E’ da poco terminata l’eno-abbuffata della settimana delle anteprime toscane e tra Vernacce, Chianti e Brunelli c’è un titolo che mi sembra, come si dice, cadere proprio a fagiuolo: <<Il sangue di Montalcino>>, pubblicato lo scorso dicembre da Einaudi nella collana Stile Libero BIG. Si tratta dell’esordio come giallista di Giovanni Negri, giornalista, ex-politico di rilievo (è stato parlamentare italiano ed europeo dal 1983 al 1992 e segretario del Partito Radicale negli anni Ottanta) e oggi scrittore e imprenditore nella magica terra delle Langhe, dove dal 2001 conduce l’azienda agricola di famiglia a Serradenari, nel comune di La Morra.
Negri, persona acuta e brillante, non è nuovo a libri interessanti sul mondo del vino – ricordiamo i recenti <<Il Romanzo del Vino>>, <<Vinosofia>> e <<Vineide>>, scritti insieme all’enologo Roberto Cipresso – ma quest’ultimo lavoro è il primo che assume la forma narrativa del romanzo, e del giallo in particolare.
La trama è la seguente: Roberto Candido, winemaker di fama mondiale, viene trovato ucciso sotto un dipinto di San Cristoforo nell’abbazia di Sant’Antimo a Montalcino. Il caso, vista la fama del defunto, attira l’interesse della stampa nazionale e internazionale. Ad indagare è chiamato il commissario Cosulich, che, da quasi-astemio e distaccato osservatore, entra in contatto con i meccanismi ed i sotterfugi di un ambiente che non conosce e che scoprirà essere meno “pulito” di quanto si potesse pensare. E così tra colpi di scena e grattacapi, tra interessi economici ed antiche verità a sfondo mistico/religioso, la storia porterà alla rivelazione finale dell’assassino, con tutti i sospettati intorno a un tavolo secondo uno degli schemi più classici del genere.
Il titolo in realtà è leggermente fuorviante, perché Montalcino è solo il luogo di partenza di un viaggio che tocca alcune delle più vocate terre da vino del nostro paese, come la Franciacorta e (non poteva essere altrimenti) le Langhe, regioni molto care e conosciute al nostro autore. Nella prima parte del libro si coglie di più l’anima “vigneron” dell’autore, che divaga volentieri su disciplinari di produzione, vitigni e tecniche di coltivazione, per poi tornare ad aderire progressivamente, nella parte mediana e nel finale, ai ritmi e alle sequenze logiche del genere giallo.
Un libro che si legge volentieri e che si poggia su un cocktail di contenuti ben amalgamati e correlati. D’altronde, come lo stesso Negri ha detto in un’intervista rilasciata a Ziliani: <<[…] Vino e giallo rappresentano un matrimonio ideale. Nessuna sostanza è misterica quanto il vino. Poi c’è il perfetto identikit dell’assassinato: un famoso enologo. Non so quanto la figura degli enologi pluristellati e trasvolanti sia destinata a durare nelle cantine…spero poco, perchè più che agli enologi credo ai vigneron. Però, senza dubbio, quella dell’enologo è una figura enigmatica: un po’ rabdomante, un po’ alchimista, un po’ poeta, un po’ commerciante e un po’ confessore. E’ il depositario di mille segreti. Troppi, per non diventare potenzialmente pericolosi […]>>
Il Sangue di Montalcino
di Giovanni Negri
EINAUDI 2010 – Stile libero Big
pp. 284 – € 18,50