti terremoti ed un leggerissimo allungamento. Ancora minore  è ovviamente l’effetto che la Luna causa sulla Terra. Essa è notevolmente più piccola e quindi la marea lunare estremamente più debole. Si pensa non sia nemmeno in grado di causare piccoli terremoti, né tantomeno “allungare” la Terra solida, se non di pochi millimetri ed anche molto meno. Attenzione però: stiamo parlando di Terra nel suo insieme, ossia dell’intero globo, dove la distanza tra il lato più vicino e quello più distante dalla Luna è pari a ben 12.700 km (il dimetro terrestre). Se la Terra, alla stessa distanza, fosse piccola come una noce, non avrebbe nessun problema, perché la differenza tra un lato e l’altro sarebbe praticamente zero e quindi la forza di marea non avrebbe effetto alcuno.

Quindi per avere una marea significativa ci vuole un corpo massiccio vicino e contemporaneamente anche un corpo, che subisce la forza, abbastanza grande. In altre parole la forza di marea cresce con la massa dell’oggetto che la causa, ma diventa più macroscopica se l’oggetto che la subisce ha una grandezza “comparabile” alla distanza di chi la causa (diametro della Terra 12.700 km e distanza della Luna 384.000 km, solo un fattore 30 di differenza) e scende o cresce velocemente all’aumentare o al diminuire della distanza tra i due corpi. Quindi non possiamo certo aspettarci niente di apprezzabile se l’oggetto che sta subendo la marea lunare ha dimensioni insignificanti come un albero, una casa, una città. Ma allora perché sappiamo che per effetto della marea il mare si alza anche di venti metri in certe zone costiere?

Per spiegare questo, basta immaginare la Terra completamente coperta da un oceano d’acqua (non molto diverso poi dalla realtà). Tutta la parte liquida (di dimensioni dell’ordine dei 12.700 km appunto) subisce la marea lunare che tende ad allungarla nella sua direzione. Gli effetti sono chiaramente più macroscopici di quelli che agiscono sulla parte solida, dato che l’acqua è facilmente deformabile e quindi oppone minore resistenza.  L’oceano può sollevarsi anche di qualche centimetro. Non certo di più. Ma lo fa sia nel verso della Luna sia nel verso opposto a causa dell’equilibrio necessario tra forza centripeta e forza gravitazionale. Andrebbero scritte poche formule per meglio capire il meccanismo, ma basterà fare una semplice constatazione per capire il fenomeno. La parte liquida più vicina si solleva verso la Luna, la parte solida sottostante un po’ meno (essendo più distante), la parte liquida opposta ancora meno (ancora più distante) ed ecco che intuitivamente otterremmo la forma ad uovo simmetrico. Un uovo con il nucleo centrale roccioso ben poco deformato (la parte solida subisce ben poca deformazione, come già detto prima), immerso in un ellissoide liquido allungato di pochi centimetri verso la Luna ed in direzione opposta. Una situazione perfettamente simmetrica. Le parti a novanta gradi rispetto alla direzione della Luna subiscono una depressione per bilanciare l’allungamento delle parti dirette verso di lei ed in verso opposto.

Questa deformazione è sempre diretta verso la Luna, mano a mano che la Terra ruota intorno al suo asse: tutte le zone della Terra subiscono di volta in volta la stessa configurazione. Più esattamente in un certo punto abbiamo alta marea quando siamo diretti verso la Luna, una bassa marea quando siamo a novanta gradi da essa, un’altra alta marea quando siamo dalla parte opposta, poi ancora una  bassa marea, ed infine di nuovo un’alta marea quando ritorniamo ad averla sopra la testa. Il tutto avviene in poco più di ventiquattro ore, ossia un giorno terrestre. Perché un po’ di più di un giorno? Perché la Luna si muove attorno alla Terra e ci vuole un po’ più di tempo per riallinearci di nuovo con lei. Per chi vuole essere più raffinato, potrei dire che l’allungamento non è proprio diretto verso la Luna, ma “ritarda” un poco per effetto dell’attrito dell’acqua. Ma questo è un effetto che poco ci interessa, anche se è poi quello che aziona l’allungamento della rotazione terrestre e l’allontanamento della Luna. Per il nostro scopo, tuttavia, possiamo benissimo considerare la deformazione diretta perfettamente verso il nostro satellite. Ribadiamo ancora (questo è un concetto molto utile da ricordare e ci servirà quando parleremo anche di marea solare) che il nostro “uovo” simmetrico si forma sia quando la Luna è proprio sopra di noi, sia quando si trova esattamente agli antipodi.

