Ciliegiolo: altro che uva da taglio! Ciliegiolo d’Italia docet

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Ci sono figli di un Dio minore e figli di un destino un po’ beffardo, come per il ciliegiolo, storico vitigno italiano che ha potuto, fino a poco tempo fa, e nella maggior parte dei casi, rivestire soltanto il ruolo di uva da taglio, soprattutto in vini dominati dal sangiovese, per regalargli profumi e morbidezza. Eppure, secondo studi sulla sua origine, si pensa possa essere addirittura il “padre” proprio del sangiovese, se si scarta l’altra ipotesi che lo vede importato dai pellegrini di ritorno dal Santuario di Santiago di Compostela.

vigna13Da circa un anno è nata in Umbria, a Narni, a pochi chilometri da Terni, un’associazione di produttori che hanno aderito a un disciplinare che certifica l’adozione di determinate norme produttive più rigorose rispetto a quello per l’Igt, e che si contraddistinguono grazie all’utilizzo di un bollino in etichetta. L’associazione produttori Ciliegiolo di Narni, composta da sette realtà locali, è capitanata da un presidente che di quest’uva ha fatto la sua missione: caparbio ed ostinato, Leonardo Bussoletti, titolare dell’omonima azienda vinicola a Narni, insieme agli altri soci ed all’amministrazione locale e provinciale, è riuscito a realizzare una manifestazione, Ciliegiolo d’Italia, che il 16 e 17 maggio ha riunito 30 produttori umbri, toscani, liguri, marchigiani, laziali e pugliesi, per mettere a confronto i vini ottenuti da terreni e climi molto diversi gli uni dagli altri. Con Ciliegiolo d’Italia, grazie ai banchi di assaggio ed ai vignaioli presenti, e grazie ai convegni e degustazioni guidate è stato possibile conoscere questo vitigno più da vicino e capire quali sono i suoi punti forti, quali quelli deboli, e la grande diversità dettata non solo dai terreni e dal clima, ma anche dalla mano dell’uomo. Il Ciliegiolo è una varietà che non dà, di sua natura, vini opulenti. È schietta e se ben lavorata elegante e sinuosa.

Bussoletti“Mi ricorda per certe caratteristiche il Pinot Nero, uva che amo in particolar modo”. Ci racconta Leonardo. “Il ciliegiolo, proprio come il pinot nero, ha profumi delicati, pochi tannini, ed in bocca vira verso la finezza, invece che primeggiare per concentrazione e corposità. Proprio come il pinot nero, secondo la mia esperienza, preferisce un clima più fresco ed è per questo che l’80% dei miei vigneti sono esposti a nord. È precoce e va allevata con estrema attenzione per non incorrere in vini grossolani. Una volta vinificata, inoltre, può facilmente entrare in conflitto con i legni, che possono risultare troppo invasivi, oscurando, così, le sue caratteristiche varietali. Ho fatto molte prove con botti piccole e da un po’ di tempo mi sto rivolgendo a quelle più grandi, capaci di accrescere la trama del vino senza affogare la materia prima, facendo particolare attenzione al tipo di tostatura.

Abbiamo desiderato fortemente questa manifestazione perchè crediamo nelle capacità di questo vitigno da cui si possono ottenere vini non solo di pronta beva, ma anche da invecchiamento.” IMG_6091Ed in effetti è stato interessante, partecipando a Ciliegiolo d’Italia, assaporare le differenze tra una regione e l’altra, viaggiare per l’Italia e degustare le diverse lavorazioni ed interpretazioni. È stato interessante vedere come, ad esempio, il Ciliegiolo in Toscana dia vita a vini più alcolici, più concentrati al naso ed in bocca, come il Principio Ciliegiolo Toscana Doc 2013 di Antonio Camillo; vedere come l’affinamento in solo acciaio ti permetta di assaporare, in tutta la sua meravigliosa semplicità e bevibilità, la freschezza di questo vitigno, come per il 05035 Rosso Narni Igt 2014 di Leonardo Bussoletti; vedere come un uso ben pensato dei legni possa regalare grandi emozioni quando a rivestire il ruolo di protagonista è sempre il ciliegiolo, come per il Ciliegiolo di Narni Igt di La Palazzona. Ed è stato interessante fare quella verticale di Sassotondo, azienda dove il ciliegiolo fa da re, che con il suo San Lorenzo Ciliegiolo Maremma Toscana Doc 2010, 2009, 2004 e 2003, ha dimostrato che quest’uva, quando sapientemente trattata, gli anni non li teme, anzi: un 2004 signorile, fresco, in bocca polposo ed ancora carico di frutta e di un’incoraggiante acidità.

