Anteprima Irpinia: in mostra il territorio irpino e le sue tre Docg

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TAURASI (AV) – Riparte la macchina organizzativa irpina, quella che da anni ruota attorno alle tre grandi Docg che identificano un territorio storicamente vocato e le persone che vivono della sua generosità e delle sue peculiarità, producendo vini di enorme fascino e profondità.

L’evento è inedito e riannoda i fili delle manifestazioni che in passato hanno proposto le uscite delle nuove annate di Greco di Tufo e Fiano di Avellino (Bianchirpinia) o di Taurasi (Anteprima Taurasi). Così tutti sperano che la prima edizione di Anteprima Irpinia, svoltasi dal 4 al 6 giugno scorsi, sia anche l’ultima, per tornare ad avere gli appuntamenti classici di dicembre per l’Anteprima Taurasi e di primavera per Bianchirpinia. Lo sperano gli organizzatori, che fanno questo lavoro con la passione e la dedizione di chi ama questo terroir, la sua storia, le sue potenzialità e le sue espressioni. Lo sperano i produttori, che in queste manifestazioni possono proporre al pubblico e alla stampa specializzata il frutto del loro lavoro, del loro impegno e delle loro professionalità. Lo speriamo noi giornalisti, che vorremo avere i tempi giusti per provare le nuove annate e una disponibilità di campioni più ampia e rappresentativa.

Il programma è come sempre curato nei minimi dettagli, ponendo al centro dell’attenzione il territorio ed i vini. Così sono stati organizzati due press tour per offrire alla stampa uno spaccato delle diverse peculiarità presenti fra le vigne di greco e fiano il primo giorno e di aglianico il secondo. Terreni, esposizioni, geologia e microclima, un cocktail di elementi che rende ogni zona di produzione un piccolo mondo enologico, approfondito nel “Viaggio tra le vigne dell’Irpiniaseguito su queste colonne da Franco Santini.

Centro nevralgico della manifestazione, il Castello Marchionale di Taurasi, con un accesso rinnovato e suggestivo in cui trovano spazio anche nuove aree espositive. Nel patio sono stati allestiti i banchi di assaggio e nella sala conferenze, dopo i saluti del Sindaco di Taurasi Antonio Buono, dell’assessore all’agricoltura della Provincia di Avellino Raffaele Coppola, si è avviata la fase convegnistica. Hanno aperto i lavori, moderati dal giornalista Luciano Pignataro, gli interventi di Giuseppe Allocca, coordinatore Area Agricoltura Regione Campania, e il dirigente dello Stapa-Cepica di Avellino Alfonso Tartaglia.

A seguire i convegni di approfondimento teorico e degustativo, con il supporto e la collaborazione fattiva di produttori (Mastroberardino) e istituzioni, sui progetti: “Vitigni storici irpini” (relatrice Antonella Monaco della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli) e “I Lieviti del territorio per la valorizzazione dei vini irpini” (relatore Giancarlo Moschetti del Dipartimento di Scienze Entomologiche, Fitopatologiche, Microbiologiche Agrarie e Zootecniche dell’Università di Palermo). Due momenti di confronto importanti: il primo ha fatto luce sul patrimonio storico della viticoltura irpina (120 vitigni); il secondo ha indagato sull’influenza dei lieviti nella fase fermentativa del mosto e sui riscontri organolettici del loro utilizzo.

Molto interessante poi il seminario “Greco-Fiano-Taurasi: il triangolo da considerare”, uno studio territoriale trasversale, con degustazione retrospettiva dei vini centrata sulla loro espressività del terroir e sulla loro evoluzione nel tempo. Tre Greco di Tufo 2006 provenienti da zone diverse del territorio con caratteri giustamente eterogenei ed un 1992 sorprendentemente fresco e profumato. Risposte intriganti anche dalle diverse annate di Fiano di Avellino (’06, ’05, ’04, ’02) provenienti dalle zone di Lapio, Summonte e Montefredane. Una “trasversale” che ha messo in evidenza il carattere e la tenuta del fiano, un vino che dovremmo tutti imparare ad aspettare nel tempo. Infine le annate 5 stelle di Taurasi (’04, ’01, ’99, ’97) che sono state una escalation di fragranze e godibilità, un viaggio nel tempo  e nei tannini articolato su note gustative sempre più leggibili e toccanti.

Prendo spunto da quest’ultimo commento per introdurre gli appunti di degustazione dei Taurasi in assaggio nella sessione tecnica: 10 campioni annata 2006, poi 5 etichette del 2005, di cui tre Riserve, e infine un 2003. Anticipando le conclusioni sulla “nuova” annata, posso dire di aver trovato un elevato livello medio; su tutti prevale il Vigna Cinque Querce di Molettieri, consistente e armonico, ottimo anche il Taurasi dei fratelli Urciuolo, avvolgente e incisivo. Piacevole sorpresa Elmi, in evidenza anche i campioni di Russo e Cavalier Pepe.

In coda ai Taurasi riporto i commenti sulle sessioni di Greco di Tufo 2009 e Fiano di Avellino (’09 e ’08) in assaggio, su cui non mi esprimo in termini complessivi vista l’esiguità dei campioni in degustazione, ma fra le note di degustazione ognuno potrà certo trarre le proprie conclusioni.

Taurasi Annata 2006

Amarano – Taurasi 2006

Profumi decisi di frutta rossa, buccia e legno; in bocca è coerente, leggermente amaricante, ma rotondo e lineare.

Boccela – Taurasi 2006

Olfattiva un po’ contratta, ma l’assaggio è più ampio e regala bei ritorni di amarena e buona persistenza.

Di Prisco – Taurasi 2006

Aromi imberbi, ma si percepisce un potenziale fruttato e speziato; gusto pieno, noccioloso e tannico, ma senza spigoli. Giusto un pò corto.

