BaratTiAmo – Affari gustosamente scambievoli in Cileaperta

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FIRENZE – Ragazze di Sex and the City e Gossip Girl, scordatevi i parties aperitivosi ma poco appetitosi delle platinate immagini americane di paesaggi grattacieleschi, e voi maschietti lasciate perdere dexteriani serial killers o rangers dalle mosse poco probabili, ormai la vera moda si detta a Firenze, nella spudorata piazza più o meno affaristica di Cileaperta!

Grazie all’uso smodato dei social network siamo riusciti a trovare il nuovo luogo cult che niente ha da invidiare alle borse di tutto il mondo. La presentazione cita letteralmente “Amiconi e Non, è tornato! L’originale, unico, imitatissimo ma tuttora ineguagliato BARATTO DI CILEA, 
il libero scambio di oggetti, sia nuovi che usati e di QUALUNQUE GENERE (soprammobili, utensili, elettronica, giochi, libri, abiti, gioielli, cosmetici ed organi vari)…”. Come vedete l’invito è aperto a tutti, anche se lo ammettiamo l’ingresso non è consentito a chiunque! La selezione è dura, durissima, ma noi siamo riusciti ad entrare, e a farci … più o meno onore.

Nato qualche anno fa un po’ per scherzo e un po’ per davvero dalla vena creativa di due trentenni fiorentine che possiamo citare con i nomi d’arte di Stresil e Vubbì (non ci è dato conoscere altro), il BaratTiAmo è un incontro di persone di qualunque età, estrazione sociale, sesso (definito o confuso che sia), orientamento politico, reddito, gusto … un mix della razza umana che si incontra solo per mangiare e barattare.

Certo che in un mondo dove il denaro la fa sempre da padrone e gli oggetti ci vengono dati in cambio di valorosi bigliettini colorati e oggetti metallici tondi, il baratto può sembrare arcaico, forse un po’ preistorico, ma nell’era galoppante di un rispolverato vintage modaiolo, anche il baratto ha trovato il suo posto. E che cosa c’è di meglio che organizzare piccoli incontri dove la voglia di stare insieme assume la forma di uno scambio … di oggetti e di cibo?

Infatti a queste cene, in un sottofondo di musica che i partecipanti possono di volta in volta scegliere, ognuno ha il compito di portare qualcosa da mangiare o da bere, a seconda delle proprie abilità! E non è difficile trovare piatti davvero deliziosi di chef-per-passione che possono mostrare anche a dei perfetti sconosciuti le loro capacità. Naturalmente, spesso è un trionfo di torte salate dove prosciutto e fontina hanno sempre un ruolo importante, ma tra le specialità stavolta abbiamo assaggiato una buonissima torta ripiena di carciofi. Dal sapore delicato, contrastato da quello leggermente amarognolo del sesamo dello strato di sesamo che ricopriva la sfoglia, non è stato difficile abbinarlo a un Vermentino che vagava di mano in mano riempendo i bicchieri di alcuni partecipanti. Tuttavia, grazie alla formula abbuffé, nel senso di vera e propria abbuffata, abbiamo potuto tentare anche abbinamenti azzardati con dominanti Chianti e prepotenti Nero d’Avola che meglio si accostavano a dei fusilli con melanzane, mozzarella con una punta di piccante passati al forno. Un incontro di sapori forti e decisi, un po’ eccessivi per alcuni, vibranti per altri. Ma sicuramente ben riusciti!

Tra primi e torte salate, chiacchiere, brindisi, presentazioni e molti piacere-io-mi-chiamo è poi arrivato il tempo del baratto. Sono state contate almeno 30 persone barattanti. Gli oggetti messi in “vendita” erano sicuramente molti di più. Ogni persona ha presentato i suoi oggetti in uno stile proprio, chi in modo teatrale, chi copiava le televendite, chi non diceva molto ma aveva tanto da dare. Insomma tutti si sono messi in mostra insieme agli oggetti stessi. Proibito essere timidi! Proibito pre-barattare prima della fine delle presentazioni, anche se qualche sguardo furtivo, gesti soffusi, e sussurri di accordo si insinuavano tra i barattanti. Sono stati messi in palio macchine da pane, bigiotteria, vestiti, libri, cd, caschi da motorino, cuffie, telefoni, piume di pavone e pure un particolare tè del Peloponneso (anche se non sapevo che esistesse), e naturalmente tanto, tanto altro ancora.

Dopo la presentazione, e prima del baratto vero e proprio c’è stato naturalmente la pausa di dolce ricarica, con torte e tortine di vario genere, e piccoli pasticcini che dicevano “mangiami adesso”. Ma tra tutti, siamo riusciti a scrutare un barattolo di nutella troneggiante vicino a un seminascosto filoncino di pane. Ricordi infantili si sono affacciati alle nostre menti, poi è bastato un cucchiaio, un pezzetto di pane, occhi chiusi.. e beh si ritorna piccoli in un attimo davvero.

Il baratto è inutile descrivervelo! Uomini e donne si sono affrontati senza tregua in lotte più o meno accanite, si sono viste abilità affaristiche molto particolari ed originali. Di mio sono riuscita a portare a casa degli oggetti carini, tra cui una bellissima coppia di forse inutili palline cinesi per nono so quale per me inutile grattugia, ma alla fine lo scopo era barattare, non sempre deve essere utile, no? Ciò che mi è più dispiaciuto è stato non poter assaggiare una sfuggente Grappa di Chianti Classico riserva della distilleria Deta. Ma alla fine ci sarà sempre un altro baratto.

Le indicazioni citano letteralmente “Cileaperta (tirate il campanaccio col gufo, la bella addormentata e compagnia bella)”. No, non è uno scherzo. Il posto esiste! Veramente! L’ingresso è gratuito. Portate solo cibo, oggetti da barattare e amici da conoscere! E tanta voglia di divertirvi! Come arrivarci? Controllate bene i vostri social network! Lo troverete!

Maria Lucia Nosi

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