Ma tutto questo schiacciamento può causare le maree enormi che si vedono in certe zone costiere del globo? No, di certo! Questo capita perché l’acqua delle regioni in cui c’è bassa marea “scivola” verso la parte più allungata, causando una vera e propria onda che si propaga. Se si è vicino alle coste e vi è una particolare morfologia dei fondali, ecco che l’onda può arrivare a valori enormi e creare sollevamenti locali di parecchi metri.

Tuttavia, nuovamente, questo effetto (potremmo chiamarlo “secondario”, benché di grande visibilità) avviene perché agisce su estensioni enormi (tra un punto e l’altro dell’oceano vi è una distanza di migliaia di chilometri). Nessuno ha  mai visto sollevarsi l’acqua di un lago, di un fiume o di una bacinella piena d’acqua. In questi casi la differenza di gravitazione tra un punto ed un altro (e quindi la forza di marea) è troppo piccola per dare luogo a fenomeni percettibili. A questo punto merita quindi sfatare una “leggenda” spesso accettata passivamente da molti, ma assolutamente errata: la marea biologica. Essa si basa sul dato di fatto che il corpo umano è composto dal 70% di acqua, esattamente come il nostro pianeta. Una vera assurdità! Innanzitutto perchè l’acqua contenuta nel nostro corpo è combinata con i tessuti e non è “libera”, ma soprattutto perchè le nostre dimensioni sono estremamente piccole rispetto a quelle della Terra. E come già si è detto sono le grandi dimensioni e quindi le differenze di forza gravitazionale tra un punto e l’altro, a causare la marea oceanica. Discorso analogo vale ovviamente per le piante e gli animali …

Per oggetti di piccole dimensioni è molto più importante l’effetto di marea dovuta alla presenza di corpi solidi e massicci molto più vicini ad essi. Infatti, la Luna è enormemente più grande, ma è anche molto, molto più lontana e chi domina è proprio quest’ultimo parametro. Così la forza di marea di un macigno, di un casolare, di una collina è nettamente (fino a milioni di volte) superiore a quella lunare quando agisce su oggetti molto piccoli (come una pianta o una vigna) e decisamente più vicini del nostro satellite.  Teniamo inoltre in considerazione il fatto che la marea lunare dipende solo dalla posizione della Luna rispetto al punto che consideriamo. Non ha nessuna importanza quale sia la fase lunare (la Luna, sia che sia crescente, calante, piena o nuova, esiste comunque come massa e causa ugualmente le maree).

