Una pasta per l’Italia/2: il grano Armando

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Italiani, popolo di santi, di poeti, di navigatori e di…mangiatori di pasta! Basta leggere qualche semplice statistica per rendersi conto di un fenomeno che ha rilevanti impatti sulla nostra vita culturale ed economica; guardiamo ad esempio le tabelle qui sotto prese dal sito www.pasta.it :

 

L’Italia produce da sola tanta pasta quanto gli USA, il Brasile, la Russia e la Germania messi assieme! Ognuno di  noi, poi, mediamente ne mangia il triplo di un americano, quasi 5 volte più di un tedesco, oltre 6 volte più degli amici spagnoli! 28 kg procapite l’anno, fanno circa 350 porzioni da 80 gr, il che equivale all’incirca ad un piatto al giorno per tutti i giorni dell’anno! Numeri che si commentano da soli e che ci fanno capire come il problema della garanzia di qualità su un prodotto tanto popolare debba essere preso assai seriamente. E invece l’italiano medio, probabilmente anche a causa di una poco efficace campagna di informazione, continua ad essere un consumatore pigro e poco attento: quando va bene si affida a marchi industriali di larga diffusione, quando va male pesca tra gli scaffali degli hard-discount, dove è facile incappare in prodotti di provenienza quanto meno “discutibile”. E’ così paradossale quanta poca attenzione venga riservata ad un alimento tanto centrale della nostra dieta quotidiana!

Avevamo già affrontato il tema qui “Verrigni e Valentini – una pasta manifesto per l’Italia” e l’occasione per un approfondimento mi è stata offerta nel corso dell’ultima Anteprima Taurasi (la manifestazione dedicata alla valutazione dell’ultima vendemmia del rosso campano) grazie ad uno degli sponsor dell’evento: il grano Armando.

Armando è il nome del capofamiglia e fondatore della De Matteis Agroalimentare SpA, società con sede nella provincia di Avellino, specializzata nella produzione di pasta di alta qualità (è loro il marchio “Pasta Baronia” assai diffuso in Campania). Da sempre attenti ad un’impostazione etica degli affari, i De Matteis un paio d’anni fa iniziarono a lavorare ad un progetto che aveva l’obiettivo di lanciare una nuova pasta nel segmento premium. Nacque così, in collaborazione con il consorzio Coseme, il grano Armando, con cui si è dato il nome ad una particolare selezione di grano ad altissimo contenuto proteico e ad un nuovo marchio che nascono da una filiera integrata al 100% italiana.

L’idea di base è la stessa dei Verrigni-Valentini, ossia produrre una pasta di qualità utilizzando grano esclusivamente italiano e seguendo in prima persona tutte le fasi di trasformazione del prodotto. Mentre i Verrigni-Valentini producono in proprio e fanno macinare il grano in un mulino di loro fiducia, i De Matteis utilizzano un mulino di proprietà (caso assai raro nel panorama dei grandi pastifici nazionali) e ricercano la massima qualità della materia prima grazie ad un contratto di filiera molto “incentivante”. All’agricoltore che sottoscrive il “patto di qualità” Armando viene garantito un prezzo minimo etico e remunerativo, con bonus che possono arrivare  anche al 10% per produzioni di alta qualità e con particolare contenuto proteico. In un mercato fortemente speculativo e con un’elevatissima volatilità dei prezzi delle materie prime, le aziende agricole possono così pianificare investimenti ed operatività con meno patemi d’animo, a patto però di garantire il rispetto di rigorosi standard di qualità e purezza delle semole.

Mi racconta Gabriella De Matteis, responsabile della comunicazione: <<Armando non è solo un brand, ma un ambizioso progetto che ha le sue radici nella centralità dei rapporti umani ed il suo fine ultimo nella creazione di un forte legame tra tutti coloro che “vivono di grano”, rendendo tutti ugualmente protagonisti. Abbiamo già coinvolto una decina di aziende agricole in tutta Italia, per un totale di ben 6000 ettari: abbiamo voluto conoscere personalmente gli agricoltori, li abbiamo invitati qui da noi, raccontandogli del progetto e discutendone i dettagli con loro, che hanno colto con entusiasmo questa grande opportunità di sviluppo e di qualificazione per il loro lavoro. Inoltre Armando non si ferma ai rapporti tra noi e i produttori: vogliamo coinvolgere anche i consumatori, che hanno la possibilità, acquistando una confezione di pasta, di registrarsi sul nostro sito www.granoarmando.it e di attribuire “crediti” ai produttori preferiti, fornendo loro ulteriori incentivi. Incentivi che non restano solo “virtuali”, perché a fine anno i produttori che avranno ricevuto più crediti otterranno dei kit fitosanitari gratuiti. Tra i consumatori, invece, verranno estratti viaggi culturali ed enogastronomici per far conoscere la nostra bellissima terra. La distribuzione dei nostri prodotti per adesso è molto limitata perché il progetto è nuovo e dobbiamo farci conoscere, ma stiamo lavorando anche su questo, attraverso accordi con la grande distribuzione e la ristorazione di qualità. Insomma, noi siamo convinti sostenitori del valore della cultura contadina e della pasta intesa come prodotto agricolo di qualità e forti di questa filosofia andiamo avanti. Ah…mi faccia dire un’ultima cosa a cui tengo molto: dopo una fase progettuale durata circa un anno, siamo riusciti a realizzare una confezione a “impatto zero”. Il pack della pasta Grano Armando è realizzato con materiali compostabili, carte vergini e stampato con inchiostri di origine vegetale ed è completamente privo di materiali plastici. Può sembrare un dettaglio, ma è una cosa si cui siamo fieri e ci tenevo a sottolinearla>>.

Che dire di più? Che la pasta Armando uscirà in 15 formati, da quelli classici (penne, spaghetti, fusilli e tortiglioni, proposti in dimensioni leggermente più grandi rispetto ai formati industriali) a quelli giganti della tradizione campana, come paccheri e lumaconi. Dal punto di vista organolettico si tratta di una pasta molto tenace, consistente, che si lega bene ai condimenti e molto intensa nei profumi, oltre ovviamente ad avere un contenuto proteico superiore alla media. In bocca al lupo ad Armando allora, testimone di un’Italia che ci piace!

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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