Taurasi anteprima vendemmia 2007

0
11085

TAURASI (AV) – Ha da poco chiuso i battenti Taurasi Vendemmia 2007, l’evento di presentazione a stampa specializzata ed operatori della nuova annata del grande rosso campano, svoltosi presso la consueta sede del Castello Marchionale di Taurasi. Se la sede è rimasta la stessa degli ultimi anni, la formula della manifestazione è invece profondamente cambiata. In un paese in evidente deriva culturale ormai c’è poco spazio per chi animato da passione e da voglia di fare cerca di valorizzare le risorse del proprio territorio, contribuendo magari alla ricerca di nuove e più sostenibili direttrici di sviluppo. I finanziamenti pubblici sono sempre meno, arrivano (se arrivano) con mesi e mesi di ritardo, assegnati spesso in base a criteri “fantasiosi”, e ti obbligano a scendere a compromessi con tutta una pletora di politici locali eno-gastro-ignoranti che vedono queste occasioni solo come un festino del magna magna al quale presentarsi con uno stuolo di cortigiani rigorosamente a scrocco.

Chi ha professionalità e voglia di investire nel proprio futuro e in quello del territorio di appartenenza lo deve allora fare in autonomia, cercando formule virtuose di autofinanziamento. Questo è il clima in cui hanno operato i ragazzi della Miriade & Partners che, grazie alla collaborazione di alcuni partner locali (in primis l’impeccabile AIS di Avellino) e, soprattutto, all’adesione compatta di 33 aziende, che hanno sostenuto  in prima persona i costi, sono riusciti a non far sparire dal calendario una manifestazione enologica di lunga tradizione, dedicata a uno dei più grandi vini del nostro paese. Questo esempio di costruttiva collaborazione è forse il ricordo più importante che mi porto dietro dall’edizione di quest’anno.

Ma qui si parla di vino e quindi entriamo nel vivo dei risultati. E’ stata un’anteprima e come tale va inquadrata: un momento di confronto di grande utilità in attesa dello snodo estivo in cui i vini inizieranno ad essere più formati ed espressivi. Il Taurasi, come  tutti i grandi vini da invecchiamento italiani, è vino lento, che ha bisogno di tempo e pazienza e alcuni campioni erano chiaramente in una fase ancora embrionale. Tuttavia un’idea generale di come sono andate le cose e di quello che ci si potrà aspettare da questa ricca e omogenea vendemmia 2007 ce la siamo fatta.

Partiamo dal nuovo sistema di valutazione, per spiegare il quale faccio ricorso  direttamente alle parole di Paolo De Cristofaro: <<[..] Abbiamo voluto sottolineare ancora di più lo spirito che dà senso ad un’operazione di questo tipo: costruire una memoria storica condivisa sui millesimi irpini, da aggiornare periodicamente come un taccuino di viaggio che  informi i consumatori e gli operatori sui punti di forza e punti di debolezza di una nuova annata, evitando di calare dall’alto un giudizio apodittico. Si è abbandonato il tradizionale sistema di attribuzione del rating, da uno a cinque stelle, ritenuto troppo limitante e poco argomentativo, per adottare una scala in ventesimi costruita con l’apporto di quattro parametri, ognuno valutato da uno a cinque punti. I primi due sono stati affidati ad un gruppo di enologi, agronomi e produttori operanti sul territorio, chiamati a dire la loro sul valore del millesimo per quanto riguarda l’andamento climatico e le specifiche agronomiche, sanitarie ed analitiche ad esso legate. Il profilo di una stagione anticipata, calda e asciutta, con rilevanti escursioni termiche, si è tramutato in un giudizio di 4 punti su 5. Ottiene invece il massimo, cinque su cinque, la valutazione dei dati colturali ed enologici: mai come nel 2007, infatti, la stragrande maggioranza dei viticoltori ha potuto portare in cantina uve sane e a perfetta maturazione, specialmente per quanto riguarda la grana dei tannini. Questi dati sono, per così dire, oggettivi e vengono messi agli atti>>.

Il panel dei giornalisti accreditati aveva poi il compito di fotografare sinteticamente altri due parametri, vale a dire la qualità media dei campioni assaggiati e le loro prospettive di invecchiamento. Qui le cose sono andate un po’ diversamente. Un’annata che si presentava ai nastri di partenza con aspettative molto elevate non si è tradotta in una conferma unanime nel bicchiere. Alla fine il rating complessivo dell’annata 2007 è stato di 16/20 (annata ottima) e la sensazione comune, in un quadro generale comunque molto positivo, è che forse si poteva fare qualcosa in più.

Personalmente mi trovo molto in sintonia con il giudizio di Gianni Fabrizio (Gambero Rosso) che ha parlato di <<[…] un’annata ottima ma forse troppo perfetta a cui manca quella personalità e quel pizzico di magia che contraddistingue le grandi annate>>. In effetti il livello medio dei vini è in netta e continua crescita rispetto alle prime edizioni: soprattutto dal punto di vista enologico i progressi sono evidenti, e il numero di campioni grossolani o difettati è stato veramente bassissimo.

Come rovescio della medaglia, dal mio punto di vista, è stato però assai limitato anche il numero di vini veramente eccellenti, di quelli che ti emozionano fin da subito e che poi fai fatica a dimenticare. Ho registrato un (positivo!) livellamento generale verso l’alto, con tanti vini buoni, puliti, molto gradevoli, ma che poi restavano un po’ fermi su se stessi e non mi facevano scattare dentro la scintilla emotiva. Ma forse è naturale e giusto così. Da una parte, come già detto, si trattava di campioni ancora in fasce, troppo giovani per restituirti sensazioni profonde e complesse. Dall’altra è nelle annate più difficili e complicate che i bravi produttori riescono veramente a mostrare la propria sensibilità e il proprio talento. Forse con materie prime così buone in partenza anche i produttori meno esperti sono riusciti a fare un buon vino e le differenze, sia dal punto di vista qualitativo che da quello della riconoscibilità territoriale, sono state meno marcate.

La manifestazione va dunque in archivio con un bicchiere che comunque non può che essere mezzo pieno, in attesa di vedere, anche grazie a questo nuovo sistema di rating “dinamico” (sono previste verifiche ed eventuali correzioni nel tempo a seguito di retrospettive significative per gruppo di vini e parterre di assaggiatori) se il Taurasi 2007 sarà grande come molti pensano.

P.S. – Nota a margine: domenica 23 gennaio grande vittoria sul campo di calcetto della compagine dei giornalisti enogastronomici (Giampaolo Gravina, Paolo De Cristofaro, Fabio Pracchia, Alessandro Franceschini, Antonio Boco, Massimo Iannacone e il sottoscritto) sulla selezione dei produttori irpini. Un 4-2 finale per una partita che non è mai stata in discussione!

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here