Vino rosso per il pianeta rosso

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Una recente scoperta, di estremo interesse per i futuri viaggi spaziali, è stata pubblicata dall’autorevole rivista specialistica della FASEB (Federazione delle Società Americane di Biologia Sperimentale) e vede il vino come protagonista.

No, non spaventatevi. Questa volta è tutto perfettamente vero e se qualcuno non ci crede può andare a leggere la comunicazione ufficiale nel sito della rivista. Andiamo con ordine. La tecnologia spaziale odierna sarebbe pronta a inviare l’uomo ben oltre i confini della Luna, verso Marte e anche più in là. Tuttavia, il vero problema rimane quello delle condizioni di salute degli astronauti. Si è infatti visto che un periodo di tempo troppo lungo di assenza di gravità e di vita sedentaria avrebbe effetti terribili per le ossa e l’insulina umane. D’altra parte in una capsula spaziale è praticamente impossibile eseguire esercizi fisici e, ancor più, creare artificialmente la gravità.

La soluzione è arrivata da esperimenti eseguiti su due gruppi di topi. Essi sono stati tenuti sospesi per gli arti posteriori e per la coda in modo da simulare le condizioni senza peso dello spazio (poverini!). Il primo gruppo è stato alimentato normalmente e ha velocemente mostrato segni di deterioramento muscolare, di resistenza insulinica e di diminuzione della densità minerale delle ossa con aumento della facilità di rottura. Al secondo gruppo è invece stato regolarmente somministrato l’ormai famoso resveratrolo, il fenolo contenuto nelle buccia dell’uva che tanto bene sembra fare alla fluidità del sangue e che sembra aver portato al “paradosso francese”, ossia alla diminuzione delle malattie cardiovascolari per i regolari bevitori del nettare di Bacco della vicina nazione.

I risultati sono stati stupefacenti. Nessuna delle complicazioni evidenziate nel primo gruppo si sono manifestate nei topi “alcolizzati”. Ulteriori studi sono stati compiuti e hanno dato brillanti conferme. Il leader della ricerca, il Prof. Weissman, ha così commentato la scoperta: “Il vino potrebbe diventare il “pane” dei viaggiatori della Via Lattea”.

A questo punto, i produttori che stanno ancora soffrendo la crisi economica legata a quella finanziaria e soprattutto al clima proibizionistico imposto al vino per dare vigore ad altre multinazionali, ben più potenti, che vorrebbero trasformare i gusti e le tradizioni italiane, hanno una via d’uscita. Basterà prendere contatti con la NASA e le altre agenzie spaziali internazionali (cinese e giapponese in particolare) e fornire il “carburante” per i futuri pionieri dello spazio profondo.

Ricordiamo, inoltre, che al di fuori della gravità terrestre NON esistono gli etilometri! La Via Lattea diventerà la Via Vinosa?

Vincenzo Zappalà

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