Aspettando la primavera: due Moscato d’Asti da cercare a Vinitaly

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adriano-moscatoLo so, quando si parla di Moscato, e in particolare di Moscato d’Asti, è facile perdersi nelle descrizioni di fiori e frutti, grazie alla dolce e composita aromaticità che questo vino-vitigno si porta con sé. Ma se parliamo di corrispondenze tra vino e natura, fra profumi dei vini e profumo dei campi, la primavera incipiente che pian piano sta sbocciando è il periodo più adatto per ricercarle. Questo piccolo esercizio l’ho fatto con due dei Moscato d’Asti più interessanti e rappresentativi della tipologia. Due vini anche diversi fra loro, perché nati in territori diversi, ma che proprio per questo ci aiuteranno nel nostro piccolo esercizio.

Partiamo con il Moscato d’Asti della cantina Adriano Marco e Vittorio. Ricavato da uve coltivate su una collina tufacea a 250 metri di quota esposta a nord-est, con sistema di potatura a Guyot e allevamento a contro-spalliera, viene elaborato con metodo tradizionale: fermentazione in autoclave e conseguente arresto della stessa una volta raggiunti i 5 gradi alcol. In questi casi riveste molta importanza la data della vendemmia, dato che il residuo zuccherino che fornirà la dolcezza al vino dipende dai gradi di arresto della fermentazione, ma soprattutto dal potenziale alla vendemmia. L’imbottigliamento avviene con sistema iperbarico per garantire la presenza di una sovrappressione carbonica in bottiglia, così il vino si presenterà frizzante (pétillant). Infine, viene confezionato con tappo raso.

vajra moscatoDunque partiamo con le corrispondenze: in primavera la scelta dei profumi è vastissima, ma in questi giorni ho intorno fresie e giacinti , ciò che in fondo mi ha suggerito di aprire una bottiglia di questo vino. E così la mia prima impressione si è consolidata: la nota di fresia e giacinto, accompagnata dalla rosa e dall’agrume, fanno buona compagnia a sensazioni più vegetal-balsamiche come la salvia e a una nota di fiori di pesco. In bocca tutto ritorna in piena corrispondenza, ma addolcito e sostenuto dagli zuccheri, ben presenti, e dall’acidità, che riconduce il tutto su note conclusive di agrume e tiglio. Come dire: anticipo di primavera.

Il secondo vino, il Moscato d’Asti di G.D.Vajra, ci porta nel pieno degli aromi primaverili. La nota tecnica ci parla di un vigneto a pieno sud, nel comune di Mango, in cima a una collina. La tecnica di cantina è simile a quella precedentemente esposta, ma diverso è il risultato in bottiglia. Qui si gioca con l’eleganza, ma anche con la solarità e la cremosità. Così le note primaverili appaiono più piene e si arriva fino ai primi frutti con l’odore di albicocca e di fiori di ciliegio, frutti esotici che già preludono all’estate. Mentre la freschezza dissetante è quella di un bel giorno di maggio. Insomma, sensazione di primavera piena e calda, come sempre la vorremmo. E un buon Moscato vorremmo sempre che ce la ricordasse così.

Riferimenti utili:

http://www.adrianovini.it
http://www.gdvajra.it

Lamberto Tosi

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