Nuraghe Crabioni. Vermentino e cannonau con vista sul Golfo dell’Asinara

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A Sorso, nel nord della Sardegna tra Sassari e il mare, c’è una fontana che si dice dia la pazzia a coloro che vi si abbeverino. Chissà se è vero. Di sicuro a Sorso al di là dell’acqua ci sono grandi vini, e  un terroir incredibilmente favorevole alla viticoltura, ancora oggi sottostimato o poco conosciuto. Nelle morbide colline che vanno dal mare all’entroterra attorno ai centri di Sorso e Sennori, si estende quella che viene chiamata Romangia, una macrozona con vista mozzafiato che spazia dal Romangia vigneGolfo dell’Asinara fino a Castelsardo e alle coste della Corsica meridionale. Qui si coltiva uva da sempre, uva reputatissima, ma che fino a non molto tempo fa veniva coltivata prevalentemente in piccoli appezzamenti familiari, che non riuscivano ad avere uno sbocco commerciale sul mercato, o che venivano utilizzate come rinforzo per vini d’altre zone; oggi le cose stanno lentamente evolvendosi: nascono aziende in grado di investire in tecnologia, in qualità, in nuovi impianti, per poter raggiungere il mercato nazionale e estero.
Come Nuraghe Crabioni, società di recente fondazione (la loro prima vendemmia è del 2007), dotata di 35 ettari di cui 21 vitati. Maurizio Seghene, uno dei soci fondatori, mi accoglie a Sorso e mi guida attraverso strade in saliscendi nelle splendide campagne di Romangia. Maurizio Seghene Nuraghe CrabioniUn colle dalla forma di archetipo, quasi uno ziqqurat , si innalza e crea la vallata dove nasce la cantina. Poco oltre il cancello, i resti di un nuraghe, il nuraghe Crabioni da cui deriva il toponimo della località e il nome dell’azienda. Poi ecco la cantina, non griffata ma ampia e soprattutto energeticamente efficiente, interamente coperta di pannelli fotovoltaici.

Le vigne si estendono nei declivi tutt’intorno, a quote intorno ai 70 metri d’altitudine, tranne la prima vigna a cannonau, chiamata Marrizza, impiantata nel 2006 a pochi metri dal mare, che ha caratteristiche del tutto peculiari.

In principio furono tre ettari a vermentino e tre a cannonau, poi man mano sono stati impiantati nuovi vigneti, tra cui uno a moscato, e infine due ettari a cagnulari ancora non in produzione. Ad oggi, la media è di circa 60.000 bottiglie annue, e l’intenzione è di crescere ancora, mettendo a dimora nuovi vigneti.

Entrando nella cantina si resta stupiti per la grandezza degli ambienti: «Li abbiamo realizzati già in funzione di un uso più intensivo» spega Maurizio, «in modo da renderla adatta a lavorare le uve dei vigneti che ancora devono entrare in produzone e di quelli che dovranno essere impiantati. Poi realizzeremo anche un angolo per l’accoglienza e la degustazione, che ancora nonNuraghe Crabioni c’è ma che stiamo progettando. Per noi l’accoglienza di chi viene a comprare il vino in loco è importante, vorremmo poi ospitare eventi e concerti qua alla cantina… Ci stiamo lavorando!»

Nel frattempo il sole si sta lentamente avviando a tramontare dietro il profilo dell’Asinara, dopo una torrida giornata d’agosto. La temperatura interna alla cantina è fresca, nonostante non sia una struttura interrata. Ma non ci sono condizionatori per rinfrescare l’aria: il fresco che si sente proviene dalle cisterne d’acciaio. Sono loro ad essere termocondizionate, e di conseguenza tengono fresco l’ambiente. «L’impianto fotovoltaico ci consente di coprire interamente il fabbisogno dei condizionatori. Anzi, una parte di energia prodotta riusciamo a venderla alla rete elettrica: quello dei pannelli è stato un investimento che piano piano negli anni si ripaga da solo», ci dice Maurizio.
Passando vicino ai pallet dei cartoni pronti per le spedizioni, chiedo quali siano i mercati più importanti per i loro vini. Nuraghe Crabioni«Ovviamente l’Italia, ma per noi contano moltissimo  gli Stati Uniti. Poi ultimamente stiamo lavorando anche col Giappone…». Negli USA, ci dice, va molto il cannonau, che copre un 60% dell’esportato rispetto al 40% del vermentino nella versione base. «Oggi il nome “Sardegna” è ben conosciuto, e riesce ad esercitare fascino nei consumatori d’oltreoceano».

Camminiamo lungo la sala d’affinamento, dove sono allineati grandi contenitori in acciaio inox: ad oggi tutti i vini aziendali fanno affinamenti solo in acciaio e in bottiglia; c’è l’idea di fare in futuro prove di affinamento in legno per i rossi, in ogni caso il fulcro della produzione rimarrà incentrato sull’acciaio, che alla prova dei fatti mantiene al massimo le caratteristiche fondamentali dei vitigni qui coltivati.
Nuraghe Crabioni vigneL’acciaio è il colore che domina in questa parte della cantina: dalla pressa, ai tubi dell’impianto di condizionamento, ai sistemi di filtrazione, ai contenitori e alle pompe. Sulla carta, tutto questo potrebbe dare l’impressione di una struttura un po’ algida, a vini troppo tecnologici… Anche perché si utilizzano lieviti selezonati e filtrazione del vino… E invece, all’assaggio, questi vini si rivelano tutto il contrario di freddi vini tecnologici: qui la tecnica è solo uno strumento per dare espressione al vino. Poi il terroir parla da sé, questi sono vini con salde radici di Romangia, territoriali, minerali, espressivi e sfaccettati. Capaci di bilanciare la potenza calda dei colli di Sorso con la freschezza minerale dei suoli e con l’escursione termica dei venti del Golfo dell’Asinara.
Complimenti quindi a questa giovane azienda sarda, che speriamo diventi un faro per altre nuove realtà locali, in grado di trainare verso la ribalta internazionale un terroir, quello di Romangia, che merita ben maggiore attenzione da parte del mondo del vino.

