Le etichette artistiche di Fattoria Nittardi in mostra a Firenze e a Roma

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FIRENZE – Chissà, forse l’attenzione dell’appassionato che intende il vino come frutto della natura sarà attratta dalla colorata rappresentazione che dell’uva ha fatto Mimmo Paladino per l’annata 2006. Poi c’è Günter Grass, premio Nobel per la letteratura ma anche pittore, che si scusa in una lettera giustificando il terribile ritardo con cui invia il bozzetto delle sue deliziose chiocciole (Chianti Classico 2008) con il terribile lavoro di correzione di bozze per il suo “Le Parole di Grimm”. E forse c’è anche l’emozione di veder scritta la parola Imagine nell’etichetta disegnata da Yoko Ono per il Chianti Classico 2005, senz’altro il piacere per le ipnotiche curvature di un Luigi Veronesi (1996), le austere geometrie di un Karl Korab (1983), il faccione iperespressivo di un Rudolf Hausner (1988). Fino ad oggi, alla creazione di Pierre Alechinsky, appartenuto al movimento post-cubista e ultimo sopravvissuto del gruppo d’avanguardia Co.B.Ra, da Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, le città dei suoi componenti.

Insomma, vale la pena cogliere questa occasione, di vedere cioè tutte le 29 etichette (e le carte seta usate per avvolgere le bottiglie) disegnate per il Chianti Classico Casanuova di Nittardi della omonima Fattoria negli ultimi 29 anni. Lo si potrà fare fino al 28 ottobre andando al Palazzo Coveri in Lungarno Guicciardini 19 a Firenze e poi dal 17 al 26 novembre al Palazzetto Cenci di Roma, con ingresso libero.

Un’idea come questa, di incaricare cioè ogni anno un artista importante di “illustrare” il proprio Chianti, non poteva venire che ad uno che l’arte la bazzica. Ed è sicuramente il caso di Peter Femfert, importante gallerista con la sua Die Galerie di Francoforte ma anche chiantigiano di elezione, perché nel 1981 “senza sapere cosa compravo”, come ammette candidamente, faceva sua una antica tenuta appartenuta al Buonarroti e che prende il suo nome da Nectar Dei, perché non a caso assai vocata alla produzione di vino di qualità già dai tempi del genio fiorentino.

Oggi, nella sua vorticosa vita trascorsa in buona parte a girare intorno al mondo, Femfert è comunque assieme alla moglie e compagna di avventure Stefania Canali ogni due o tre settimane a Castellina in Chianti (o nella Maremma di Magliano in Toscana, dove c’è il secondo capitolo della loro storia di vignaioli) perché il vino ha assunto sempre più importanza: 12 ettari di vigneto e 150mila bottiglie sono un patrimonio da gestire con cura in un mercato sempre più concorrenziale. Proprio per questo sono intense le puntate all’est, in particolare Cina, Hong Kong, Vietnam.

Infine, i vini: quest’anno ottimi riconoscimenti ha avuto il maremmano Ad Astra 2008, fresco ed ampio al naso, con delicate venature verdi e assai bevibile. Fine e con uno svolgimento di beva sicuro e ficcante il Chianti Classico Casanuova di Nittardi 2009. Spiccata maturità del frutto e qualche sbavatura alcolica nel Chianti Classico Riserva Selezionata 2008, mentre innegabile la consueta eleganza e potenza del Nectar Dei 2008, vino importante, profondo, senza cedimenti verso opulenze “maremmane” che oggi sembrano state fortunamente messe da parte.

Nella prima immagine, Peter Femfert; nella seconda e terza la carta seta per le bottiglie e l’etichetta di Pierre Alechinsky per il Chianti Classico Casanuova di Nittardi 2009

Riccardo Farchioni

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