

VERONA – Giunta oramai alla sua sesta edizione, l’Anteprima dell’Amarone, ovvero la presentazione alla stampa della nuova annata in commercio, che quest’anno si è tenuta sabato 30 e domenica 31 gennaio a Verona, si è avvalsa di un’atmosfera più che festaiola, grazie all’arrivo della tanto ambita “G”: l’Amarone ed il Recioto della Valpolicella sono infatti saliti di grado nella gerarchia delle nostre denominazioni, aggiudicandosi il riconoscimento più importante che possa essere assegnato ad un vino, la Docg.
Il convegno di apertura dell’Anteprima dell’Amarone millesimato 2006,è stato particolarmente esaustivo circa l’organizzazione della nuova denominazione. Molti i cambiamenti annunciati e già in atto, a tutela di un vino conosciuto ed apprezzato ormai in tutto il mondo e che proprio per questa ragione, come ha spiegato il presidente del consorzio Luca Sartori, necessita di molti controlli e di particolare attenzione: “Tra le variazioni più significative del disciplinare ricordiamo la possibilità di porre un limite all’iscrizione di nuove superfici all’albo dei vigneti e di intervenire di anno in anno rispetto alle uve rivendicabili ed a quelle da mettere a riposo. A tale riguardo, in evidenza, la riduzione della percentuale di uve in appassimento, passata dal 70% al 50%, a tutela della qualità e della produzione. Con l’arrivo della “G” diventa, inoltre, obbligatorio l’imbottigliamento in zona. Aumentano, infine, nell’uvaggio le percentuali di Corvina e di vitigni autoctoni veronesi e nazionali autorizzati in provincia”.
Ma per la Valpolicella la nuova denominazione non è stato l’unico motivo per poter festeggiare: dopo due anni di nomination, infatti, nei quali si è confrontata con altri prestigiosi territori vinicoli,tra cui anche la Champagne, è stata eletta dalla rivista americana Wine Entusiast “Regione vinicola del 2009”, grazie alla qualità costante dei suoi vini ed all’impegno dimostrato nei confronti della tradizione. Il premio è stato consegnato a Luca Sartori il 25 gennaio scorso a New York. Un’anteprima quindi vincente quella di quest’anno, che ha visto la partecipazione di numerosi giornalisti sia italiani che esteri, che hanno potuto degustare gli Amarone – molti dei quali ancora campioni di botte – di ben 65 aziende. Il 2006, come ha spiegato l’enologo Daniele Accordini, ha dato vita a prodotti dall’ottima intensità cromatica, di facile beva perché più morbidi e con una componente tannica meno “entrante” rispetto alla vendemmia 2005, e dai profumi complessi ed intensi. E dobbiamo ammettere che il quadro generale offerto da Accordini non si è distaccato molto dalle impressioni avute a seguito della degustazione dei campioni: in linea di massima, infatti, si sono presentati al bicchiere vini caldi, non esplosivi, ma generalmente corretti, dai profumi ben delineati e dal buon equilibro tra acidità, alcolicità e trama tannica.
Dei quaranta vini assaggiati vogliamo entrare nel dettaglio di quelli che hanno maggiormente risvegliato i nostri sensi e che ci ripromettiamo di riassaggiare più avanti, quando l’affinamento in bottiglia ne avrà delineato ancor meglio il carattere e lo spirito. Tezza si apre al naso con profumi caldi ed avvolgenti, mentre in bocca il gusto pieno e rotondo, di confettura e di frutta candita, è smorzato da una vibrante nota di mandorla amara. La giusta acidità lo rende fresco ed appagante. Roccolo Grassi ha un naso ricco fatto di spezie, confettura, frutti di bosco: il gusto è in evoluzione, fresco e pulito, ma non esplosivo. Tommasi presenta un Amarone caldo, con profumi di frutta matura e balsamici. In bocca è avvolgente, dolce, evidenziando i connotati tipici di un vino che vuole piacere e si fa piacere. Tenuta Sant’Antonio incuriosisce al naso con profumi di caffè e latte, di spezie e di piccoli frutti rossi: in bocca si ricorda per l’eleganza e l’equilibrio, anche se la persistenza non è al massimo. Tedeschi ci offre al bicchiere un vino dai profumi freschi, composti da erbe e da pepe nero e rosa. Le spezie si ritrovano in bocca ed il vino appare giusto, corretto, di beva agevole. Infine Aldegheri che ci propone un Amarone dalla bella freschezza, con un naso fine ed inebriante.
salve, c’ero anch’io a Verona. Mi sembra che anche l’Amarone presentato da Castellani e Latium Morini erano abbastanza notevoli.
Confermo….. Anche Castellani mi ha lasciato soddisfatta. Latium, purtoppo, non l’ho degustato, ma non mancherò di farlo.
trovandomi a Verona non ho potuto mancare e tra gli assaggi ho cercato qualcosa che potesse dare spazio alla ricerca di un gusto diverso dunque ho promosso BENEDETTI, ZENATO e CASTELLANI.
Zenato, sì, l’ho trovato un vino di grande corpo, robusto, ma al naso qualcosa non mi ha convinto…
sono un sommelier, ho assagiato in cantina Amarone 2006 Valpolicella, direi buono, e abbastanza completo.
Ciao,
avete mai provato l’Amarone della Valpolicella DOC 2003 di Poggio Toccalta?
Che ne pensate?