Le stelle (Michelin?) sono tante…

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La tecnologia astronomica odierna permette di assistere a fenomeni avvenuti agli albori dell’Universo. In particolare, si sono osservate galassie che risalgono a 13 miliardi di anni fa. Proprio in questi giorni, però, si è andati ancora oltre e quello che si è visto ha un interesse non solo astronomico, ma addirittura gastronomico. Tutta la storia della ristorazione andrà completamente riscritta.

Il telescopio spaziale Hubble sta veramente compiendo un lavoro eccezionale. Oltre a mandarci immagini eccezionali dell’Universo, ci ha permesso di osservare oggetti e fenomeni che distano da noi circa 13 miliardi di anni luce, ossia avvenuti ben 13 miliardi di anni fa.  A causa dell’enorme distanza, solo oggi li possiamo scorgere:  benché velocissima (300000 chilometri al secondo), anche la luce ha bisogno del suo tempo per attraversare lo Spazio. Questo vuole anche dire che sono fenomeni estremamente giovani nella vita del Cosmo, dato che l’Universo è nato, attraverso il Big Bang, circa 13.7 miliardi di anni fa (milione di anni più, milione di anni meno).

Anche se celebre, vorrei farvi rivedere l’immagine più “profonda” ottenuta dal telescopio spaziale (Fig. 1). In essa si riescono a scorgere circa 100 galassie antichissime e lontanissime, ma probabilmente nella stessa immagine ne dovrebbero esistere circa 10000. Le più vecchie le potete riconoscere per la luce rossastra.

Cosa succedeva in quegli oggetti celesti che risalgono a quando l’Universo era ancora un bambino (solo poche centinaia di milioni di anni d’età)? Di tutto e di più. Stavano nascendo miliardi e miliardi di stelle a un ritmo frenetico. Non che non succeda lo stesso anche oggi, ma allora era tutto più concitato. La materia aveva voglia di vivere e di dare origine a corpi celesti sempre più belli e grandi. Quando si è giovani…

E come nascevano le stelle? Catturando e ingoiando tutto il gas disponibile attorno a loro. Prima in modo caotico e disordinato. Poi, con l’esperienza, in maniera più regolare, attenta e misurata. Un po’ come l’uomo primitivo: prima si cibò di carne cruda strappata agli animali, poi imparò a scaldarla, a cuocerla, perfino a condirla con spezie. Qualcosa del genere accadde anche nelle galassie più antiche. Le loro stelle, dopo fasi in cui mangiavano di tutto e di più, cominciarono a gustare il loro cibo (soprattutto idrogeno) e a trasformarlo in elio con metodi sempre più sofisticati. Alcune, non molte in verità, divennero veri esempi di stile per le sorelle più rozze e primitive. Se mi permettete un paragone sicuramente audace, potrei dire che vi erano moltissime infime osterie dove gli astri nascenti si strappavano letteralmente il cibo dalle “mani” e pochi luoghi raffinati in cui il cibo veniva servito e condiviso con classe e precisione.

La Natura ci insegna, però, che nell’Universo i paragoni non sono mai azzardati. Esistono infatti stelle doppie che, come in un matrimonio d’amore, si scambiano affetto e tenerezza. Chi delle due ha di più lo cede alla compagna per farla vivere meglio. Non baci o carezze, ma materia che fuoriesce dalla più grande e scivola verso la più debole, fornendogli cibo e energia (Fig. 2). Esistono buchi neri pesanti come milioni di Soli che divorano stelle di passaggio, avvicinatesi troppo, e le trasformano in energia per nutrire l’intera galassia di cui occupano il cuore pulsante centrale. Motori sempre attivi e in perfetta forma (Fig. 3).

Ma le analogie con la vita di tutti i giorni sarebbero ben più numerosi. Potremmo dire che niente è stato inventato dall’uomo che non sia già stato creato dall’Universo. Tutto? Veramente tutto? Voi, esperti di vino e di cibo, potreste dirmi che l’uomo ha magari tratto l’idea dalle azioni più semplici della Natura, ma poi le ha sviluppate, rendendole sempre più elaborate e complesse. Prima, ad esempio, parlavamo di cibo e facevamo il paragone con osterie e locali di classe. Sì, va bene, anche tanti miliardi di anni fa esistevano “luoghi” nelle antiche galassie in cui si “mangiava” in maniera molto diversificata. Tuttavia, oggi, abbiamo fatto passi da gigante. Non solo, ma abbiamo anche inventato il modo di classificare i vari locali e di attribuirgli punteggi e simboli particolari a seconda della qualità del cibo e dello stile con cui viene servito agli avventori.

A volte, i segni di riconoscimento della qualità sembrano ricordare oggetti celesti, sicuramente per puro caso. Ma ne siamo proprio sicuri? Pochi giorni fa, il telescopio spaziale Hubble ha superato se stesso ed è riuscito a ottenere un’immagine ancora più “profonda”di quella che vi ho mostrato all’inizio. Si tratta di una singola galassia, antichissima, estremamente nitida, al punto di poter vedere chiaramente anche le zone in cui le stelle stanno mangiando il gas circostante. Sì, ma … accidenti che stelle! Quasi da non crederci. E pensare che la storia della gastronomia credeva di doversi riferire al 1900 e ad André ed Edouard Michelin per la nascita della celebre guida, gioia e dolore di ogni ristoratore (Fig. 4).

Che grave errore! Basta guardare la recente immagine del telescopio spaziale, che si riferisce a fenomeni vecchi di oltre 13 miliardi di anni, e ci si accorge, con un certo stupore, che luoghi ricchi di “stelle Michelin” esistevano già allora (Fig. 5).

Sarà difficile andare a “provare” quei locali, ma alcune comete di passaggio mi hanno detto che ne varrebbe la pena:  l’idrogeno è cotto a puntino, l’elio ha sapori inebrianti e le sfumature di ossigeno e carbonio sono una vera delizia! In ogni caso, la storia dell’astronomia gastronomica o, meglio, della gastronomia astronomica è da riscrivere completamente.

Vincenzo Zappalà

2 COMMENTS

  1. ricambio il bacio, Cristina!
    Quest’estate non siamo andati in montagna. Speriamo di vederci presto!!!!

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