Le presentazione delle guide de L’Espresso, riunione dell’enogastronomia italiana

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guide_espresso13-1FIRENZE – Ma sarà per caso un tantino futile, con i tempi che corrono, stare a parlare di guide di vini e ristoranti, anzi radunarsi in tanti per celebrare l’uscita sul mercato di pubblicazioni dedicate al mangiare e bere bene? Forse no. Forse bisognerebbe smetterla con il considerare l’enogastronomia come cosa leggera, perché questa, come ha ironicamente sottolineato Ernesto Gentili -che insieme a Fabio Rizzari è curatore appunto delle guida I Vini d’Italia-, “futilmente” costruisce ogni anno il 15% del Pil italiano (sui 200 miliardi di euro, per dare un’idea), seconda solo al manifatturiero, con esportazioni che si aggirano sui 25 miliardi, in progresso sensibile ed anticiclico (con il vino a tirare la volata, +8% secondo gli ultimi dati aggiornati al settembre scorso) e con ulteriori ampii margini di migliorabilità, se solo si sapesse “fare sistema” un po’ meglio, visto che in percentuale sul fatturato, su un campo in cui non siamo secondi a nessuno, ci battono invece sia Germania che Francia.

guide_espresso13-18Che le cose stiano cambiando? In occasione del “suo” grande raduno annuale, Enzo Vizzari, curatore da 13 anni dell’intero settore guide (in questi giorni ne esce anche una sui Salumi d’Italia), riceve ormai la più ampia collaborazione da parte del gruppo editoriale (purtroppo Carlo Caracciolo non può più essere presente e Carlo de Benedetti è veramente l’unico a mancare), della testata (presente il direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto), di Pitti Immagine (che fornisce la Stazione Leopolda) e incassa la partecipazione del sindaco Matteo Renzi, al quale molti ormai in Italia guardano con attenzione e che si gode il bagno di una folla “qualificata”.

guide_espresso13-2E in tutto ciò si pescepisce sempre meno, rispetto alle scorse edizioni, la frivolezza dello show degli chef superstar che fanno la passerella sul palco, e sempre più la ricerca di uno stato dell’arte, sempre più il materializzarsi di un’occasione da parte di cuochi, vignaioli, ed ovviamente osservatori, per capire, per confrontarsi, per essere rassicurati e rassicurare. E chi è assente, fra i premiati (vedi il sommo Massimo Bottura), è giustificato perché è all’estero, e sta rappresentando la nuova cucina italiana che è in larga parte radunata qui, e che sa battersela con convinzione con le “ventate” spagnole o scandinave, edificata com’è su un gruppo di colleghi-amici che ne rendono solida l’impalcatura più di quanto abbiano fatto i grandi individualisti-rivali Santin/Marchesi o Vissani/Pierangelini.

guide_espresso13-16Certo, le note dolenti non mancano: il saldo negativo fra le aperture e le chiusure dei locali, una fascia media che strozzata dalla diminuzione dei consumi e dei pasti fuori casa fatica a mantenere uno standard soddisfacente ed è presa dalla tentazione di risparmiare sulle materie prime, la fascia bassa che sprofonda in termini di qualità. In questo le guide devono servire da pungolo per migliorare, esprimere giudizi il più possibile imparziali, rigorosi e “di servizio”, stilati da “ispettori” con l’orizzonte culturale ampio, supportati da una struttura editoriale che sulle guide “non campa” (specie dopo la sentenza sul lodo Mondadori ed annesso risarcimento ultramilionario, verrebbe da ironizzare). E su questo, qualche battutina su Tripadvisor Vizzari non ha saputo trattenerla.

guide_espresso13-15Ma ecco i “piani alti” de I Ristoranti d’Italia 2014 (19,50 euro, 7,50 euro la app per smartphone): 26 “eccellenze” (i “tre cappelli”, punteggi da 18/20 in su), 63 “due cappelli” (punteggi fra 16,5 e 17,5), 382 “un cappello” (punteggi da 15/20 in su). La Lombardia è la prima regione in fatto di tavole di qualità (60), seguita dalla Campania (44), dall’Emilia Romagna (31), dalla Toscana (30) e dal Veneto (29). I “tre cappelli” sono tre in più dell’anno scorso e Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena è primo assoluto con 19.75/20. I progressi: il Piazza Duomo di Ragusa sale a 19.5, il Villa Crespi di Antonio Cannavacciuolo di Orta San Giulio a 19/20 affiancando fra gli altri Uliassi escluso invece dall’olimpo dalla guida del Gambero Rosso; l’Antica Corona Reale di Cervere, il St. Hubertus di Badia, La Peca di Lonigo, l’Osteria del Povero davolo di Torriana raggiungono 18,5/20; Agli Amici di Udine, Da Vittorio di Brusaporto, Laite di Sappada arrivano alla soglia fatidica dei 18/20.

