Perché Vinitaly è Vinitaly

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In questi momenti, automobilisti in coda sui valichi e nelle pianure, capannelli in sosta negli autogrill per il caffè, o magari già arrivati a destinazione, magari già da ieri: insomma tutto un popolo in migrazione sta invadendo la città veneta per la 44ma edizione di Vinitaly che si apre oggi e si protrarrà fino a Lunedì. Ma perché? Perché Vinitaly è Vinitaly, volendo ricalcare lo slogan di disarmante banalità ma egregiamente riassuntivo che Pippo Baudo coniò per il Festival di Sanremo.

Si avverte, del resto, un mutamento nella considerazione di questa immensa fiera del vino italiano, anzi del vino tout court. C’è stato un passato di lamentele, in cui si constatavano e contestavano alcuni aspetti da “sagra”. Ci sono stati i tentativi di scalzarla dalla sua posizione, dovuta come spesso accade all’aver avuto l’idea giusta per primi, tentativi che molti davano per inevitabilmente destinati al successo anche perché venivano (principalmente) nientepopodimeno dalla nostra capitale economica.

Col tempo queste le lamentele paiono essersi ridotte, la posizione di Vinitaly essersi rafforzata e sembra, leggendo in giro gli umori generali, la voglia di andarci essere cresciuta. Non sapremmo quantificare, ma ci sembra che la quantità dei comunicati stampa inviati dalle aziende partecipanti, delle iniziative, delle idee messe in campo, mai come quest’anno rivelano una frenesia, una energia davvero imponente. Lo stesso ufficio stampa dell’Ente Veronafiere sfodera un (consueto, per la verità) ottimismo (“guardare oltre la crisi”) e un legittimo orgoglio: ad Enolitech la botte più grande del mondo, miglioramento nei parcheggi, solidarietà attraverso  una degustazione di Solaia per beneficienza, attenzione per l’ambiente e la sostenibilità, etc. etc…

E come se non bastasse, la politica, mai mancata, sarà rappresentata quest’anno al suo massimo livello istituzionale visto che per la prima volta sarà presente, venerdì, un capo dello Stato. Anche se, per il momento che stiamo vivendo, il ministro delle politiche agricole “in uscita” Zaia sta iniziando anche a fare il presidente della regione Veneto, ed ecco quindi che aprirà la fiera nella prima veste, ma poi andrà a parlare del riso Vialone nano e delle strade dei prodotti tipici della sua regione.

Bene, allora buon lavoro a Vinitaly, ai suoi 4200 espositori, a chi la visiterà percorrendone i 91mila metri quadri e passeggiando nei viali (assolati, quest’anno?) sovrastati dai 12 padiglioni che rappresentano il nostro caro vino italiano.

Riccardo Farchioni

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