Fra ottoni, magie e bottiglie di vino… Al “Brindisi” di Ferrara!

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brindisi 4Quattro o cinque anni sono passati, da quando abbiamo avuto il piacere di conoscere per la prima volta Federico Pellegrini, attuale proprietario di una delle più antiche enoteche di Ferrara, al “Brindisi”. L’osteria esisteva già nel 1435, quando si chiamava “Hostaria del Chiucchiolino” (da “ciuc”, ubriaco). All’epoca ci si arrivava in barca dall’attuale via degli Adelardi, allora via del Gorgadello proprio perché vicina ad una piccola insenatura. E, vista la indubbia fama di questo locale non vorrei finire per risultare retorica azzardando una recensione fra le tante. Mi limiterò a raccontarvi una storia, che sa di favola e, invece, è realmente e magicamente accaduta.

brindisi 5Entriamo al “Brindisi”, per caso, alle 18,30 circa di un giorno di fine agosto, non ricordo precisamente la data, ma ricordo che eravamo a Ferrara in occasione della settimana di spettacoli dei Buskers, fantastici musicisti di strada. Il Ferrara Buskers Festival è una delle più grandi manifestazioni al mondo dedicate all’arte di strada, nata nel 1988 con l’intento di valorizzare la figura del musicista di strada e per far conoscere una città ricca di storia e fascino: obiettivi pienamente raggiunti.

Dicevo, dunque, dopo più di un’ora di musica dal vivo goduta appieno nei vari angoli della città, ci siamo presi una pausa e siamo entrati nell’enoteca. Abbiamo subito capito che non era un luogo qualsiasi, ma un covo “intellettuale” di ottoni: brindisi 1trombe, sax, clarinetti, tromboni… E poi, foto ingiallite di musicisti jazz famosi e meno famosi, e per finire una saletta dove dietro a recinzioni di legno chiaroscuro si è presentata ai nostri occhi una vera collezione di bottiglie: è stata un’emozione simile a quella provata nell’entrare in una vecchia biblioteca, dove si respirano sogni di secoli.

Abbiamo impiegato circa venti minuti ad ordinare. Troppo presi dal guardarci attorno… Volevamo solo un vino, ma abbiamo curiosato anche il menu ed eravamo indecisi se anticipare la cena. Ma poi proprio lui, Federico, un ragazzo alto ed affascinante, che ci è immediatamente apparso oste autenticamente estroso, con lo sguardo magnetico ci ha salvato dall’impasse: “Volete bere brindisi 2un vino?” “Si!” – ho detto io, presa dall’entusiasmo…. E dopo quel “si” è stata una carambola di assaggi, tutti perfettamente spiegati nelle loro radici, caratteristiche organolettiche, profumi, storie più o meno curiose. Di quel lontano giorno non ricordo bene i vini e i cibi assaggiati, anche se da Federico siamo ritornati più e più volte, con lo stesso piacere, assaporando vari vini tutti sempre giustificati dall’oste.

Solo per citarne alcuni: dalla Toscana vermentino nero (degustato un Terenzuola 2009) e massaretta (degustato il rosso dei Colli del Candia 2010 di Cima e il Formarossa – Terre Apuane 2011), il pignolo dal Friuli (degustato La Tunella – DOC Colli Orientali del Friuli, in purezza), dall’Emilia il malbo gentile (degustato il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC) e ancellotta (degustato un’ancellotta in purezza della ditta Baccichetto), dal Trentino vitigno majere (degustato Majere La Cadalora), dalla Campania pallagrello, un vitigno autoctono casertano, a bacca sia bianca sia nera, la cui provenienza risale presumibilmente all’antica Grecia (degustato un rosso, Montecardillo dell’Azienda Sclavia e un bianco, Calù, stesso produttore: ottimi!). Ma la lista non termina certo qui.

Altro punto di forza del “Brindisi” è la mescita di vino al calice, e qui sono da provare i vini poco conosciuti del Bosco Eliceo, i cosiddetti “vini delle Sabbie”. La particolare umidità, le nebbie, l’aria e il terreno salmastro per la vicinanza del mare determinano il carattere dei quattro vini D.O.C. del Bosco Eliceo: Fortana, Merlot, Sauvignon, Bianco del Bosco.

brindisi 6Di questi vini Federico e i suoi collaboratori sanno veramente tutto. La loro degustazione è una vera esperienza organolettica, diversa da ogni altra che avevo personalmente fatto e penso che per molte altre persone sarebbe lo stesso. Questo viaggio fra i vini “salmastrosi”, come mi piace definirli, varrebbe da solo la visita al “Brindisi”, da Federico,. Vini non facili al palato, ma che rimandano in modo inconfutabile alla radice della loro terra, un po’ come gli ossi di seppia di Montale… per capirci! E la stessa meraviglia che si percepisce nelle poesie di questo grande genio del ‘900, si avvertono sorseggiando questi vini, anch’essi talora “distonici” rispetto alle nostre corde, ma dai quali si possono percepire e svelare interessanti segreti.

Anche le scelte in cucina, che sono più che altro di accompagnamento ai vini, combinazioni particolari ed estrose come il titolare. La mia scelta cade quasi sempre sul piatto di carne salada con una bella insalatona mista che Federico serve con del pane di cereali abbrustolito e delle perle di crema di aceto balsamico di Modena, per restare giustamente in Emilia… Poi, l’ampia selezione di formaggi, che non ho mai sentito (a causa una mia avversione verso i latticini), ma che da voci raccolte in sala si sposa perfettamente con molti dei vini dell’enoteca.

brindisi 3Questo luogo davvero ha un che di magico e intensamente vissuto, ma la magia che vi volevo raccontare oggi, accennata all’inizio dell’articolo, è una magia molto personale … alla quale adesso sono affezionata un po’ come Linus alla sua copertina blu. Quel lontano giorno che data il primo incontro con Federico, gli scrissi un biglietto, sulla carta gialla data dal locale come tovaglia (sulla quale, fra l’altro, è scritta la storia antica del Chiuchiolino). Era un biglietto sentito, gioioso in perfetta armonia con il simpatico oste e il suo locale… un biglietto di certo rallegrato anche dalle numerose degustazioni, ma di certo esprimeva una mia intima verità.

Ecco, quel biglietto, Federico lo ha conservato inquadrandolo come parte del “Brindisi”, così come le trombe, gli ottoni, i libri e le bottiglie… e quando dopo circa un anno siamo tornati da lui, il rivederlo là, corredato dal sorriso del proprietario che appena entrata, ricordandosi di noi (nonostante ci vedesse solo per la seconda volta) me lo ha rammentato con lo sguardo, è stata davvero una magia, un’emozione….non voglio sembrare un’incallita romanticona o addirittura smielata. Sono altresì convinta che la bellezza di un locale, non è solo bere un buon vino o mangiare un buon cibo, ma è un valore aggiunto che si dà a queste cose.

E Al Brindisi è così….provare per credere!

Enoteca al “Brindisi”
Via Adelardi,11 – 44100 Ferrara
Tel. 0532471225
www.albrindisi.net
email: fred.brindisi@libero.it

 

 

 

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Francesca Ciuffi

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