Champagne Mailly, l’audacia dei vignaioli

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L’audacia dei Vignaioli

“1929 a Mailly Champagne …. dopo i danni causati dalla prima guerra mondiale seguirono quelli derivati dalla crisi economica. Per resistere alle avversità  un pugno di vignaioli riunisce le proprie forze. Essi fondano la Società dei Produttori di Mailly Champagne e si scelgono un motto che riassume il loro coraggio ed il loro valore: “alla testa per mano”. Spinti dalla stessa determinazione e dalla stessa audacia decidono di elaborare vini di grande espressione  partendo dalle sole uve del loro villaggio Grand Cru Classé”.

La pagina del sito della Cooperativa che produce  lo Champagne Mailly Grand Cru così descrive l’epopea della nascita di questo Champagne che trae le proprie origini dalla determinazione e dalla forza d’animo di questo gruppo di vignaioli che il secolo scorso si opposero alle devastanti leggi di un mercato che offriva sempre meno per il duro lavoro dei campi. Per farci raccontare questa storia in diretta abbiamo visitato la cooperativa ed abbiamo incontrato l’enologo Hervé Dantan che ci ha accompagnato tra storia e tecnica durante la visita della cantina.

Così Hervé ci guida accompagnando la visita con un compendio di storia. I vignaioli, infatti, colpiti duramente dalla Prima Guerra Mondiale, sopraffatti dalla crisi economica del ’29 che li stava consegnando nelle mani dei grossi commercianti delle case vinicole, ebbero l’ardire di provare a fare da soli. Le cose però non furono così facili dato che la “ribellione” costò ai consorziati l’impossibilità di vendere le proprie uve alle aziende vicine poiché si erano ribellati ai commercianti locali. Così fu giocoforza intraprendere la produzione dello Champagne per poter trasformare le proprie uve e valorizzare al meglio il Grand Cru che caratterizza il  villaggio di Mailly.

Fondarono la società e con le loro mani scavarono nel calcare, che in queste zone si estende fino a 200 m di profondità, gli ambienti per le cantine di elaborazione ed affinamento dello Champagne di Mailly.  Nacque così la Cooperativa che ancora oggi produce lo Champagne di questo piccolo borgo. Un’altra prerogativa di questo marchio sta poi nell’uvaggio utilizzato per la produzione del vino base. Al contrario di quello che normalmente è il vitigno predominante, i vigneti di Mailly sono composti per il 70% da pinot noir e solo per il  30 % da chardonnay. Questo uvaggio conferisce agli Champagne di Mailly maggiore freschezza e mineralità con note vinose più marcate e ben amalgamate dalla presenza dello chardonnay, che dona loro finezza ed eleganza.

Ma un’altra scelta importante compiuta dallo Chef de cave Hervé è la volontà di vinificare separatamente parcella per parcella. Questo procedimento offre la possibilità di massimizzare le caratteristiche peculiari di ogni appezzamento e di ogni micro ambiente o, come dicono i francesi, di ogni terroir,  portando il controllo sulle fasi di vinificazione al massimo livello.

Dopo la produzione del vino base,  l’affinamento avviene in vasche di cemento o acciaio e, in piccola quantità, in recipienti di legno di varie pezzature. La cosa comunque più emozionante rimane la visita alle cantine di conservazione e lavorazione delle bottiglie in fase di presa di spuma. Le gallerie che si dipanano per oltre un chilometro sotto la collina del piccolo borgo custodiscono il tesoro della cooperativa.  Le cataste ben allineate di bottiglie che si vedono ad ogni svolta del percorso sono custodite e elaborate con cura dagli operai della cooperativa sotto la scrupolosa guida dell’enologo.

Qui si percepisce in maniera tangibile l’opera indispensabile dell’ambiente e del tempo. La lunga attesa in ambienti freschi e silenziosi consente la fermentazione e poi la lisi dei lieviti che conferisce le caratteristiche indispensabili alla valorizzazione e alla caratterizzazione dello Champagne di Mailly: stabilità e pienezza di gusto, lenta presa di spuma e longevità anche alla versione rosé (vedi foto) prodotta in “sole” 80000 bottiglie.

La nostra visita si conclude, e come potrebbe essere altrimenti, con la degustazione. Con Harvé che ci guida nella ampia scelta della cantina verso tipologie di Champagne.

Brut Réserve: 75 % pinot noir 25 % chardonnay;  dosaggio 6 gr/l zuccheri.

È il prodotto classico della cantina ma già di ottima fattura. Colore giallo dorato, profumi fruttati e floreali che concordano con una bocca fresca lievemente agrumata, dalle note di crosta di pane e burro fresco. Bel finale pulito e minerale.

Brut Millésimé 2002: 75 % pinot noir, 25 % chardonnay; selezione parcellare delle uve provenienti solo dai galipes seguenti: les Chalois, les Coutures, les Côtes, les Baraquines; dosaggio 6  gr/l di zuccheri.

Le condizioni climatiche particolari, con una media di 2 gradi superiore al consueto e una minore quantità di pioggia caduta durante il mese di settembre, hanno consentito una raccolta di uve perfettamente sane per dare vita a questo millesimato che si contraddistingue per le note intense e fruttate  che richiamano l’uva, la pera, il mandarino e la mandorla dolce. In bocca una freschezza non invasiva fa da supporto alla struttura e alla ampiezza gustativa. Grande persistenza e mineralità.

Extra Brut: 75% pinot noir, 25% charadonnay, pressatura dei grappoli interi, fermentazione a 16 °C , malolattica in acciaio.  Dosaggio 0 gr/l di zuccheri

Il color oro profondo e ricco mette particolarmente in evidenza la finezza delle bolle e la luminosità di questo Champagne. Il naso di biancospino, pane cotto con aromi di frutta a guscio, nocciole e mandorle, annuncia un vino di grande pienezza. In bocca sensazioni tostate si amalgamano con note agrumate e note dolci di frutta secca (nocciola) di grande complessità.

Les Échansons  2000: 75% pinot noir 25% chardonnay, pressatura dei grappoli interi, fermentazione a 16°C, malolattica in acciaio.  Dosaggio 6 gr/l di zucchero

Le uve sono raccolte in particelle la cui epoca di impianto è anteriore al 1938. L’annata 2000 è stata per la zona leggermente più fresca della media e lievemente più piovosa , con una estate costellata di eventi temporaleschi anche grandinigeni.  Alla degustazione spicca il colore dorato del vino e il suo finissimo e persistente perlage. Al naso si succedono note variegate di frutti maturi (dalla susina alla pera fino alla confettura di mandarino e limone) e note chiaramente percepibili di pasticceria fresca e miele. In bocca la coerenza con l’olfatto è impressionante: si prolungano le note olfattive aggiungendovi caramello e vaniglia, mentre la freschezza e l’ampiezza del vino si distendono in un finale minerale che connota il vino.

Salutiamo Hervé non senza portarci dietro una campionatura della loro produzione, mentre  usciamo dalla cantina che inizia a nevicare: la temperatura giusta per una degustazione di Champagne.

Visita effettuata nel febbraio 2011;  degustazioni effettuate in cantina.

Lamberto Tosi

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