guide_espresso13-11La guida I Vini d’Italia 2014 (stessi prezzi) da parte sua recensisce 2100 aziende e 10.000 vini sui quasi 25mila assaggiati, 272 dei quali decretati “dell’eccellenza”, che hanno meritato cioé almeno 18/20. Una cosa da rimarcare è che sono ben 50 le etichette “eccellenti” prodotte da altrettante cantine che non avevano mai avuto questo riconoscimento. Segno tangibile di un generale miglioramento del livello della nostra vitivinicoltura, attribuibile da un lato alla maturità e all’equilibrio che, col passare del tempo, stanno raggiungendo le vigne piantate durante il “rinascimento enoico”, dall’altro a una fitta rete di viticoltori che nel frattempo hanno accumulato esperienze, conoscenze e consapevolezza.

Qui il top assoluto (e si parla di 20/20) è stato raggiunto da ben tre vini: il Barolo Riserva Vigna Rionda 2007 di Massolino, il Barbaresco Crichët Pajé 2004 di Roagna e il Moscato Passito di Pantelleria 2009 di Ferrandes. 61 massimi riconoscimenti sono andati al Piemonte, 56 alla Toscana, 64 al “blocco” del nord-est (29 al Trentino alto Adige, 20 al Veneto, 15 al Friuli) e si arriva cosi’ ai due terzi quasi esatti dell’eccellenza nazionale. I progressi più marcati sono arrivati dai vini bianchi, quelli altoatesini (soprattutto della valle Isarco), i campani, gli etnei, i Lugana e i Pigato. Sul versante dei rossi, hanno guadagnato il vertice della classifica non solo “vinoni”, ma anche vini che fanno della bevibilità e della piacevolezza i loro punti di forza, basti pensare al Bardolino di Giovanna Tantini, al Groppello di Pietro Pancheri o al Santa Maddalena di Georg Ramoser. E vale la pena ricordare che oltre un quarto dei vini “eccellenti” sono anche assai abbordabili, arrivando in enoteca sotto i 15 euro.

 

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Assaggi

guide_espresso13-5Bello l’agrume espresso al naso dal Franciacorta Brut Collezione Esclusiva Giovanni Cavalleri 2005  di Cavalleri, ribadito con potenza e decisione nelle note di limone e pompelmo che pervadono il palato; e belle le note di lievito e frutta gialla, intense, persistenti, che segnano il naso del Trento Extra Brut Riserva Lunelli 2006 di Ferrari; in bocca si dimostra compatto e forte, con un impatto gustativo inflessibile e tenace.

Note di miele e tisane nel bel Greco di Tufo Vigna Cicogna 2012 di Benito Ferrara, che parte in bocca subito pimpante, pieno e dinamico, esprimendo un bell’agrume saporito. Il Fiano di Avellino 2011 di Di Prisco è intenso e minerale, di grande eleganza “astratta” in una beva progressiva. Brillante, floreale, vivo e scorrevole il Fiano di Avellino 2012 di Pietracupa, che poi aggiunge un bell’agrume nella beva brillante; non è da meno, sempre di Pietracupa, un Greco di Tufo 2012 di grande pienezza ed impatto gustativo. Confronto fra Riesling con il Langhe Riesling Hérzu 2011 di Germano Ettore, che gioca sul registro intenso dell’idrocarburo e della pietra focaia, molto pieno. Più sfumato il Trentino Riesling Le Strope 2011 di Zanotelli, che profuma di fiori e di tisane, sfoggia una felice piacevolezza gustativa e chiude su bei toni affumicati.

guide_espresso13-6Assolutamente superbo il Barolo Riserva Monfortino 2006  di Giacomo Conterno: straordinariamente intenso, persistente e ampio al naso, esplode in bocca colpendo per la freschezza e per i seducenti toni “chiari”, minerali, fino ad un finale potente. Il Barolo Riserva Vigna Rionda 2007 di Vigna Rionda–Massolino esprime un quadro seducente, floreale e fruttato, è progressivo in una bocca che termina percussiva e potente. Il Barolo 2009 di Bartolo Mascarello ha naso deciso, con sensazioni quasi affumicate; maggiormente stilizzato al palato, ha un bel ritorno ampio nel finale. Di Mascarello Giuseppe e Figlio, il Barolo Villero in Castiglione Falletto 2008 stupisce per le seducenti note di incenso e per la straordinaria consistenza, inizialmente lieve e cremosa, poi più succosa, con tannini di straordinaria qualità; il Barolo Monprivato in Castiglione Falletto 2008 dello stesso produttoreè profondo, floreale, di una compattezza forse in deficit di dinamica, ma la bevibilità è indubbia. E’ un Nebbiolo pimpante e carnoso il Gattinara Molsino 2006 di Nervi, dalla beva elegantemente sanguigna, persistente, con un fruttato scalpitante e sapientemente gestito, e una punta vegetale. Il Barolo Riserva Bussia 2004 di Armando Parusso ha quasi dieci anni sulle spalle ma colpisce per forza e polpa al naso, è terroso e marcato da un seducente frutto nero che si adagia su una tessitura straordinaria e che si ravviva nel finale.