Una manifestazione, quella di Ciliegiolo d’Italia, che ha fatto nascere curiosità; un appuntamento che ha saputo, intelligentemente, annaffiare e far sbocciare un altro fiore all’occhiello del Bel Paese.

Roberta Perna

Roberta Perna (perna@acquabuona.it): del cibo e del vino non potrei proprio farne a meno ed è così che sulle mie due più grandi passioni ho costruito il mio lavoro e la mia vita. Sono socia di Studio Umami (www.studioumami.com) e titolare di Roberta Perna (www.robertaperna.it), due agenzie specializzate nell’ufficio stampa, nella comunicazione e nell’ideazione ed organizzazione di eventi enogastronomici, sono giornalista pubblicista e sommelier diplomata Fisar. Collaboro da anni con diverse testate di settore come Bargiornale e Ristoranti Imprese del Gusto ed ho due blog, uno che si chiama Roberta Perna ed uno, fondato con altre colleghe giornaliste, “Alla nostra portata”. Insieme a Studio Umami organizzo Life of Wine, evento degustazione dedicato solo alle vecchie annate.

5 COMMENTS

  1. Caro Perna, in quanto PADRE DEL CILIEGIOLO, (permettimi questa digressione), ringrazio per il complessivo apprezzamento sul ciliegiolo in senso lato. Ritengo comunque che la tua nota è particolarmente di parte e lacunosa. Mi rendo conto che in tempi come questi chi fa più moine attrae l’attenzione di chi non conosce a fondo storia e realtà; al di la comunque di chi distorce la storia del ciliegiolodi Narni, esso è comunque una importante realtà nonostante tutto e nonostante gli scettici che oggi si ergono a paladini.
    Resto a disposizione per tutti gli eventuali ragguagli e chiarimenti ed invio cordiali saluti.
    Edoardo Mazzocchi.

  2. Gentile Edoardo, per prima cosa mi scusi per il ritardo nella risposta.
    Non capisco da cosa deduca che le mie moine (e penso intenda quelle fatte a Bussoletti) siano fatte non per convinzione, ma per interesse. Inoltre non capisco quando parla della storia del Ciliegiolo di Narni distorta. Non mi sembra di aver parlato di alcuna storia. Ed in più non mi sembra di aver scritto da nessuna parte che un ciliegiolo è meglio di un altro (Maremma, Umbria, Puglia) e non perchè non volessi schierarmi, ma perchè semplicemente li trovo diversi, come è normale che sia! Se ho nominato solo alcune aziende, dopo averne degustate 40, è solo perchè sono state queste a piacermi e ad incuriosirmi.
    Grazie mille ed un saluto,
    Roberta

  3. Gentile Roberta,
    non è mia intenzione colpire la sensibilità di chicchessia, men che meno di una gentildonna che parla e scrive cose piacevoli sul Ciliegiolo. Ma al di la dei vini che possono piacere o meno, tutto e’ soggettivo sia nel gusto che nel modo di come si producono e propongono determinati prodotti, volevo solo far sommessamente notare che al tempo in cui in una cooperativa del luogo, era il lontano 1983, ci avviammo alla produzione del ciliegiolo in purezza, e nei successivi decenni eravamo in pochissimi a crederci, oggi, quel sogno sta diventando una splendita realtà grazie al ritorno del ciliegiolo in purezza che abbiamo realizzato a FATTORI GIRO DI VENTO, ed alla maturazione di tanti scettici di quei momenti. Grazie comunque delle attenzioni e spero in una visita nella nostra azienda per assaporare di nuovo CILIEGIOLO ed altro………………..a presto. EDOARDO

  4. Gentile Edoardo, grazie per la risposta. Spero un giorno di venire a visitare la sua azienda. Un saluto,
    Roberta

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