Donna Chiara – Taurasi 2006

Profumi aperti e dolciastri, più polpa e meno buccia, con tracce di vaniglia; in bocca sorprende perché è più recalcitrante, amaricante e un filo astringente.

Elmi – Taurasi 2006

Naso convincente e ampio, marasca e tabacco; al palato è gustoso, anche abboccato nonostante tannini importanti. Un vino solido e godibile.

F.lli Urciuolo – Taurasi 2006

Aromi ancora da schiudersi, ma l’ossigenazione rivela belle prospettive; il gusto è fruttato, prugna e pepe nero. Complesso, profondo e ricco di personalità.

La Molara– Taurasi 2006

I profumi sono ottimi, un composito variegato e stimolante in equilibrio tra frutta, alcol e spezie. In bocca invece è spigoloso, intriga, ma resta magro e un po’ corto.

Molettieri – Taurasi Vigna Cinque Querce 2006

Naso splendido, per intensità e ricchezza di fragranze; in bocca è fresco, polposo, acido, con tannini solidi ma non aggressivi e un bel finale di liquirizia.

Russo – Taurasi 2006

Naso dal buon equilibrio aromatico, discreto l’allungo; in bocca è meno seducente, ma penetrante, un gusto dal carattere virile che chiude con liquirizia amara.

Tenuta del Cavalier Pepe – Taurasi Opera Mia 2006

Olfattiva ancora chiusa, con delicati sentori di gelso, ma in divenire; invade il palato con più vigore, stimolando la beva con un ritorno minerale interessante. Una conferma di stile.

Taurasi altre annate

Antico Castello – Taurasi 2005

Profumi più evoluti, ma sottili. In bocca ha un bel sostegno acido, ma qualche ruvidità. Godibile, ma da aspettare.

I Capitani – Taurasi 2005

Naso più floreale, la viola precede il tema fruttato. In bocca è più incisivo, si aggrappa alle gengive e rimane lunghissimo con sensazioni di radice liquirizia.

Contrade di Taurasi – Taurasi Riserva 2005

Profumi interessanti, ma un po’ legnosi; sapore concentrato e levigato in cui è pregevole l’equilibrio.

Il Cancelliere – Taurasi Riserva 2005

Profumi chiusi e qualche “puzzetta”, in bocca è duro e scontroso. Lo ricordavo godibile e non credo a un’involuzione, quindi provatene fiduciosi una bottiglia diversa dalla mia.

Mastroberardino – Taurasi Riserva 2005

Bilanciate le componenti floreale e fruttata che irretiscono il naso; al palato è ampio, gustoso, speziato e lunghissimo. Una gustativa che spazia ovunque.

Antica Hirpinia – Taurasi 2003

Profumi più evoluti, che nella ricchezza di terziari conserva integre tracce di mora e rosa. In bocca è gradevole ed equilibrato, ma appare un po’ stanco.

Greco di Tufo

Cantina di Monaci – Greco di Tufo 2009

Respiro dolce, di mela e ananas con leggeri sentori agrumati; bocca meno ricca, ma buona persistenza e personalità.

Colle di San Domenico – Greco di Tufo 2009

Profumi molto lievi che fatico a decifrare, in bocca è fin troppo pungente e corto; da riprovare.

Bambinuto – Greco di Tufo Picoli 2009

Cromìa dorata e profumi delicati, floreali più che fruttati. Al palato è più incisivo, minerale e lungo, ma senza particolari spunti gustativi.

Feudi di San Gregorio – Greco di Tufo Cutizzi 2009

Aromi intensi e ampi, abboccati e forse un po’ ammiccanti, ma viva la faccia. In bocca è pieno e soddisfacente, equilibrato e lungo. Complessità aromatica e finezza.

Terredora – Greco di Tufo Loggia della Serra 2009

Profumi tenui, vagamente fruttati e dolci; l’assaggio è più intenso e profondo, buono e fruttato, dolce e lungo.

Fiano di Avellino

Terranera – Fiano di Avellino 2009

Naso limpido e delicato. Al palato offre ananas e pera con più fragranza che personalità, ma la beva è ottima.

Villa Raiano – Fiano di Avellino 2009

Profumi ancora netti, più sfumature che aromi intensi. In bocca bella acidità, corpo e armonia gustativa.

Rocca del Principe – Fiano di Avellino 2009

Approccio olfattivo intenso, fruttato e minerale. Avvolge il palato con freschezza e con vigore; sapidità e una nota ammandorlata finale ne allungano il percorso gustativo.

Joaquin – Fiano di Avellino Vino della Stella 2009

Riflessi dorati e profumi carammellati con note fumé. Gusto tropicale, fermo e gradevole. Un fiano un po’ diverso, quasi atipico, ma piacevole.

Tenuta Ponte – Fiano di Avellino 2009

Aromi delicati di biancospino e mela, con trama dolciastra. Bocca delicata e fresca, leggera e godibile; ritorni di ginestra e note agrumate rendono interessante il finale.

Ciro Picariello – Fiano di Avellino 2008

Profumi tropicali e note di miele di acacia per un naso aperto e vagamente tostato. In bocca è opulento e rotondo, con sentori agrumati e una bella scia minerale.

Vadiaperti – Fiano di Avellino Aipierti 2008

Profumi intensi e aperti, freschezza e complessità aromatica. In bocca entra discreto, ma poi si apre pieno e invade il palato con nerbo acido e mineralità. Lungo e ricco di sfumature.

Villa Diamante – Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2008

Profumi delicati, sottili, di frutta candita e frutta secca. L’assaggio rivela una personalità più verticale e ricca di fragranze. Molto gradevole.

Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

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