OCM vino, Angelo Gaja: “L’Italia perde la partita”

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Però  il torneo europeo sarà lungo: saprà l’Italia ravvedersi dei molti errori commessi ?

Il 1° agosto 2009 era la data da tempo fissata per l’avvio dell’OCM vino e puntualmente dal 1° agosto 2009 l’OCM vino è divenuta operante.

E’ questo un ottimo segnale che giunge da Bruxelles a nome dell’Europa Unita.

L’Italia delle litigiosità, dei temporeggiamenti, dei rinvii ne è uscita ridicolizzata.

Le cause della sconfitta sono molteplici.

–          di chi ha inviato a Bruxelles,  a rappresentare l’Italia al tavolo delle trattative, soggetti largamente impreparati; è un nostro vezzo, così li si può più facilmente influenzare;

–          delle varie associazioni di categoria di casa nostra, accanite nella difesa dei rispettivi interessi di lobby, incapaci di tessere tra di esse uno straccio di accordo da affidare ai negoziatori incaricati di rappresentare il nostro paese in sede comunitaria;

–          della infelice scelta politica dell’MCR (Mosto Concentrato Rettificato) anziché dello zuccheraggio, a lungo condivisa e sostenuta dalla nostra intellighenzia vinicola, da industriali e cantine cooperative, ma anche macchiata dalla voracità dei succhiatori perenni di contributi comunitari.

L’Italia non è mai riuscita ad inserirsi al tavolo delle trattative, cosa che invece ha saputo fare molto autorevolmente la Francia.

Tantomeno  ha compreso la partita che si stava giocando a Bruxelles, che non era soltanto tra Italia, Francia e Spagna ma bensì aperta anche a tutto il vino di produzione europea, a Germania, Austria, Inghilterra, Romania, Bulgaria, Ungheria…. e qualche altro paese ancora che nell’ipotesi di un cambiamento climatico potrebbe diventare anch’esso produttore di vino. Di qui la nostra strategia delle alleanze ne sortì totalmente sballata.

Quali le conseguenze della sconfitta per il nostro paese?

Sembra anche a me di osservare che la situazione è seria ma non è grave.

In diverse aree del nostro paese i produttori si rimboccheranno le maniche per recuperare i ritardi accumulati.

Il vino originale diventerà più difficile da distinguere dal vino commerciale, ma gli artigiani si sapranno difendere.

L’Italia è riuscita a farsi assegnare quote rilevanti di contributi comunitari (qui ci bagnano il naso in pochi).

Le norme dell’OCM sono state largamente ispirate dalla Francia, che ha interessi comuni ai nostri. Ora che non ci sarà più l’MCR di mezzo dovremo cominciare a guardare alla Francia come alla nostra più naturale alleata.

Cesserà la proliferazione di DOC e DOCG.

Vista la bella prova di Bruxelles, verrebbe magari voglia di affidargli il compito di rivisitare la 164. Allora, a trarci d’impiccio, ci penso’ il Ministro Goria (per qualche tempo la 164 venne chiamata “legge Goria”): chissà che ora non ci voglia pensare qualcun altro.

Angelo Gaja
3 Agosto 2009

L'AcquaBuona

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