Perché allora si dice che in Luna Piena la marea è più grande? Questo è vero perché quando la Luna è piena si trova in direzione perfettamente opposta a quella del Sole e quindi le due maree, lunare e solare, si sommano (la marea solare è comunque meno della metà di quella lunare). Al primo quarto ed all’ultimo quarto Sole e Luna sono in quadratura (le loro direzioni formano un angolo di 90 gradi) e quindi i due effetti di marea sommati danno un valore minimo. In Luna Nuova, il Sole e la Luna sono esattamente nella stessa direzione e quindi gli effetti si sommano in modo perfettamente analogo a quando c’è la Luna Piena. Se poi la Luna è Piena o Nuova, ed inoltre la Luna si trova nel suo punto più vicino alla Terra, avremo maree particolarmente notevoli (la distanza è più piccola e quindi la forza di marea è più grande). Ma, in ogni caso, ogni effetto lunare su un singolo oggetto di dimensioni estremamente modeste (pianta) sarà sempre ben più piccolo di quello dovuto ad una massa ben minore della Luna (macigno, casolare, collina) situato però ad una distanza di poche centinaia di metri o anche di chilometri. Basterebbe fare un po’ di semplici conti e si troverebbe facilmente a che distanza dal nostro campo dobbiamo mettere un macigno per uguagliare o superare nettamente la marea lunare. Un esercizio di fisica elementare. Aspettatevi comunque risultati sconvolgenti. Un masso di un metro posto ad un metro da una pianta ha un valore che è più di un miliardo di volte la forza esercitata dalla Luna!

A questo punto  risulta allora nuovamente facilissimo simulare gli effetti mareali della Luna: basterà inserire vicino alla nostra coltivazione una massa abbastanza grande e causeremo una forza ben più grande ed anche regolabile a nostro piacimento, cambiando  i parametri in gioco (la massa del macigno e la distanza dalla pianta o dal campo).

Qualcuno potrebbe dirmi: “ma una macigno immobile causa sì una forza molto più grande, ma sempre uguale, ossia una forza statica. Mentre la Luna, benché meno efficiente, si muove continuamente e la sua forza di marea varia da un valore massimo ad uno minimo ogni 12 ore circa, la marea ben più grande dovuta al nostro macigno rimane invece inalterata”. Ebbene, possiamo facilmente simulare anche questo: basterà avvicinare ed allontanare la nostra massa dal campo. Faremo continuamente cambiare, con le modalità che vorremo, la forza di marea con lo stesso periodo della Luna, oppure addirittura con periodi diversi a seconda delle nostre esigenze.

A questo punto, se crediamo che la Luna abbia degli effetti scientificamente validi sull’agricoltura, questi devono essere per forza compresi tra quelli che abbiamo appena discusso. Non ne esistono altri: solo luce, calore e forza di marea (variabile). Abbiamo però anche visto che tutti e tre sono perfettamente riproducibili, e senza grande fatica, in modo completamente artificiale. Il che vuole anche dire che ogni agricoltore può facilmente costruirsi una luna artificiale, adatta ai propri bisogni, anche molto più efficiente di quella naturale.

Non ho potuto certo prendere in considerazioni forze spirituali ed emotive. Quelle NON sono dovute alla Luna, ma al nostro cervello, di cui non sono certo un esperto. Se ad esempio quando vedo la Luna Piena divento feroce come un lupo, la ragione è mia personale e non certo del povero satellite! A maggior ragione, se qualcuno mi dicesse: “esistono altre forze lunari e planetarie sconosciute che regolano la vita delle piante e degli stessi uomini”, sarei costretto a rispondere che abbiamo abbandonato la visione scientifica (perfettamente in grado di descrivere tutti i movimenti della Luna, del Sole e dei pianeti senza commettere il minimo errore), ed abbiamo abbracciato una visione magica ed esoterica. In questo caso non avrei più niente da aggiungere se non consigliarvi di stare ben attenti a non essere presi in giro da imbonitori, astrologi, maghi, filosofi alla Steiner, biodinamici (per la parte “dinamica” astrale), e via dicendo. Fortunatamente siamo in un paese in cui ognuno è libero di esprimere la propria opinione e di credere in quello che vuole. Soltanto lo inviterei caldamente a non mentire e a non dire che certi “atti di fede” si basano su dati scientificamente provati. No, questo non è vero e spero di averlo ampiamente dimostrato. Se un fenomeno è vero e reale devono esistere formule o leggi che lo spieghino e lo rendino riproducibile quando e come si vuole. Non basta certo dire: “io trovo un beneficio e quindi ci credo”. In questo caso sarebbero valide migliaia di assurdità scientifiche.  Ad esempio, io, ogni mattina, prima del sorgere del Sole, getto un sasso verso est. Ebbene, posso assicurarvi che facendo questa semplice azione il Sole sorge SEMPRE. Allora  mi sento di concludere che il Sole sorge solo e soltanto perchè io ho scagliato il sasso. Non vi sono ovviamente ragioni scientifiche, ma io vedo che funziona ed allora perchè non dovrei crederci? Un atto di fede, come quelli che dicono: “non so come il corno di vacca agisce sul terreno, ma mi accorgo che il mio campo produce molto bene ed allora credo nel suo effetto meraviglioso”. No, cari Signori, questa è solo superstizione, stregoneria, magia e niente di più.

