La cucina livornese della Locanda La Vedetta a Montenero (e la poesia delle “cozze al tramonto”)

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interno1Riuscire a mangiare quello che si trova ormai in poche trattorie o osterie livornesi. E poterlo fare qui, in alto, a Montenero, poco sopra il santuario della Madonna delle Grazie, con un bellissimo panorama sul mare di giorno, sulle luci di Livorno la sera e, all’ora giusta, su di uno spettacolare tramonto. Come idea non è male, ed è l’idea che sta dietro la nuova Locanda dell’hotel La Vedetta, in decadenza fino a che nel gennaio scorso due amici, l’architetto Fabio Spadoni da Pontremoli e l’avvocato Luigi Napoli, calabrese, non si sono messi in testa di rilevarlo e farlo tornare bello.

TerrazzaUn 3 stelle tornato dunque a vestire con dignità l’abito della signorile dimora toscana appartenuta ad un console danese che stanco della città di Pisa si stabilì qui. Ora La Vedetta è aperto tutto l’anno con le sue camere linde e, presto, una suite con piccolo giardino privato. E con il bonus di un terrazzo dove fare colazione nelle mattine d’estate.

Ma è la Locanda, forse la novità più interessante da segnalare, perché qui è stato chiamato un cuoco, il livornese Domenico Russo, che Staff_Orizzontalesa intepretare molte delle ricette tradizionali che ormai pochi riescono a trovare a tavola, inflazionatissimo cacciucco a parte. E le interpreta, facendosi aiutare da un po’ di cultura e un po’ di tecnica (quanto basta!), in modo più gentile, stemperandole nei toni: magari, per dire, cuocendo a parte preventivamente e lentamente  l’aglio in modo da limitarne l’invadenza aromatica ed aumentarne la digeribilità.

E se nel repertorio di piatti non mancano le Acciughe alla povera con le melanzane, l’apertura trionfale è per le Cozze alla livornese, pietanza di straordinaria opulenza dove le cozze cotte col Chef_Domenico_Russopomodoro (chilometro zero, naturalmente, grazie ai “pisanelli” fortunosamente reperiti, fra gli ultimi della stagione) coabitano con le polpette fatte di carne e pane bagnato nel latte. Nella pasta, fatta in casa con sei uova, tre tuorli per ogni chilo di farina, mezzo bicchiere d’acqua e mezzo di vino per dare quel tocco in più di profumi e di acidità, ci sta anche un po’ di semola. E nei Ravioli di cernia agli scampi (la polpa del pesce, nel ripieno, è amalgamata con un po’ di ricotta) i sapori sono netti e scanditi.

Insomma, piatti radicati nella storia (c’è anche la carne in carta: il coniglio, la tagliata…), ed eseguiti con il garbo delle Seppie in zimino cozze al tramontomodificate nella forma (il tortino di bietola è a parte) dove si avverte una cottura controllatissima. Ed è vera poesia, recitata con la sonora parlata livornese, quella delle Cozze al tramonto, dove nella padella il giallo dell’uovo si mescola con il rosso del pomodoro evocando i colori che si ammirano, per esempio, dalla terrazza Mascagni o, magari, in quella de La Vedetta.

Il dessert, infine, dal titolo modesto di Dolce con crema e frutta fresca, indica chiaramente l’intima vocazione dello chef per la pasticceria.

la-vedetta-dessertAntipasti a 6-7 euro, primi a 7-8 euro, secondi a 9-10 euro, dolci a 4 euro, per un pranzo o una cena vista mare al fresco della montagna, o nelle sale interne con arredi dominati da un bianco luminoso.

Hotel La Vedetta e La Locanda de La Vedetta
Via della Lecceta, 5 – Montenero (Li)
Tel. 0586579957
www.hotellavedetta.it

 

 

Riccardo Farchioni

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