I VINI

Vermentino di Sardegna Nuraghe CrabioniVermentino di Sardegna DOC Nuraghe Crabioni 2012 (13,5%)
Da terreni argillosi-calcarei con innesti sabbiosi, è un vermentino che è ingiusto definire “base”: è fresco, floreale, affascina il palato con la sua snella acidità e un corpo bilanciato. Piacevolmente agrumato, con note di arancio amaro, ha una notevole persistenza in bocca e una bevibilità straordinaria, tenuta viva dal finale leggermente amarognolo classico del vermentino.

Vermentino di Sardegna DOC Kanimari 2011 (13,5%)
Il nome deriva dalla località in cui sono impiantate le vigne. Naso compatto, più austero del fratello minore, rispetto a cui viene vendemmiato due settimane dopo; punta meno sui toni floreali e più su queli minerali. Il sorso è ampio, severo, roccioso, di gran sapidità e lunghezza, con la classica chiusura amarognola. Ottimo con piatti di pesce assai strutturati, è il vino che apprezzano maggiormente i clienti giapponesi. La versione 2010 ne conferma i tratti potenti e muscolari. Un vino di razza.

Bianco IGT Romangia Sussinku 2011 (14%)
Vermentino in purezza come gli altri, è un IGT in quanto non rientra nei parametri della DOC a causa del residuo zuccherino maggiore. Paglierino dai riflessi verdeoro, nasce da una selezione in vigna delle migliori uve. Ha naso caldo, fruttato, con note d’arancio e albicocca matura, in bocca è un “vinone” ampio, ricco, giocato sul bilanciamento tra mineralità e potenza fruttata, di lunghissima persistenza.

Cannonau Nuraghe CrabioniCannonau di Sardegna DOC Nuraghe Crabioni 2011 (14%)
Nasce dal vigneto Marrizza, a pochi passi dal mare, 10 metri d’altitudine, su terreni argillosi-sabbiosi allevato a cordone speronato. Vinificato e affinato in acciaio, il colore è il rubino trasparente assai scarico classico del vitigno, ma il naso e l’assaggio riservano sorprese intriganti. Ha raffinate note vegetali e minerali, a tratti ematiche. In bocca è ampio, sapido, dal tannino setoso ma vivo. Particolarissimo per la sua raffinatezza, ha un incedere lungo e signorile, con tratti diversi dagli altri cannonau isolani. Sarà la vicinanza al mare, o il terreno, o i cloni… ad istinto lo definirei un vino che parla più francese che sardo, un ponte verso le grenanche del Rodano, con quel mix bilanciatissimo tra sottile erbaceo, terroso e sanguigno… Un vino che stupisce, di una bevibilità disarmante, grazie anche al finale leggermente amarognolo. Da tenere molto in considerazione.

Rosso Romangia IGT Vendemmia tardiva 2008 (16,5%)
Da uve cannonau in purezza lasciate appassire sulla pianta. Vino da dessert o da meditazione dal color porpora e un naso che ricorda il miele di castagno, la ciliegia stramatura, con un impatto in bocca caldo e alcolico e una dolcezza non troppo evidente,  mitigata dal tannino e dal leggero finale amarognolo. Un vino molto particolare, assolutamente non “piacione”, ma che anzi può suscitare in alcuni grande approvazione e in altri perplessità. Adatto di sicuro alla meditazione, al cioccolato amaro, all’abbinamento con il sigaro. Un vino per certi aspetti antico nell’impostazione perentoria del suo carattere caldo, mediterraneo e deciso.

moscato di Sorso Nuraghe CrabioniMoscato di Sorso-Sennori DOC Nuraghe Crabioni 2011  (14,5%)
100% moscato bianco, da vigne (al momento 1,5 ettari) allevate a controspalliera con resa di 50 quintali di uva per ettaro, su terreno misto di calcare e argilla. Nel bicchiere è di uno stupendo oro antico, sfoggia eleganti profumi di albicocca e fichi secchi. In bocca è morbido, opulento, lunghissimo, per niente stucchevole, grazie all’acidità viva e rinfrescante. La pulizia, sia in bocca sia all’olfatto è perfetta, è un vino ricco, senza sbavature, di bellissima fattura: puro piacere dorato.

Per dare un riferimento dei prezzi di questi vini, riporto il costo in cantina a cui va aggiunta l’IVA:
Vermentino Nuraghe Crabioni 6,20 euro; Kanimari 6,60; Sussinku 7,80. Cannonau Nuraghe Crabioni 6,50; Cannonau passito (bott. da 0,375 l) 6,50; Moscato di Sorso e Sennori  (bott. da 0,375 l) 6,50.
Visita in azienda effettuata il 6 agosto 2013.

Nuraghe Crabioni – Tresmontes Società Agricola srl
Sede legale Via Umberto, 30, 07037 Sorso (Sassari)
Cantina: loc. Tresmontes – Lu Crabioni, Sorso
tel. +39 079 351217
tresmontes@libero.it
www.nuraghecrabioni.com

Link Google Maps

Coordinate Google Maps
40.846468, 8.628708

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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