Se una cosa è reale, la storia ci insegna che è sempre stata spiegata in modo scientificamente valido. Il moto della Luna, dei pianeti, delle stelle e delle galassie è stato compreso e spiegato quasi perfettamente; la loro nascita, vita e morte sono state simulate con grande accuratezza; la relatività generale di Einstein (di ben recente enunciazione) è stata ed è continuamente confermata dalle osservazioni. Molte altre cose, non ancora perfettamente comprese, si stanno studiando in termini  scientifici e le soluzioni cominciano ad intravvedersi. Perchè allora gli effetti della Luna sull’uomo, le piante e gli animali, “credute” vere da millenni non sono ancora state spiegate scientificamente? Ve lo siete mai chiesto? Beh… forse proprio perchè non sono vere …

Vincenzo Zappalà

2 COMMENTS

  1. Mi piacerebbe intervenire nella discussione con un parallelo tra biodinamica in agricoltura, e omeopatia in campo medico. E ponendo una domanda: l’omeopatia, funziona? Premesso che, ad un’analisi chimica, qualsiasi “globulino” della medicina omeopatica è composto solo ed esclusivamente da zucchero – non verranno mai trovati essenze di arnica, di mercurius solubilis o di pulsatilla o di qualsiasi altro principio attivo dopo milioni di diluizioni – IO CREDO CHE FUNZIONI. Non perché i suoi principi attivi siano attivi, ma perché consente ad una madre di non riempire il figlio di antibiotici ad ogni raffreddore – mantenendo però l’idea di “stare facendo qualcosa”. E regala al figlio la sensazione di sentirsi comunque “curato” nel corso della sua “malattia”. Il figlio guarisce (sarebbe guarito comunque, perché il corpo umano se non viene bombardato inutilmente di antibiotici ad ogni starnuto, è in grado di autocurarsi), e la madre mantiene la sua buona coscienza di madre, convinta che la pietra che ha lanciato verso est, abbia fatto sorgere il sole. Il concetto è che la natura è in grado di trovare i propri equilibri, se viene lasciata in pace (se il corpo non viene bombardato di antibiotici, se il campo non viene riempito di fertilizzanti chimici ed erbicidi), ma l’uomo, nella sua immensa vanità, ha sempre l’incredibile necessità psicologica di ritenersi lui stesso l’agente del cambiamento sopravvenuto, o dell’equilibrio ritrovato.
    Basterebbe un passo indietro, ma per farlo abbiamo bisogno di piantare un corno nel terreno, per pensare che ne stiamo facendo uno avanti.
    Per concludere: l’omeopatia, e la biodinamica, forse non curano il corpo, né nutrono i campi. Ma sicuramente curano e nutrono il nostro ego smisurato.

    Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Tutto è vanità. (Jack Kerouac, Vanità di Duluoz)
    Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia. (William Shakespeare, l’Amleto)

  2. caro Giorgio,
    penso tu abbia fatto un’analisi estremamente lucida e condivisibile (almeno da me). Quasi un trattato di filosofia … comunque ti consiglio di tirare sempre la pietra ad est….non si sa mai !!!

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