Straordinaria l’eleganza del Masseto 2010 di Ornellaia, dal gusto vellutato e dal tannino di bellissima finezza. Il Carmignano Riserva Piaggia 2010 di Piaggia – Vannucci Silvia mostra una curiosa dolcezza -quasi mielosa- al naso, che si conferma in una beva di carattere maturo e di bel dinamismo. Rimanendo ancora in Toscana, e spostandoci nel Chianti Classico,  il d’Alceo 2009 di Castello dei Rampolla esprime al naso una prugna leggera ed elegante, riproposta in una bocca straordinariamente fresca ed elegante. Castell’In Villa affianca ad un Chianti Classico 2009 dall’ottima scioltezza di beva e dai seducenti toni fumé, un Chianti Classico Riserva 2008 profondo e sensuale, con un palato di tessitura pressoché perfetta.

pezzarossaBuono l’Oltrepò Pavese Buttafuoco Bricco Riva Bianca 2009  di Andrea Picchioni, elegante, ampio al naso, che esplode letteralmente in bocca, dinamico e intenso, potente, buonissimo con la sua leggera terrosità. Dalle stesse terre, la forza di un frutto levigato dà verve al Barbacarlo 2011 (azienda omonima), che arriva prepotentemente in un finale percussivo. L’Amarone della Valpolicella Classico 2006 di Bertani sfoggia un bel fruttto maturo suadente e un andamente gustativo gentilmente progressivo, in cui alla dolcezza si affianca una acidità scintillante che cede il passo ad un finale larghissismo.

Altro rosso nazionale di grande stoffa il Taurasi 2006 di Perillo, dal naso arioso con belle note di erbe aromatiche e un frutto fragrante che si ripropone in un finale di beva scintillante. Sorprendente ed affascinante il pugliese Cfinoapasonato (senza annata) di Vinicola Savese, che affonda le radici nella tradizione:  imbottigliato dopo un soggiorno quasi trentennale nei cosiddetti “Capasonni”, le anfore della Magna Grecia in ceramica di Grottaglie di capienze comprese fra i 230 e i 280 litri, è un vino di 17,5% di alcol assorbito benissimo, che si allarga prepotente in bocca, invadendola di sensazioni di confettura e di frutta secca, seducendoti grazie a una bevibilità incredibile. Non può che apparire in qualche modo più convenzionale il celebratissimo Primitivo di Manduria Es 2011 di Gianfranco Fino, rosso di grande eleganza, potenza e struttura, tali da riuscire ad imbrigliare il non indifferente grado alcolico.

E non si può non concludere con il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 1999 di Avignonesi, con il suo consueto naso stordente di frutta secca e dattero, con la sua beva straordinariamente densa, che nella interminabile chiusura cede il passo ad una sensazione provvidenziale di maggiore freschezza.

I tre cappelli della guida I Ristoranti d’Italia 2014

19,75/20
Osteria Francescana – Modena

19,5/20
La Pergola – Roma; Le Calandre – Rubano (Pd); Piazza Duomo – Alba (Cn)

19/20
Casadonna Reale – Castel di Sangro (Aq); Combal.Zero – Rivoli (To); Uliassi – Senigallia (An); Villa Crespi – Orta San Giulio (No); Vissani – Baschi (Tr)

18,5/20
Da Renzo – Cervere (Cn); Dal Pescatore – Canneto sull’Oglio (Mn); Duomo – Ragusa Ibla (Rg);
Enoteca Pinchiorri – Firenze; Hotel Rosa Alpina-St. Hubertus – San Cassiano in Badia (Bz); La Madia – Licata (Ag); La Peca – Lonigo (Vi); Osteria del Povero Diavolo – Torriana – (Rn)

18/20
Agli Amici – Udine; Colline Ciociare – Acuto (Fr); Cracco – Milano; Da Vittorio – Brusaporto – (Bg); Hotel Devero Ristorante Enrico Bartolini – Cavenago di Brianza (Mb); Laite – Sappada – (Bi); Madonnina del Pescatore – Senigallia (An); Perbellini – Isola Rizza (Vr); Torre del Saracino – Vico Equense (Na)

Galleria fotografica

Riccardo Farchioni

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