

ALBA (CN) – Figli di un andamento stagionale anomalo, la prima volta che li ho incontrati (nel 2009 e, per alcune selezioni e i Riserva, 2010 e 2011) i Barolo della vendemmia 2005 mi erano parsi ispirati da un sano nervosismo e da una baldanzosa freschezza acida, e li ricordo molto “tradizionali” nel portamento e nell’andamento gustativo, spesso e volentieri austeri, impettiti, assolutamente non disprezzabili. Soprattutto se traguardati in prospettiva, entro una ipotetica curva evolutiva che ne suggeriva a istinto tonicità e futuro. Avevamo registrato semmai un leggero deficit in “architettura” tannica, meno profonda e stratificata rispetto, chessò, alla successiva vendemmia 2006.
Che volete, d’altronde discendono da una annata che, se si esclude la parentesi luglienca (calda e regolare) e quella settembrina (provvidenziale e soleggiata), aveva riservato una primavera e un agosto freschi, anche se poco piovosi. Le piogge diffuse della prima quindicina di ottobre hanno perciò costituito lo spartiacque qualitativo per le sorti delle uve nebbiolo. Perché chi era riuscito a vendemmiare prima di allora, ammesso e non concesso di aver lavorato in vigna in modo tale da favorire il raggiungimento della maturità fenolica, avrebbe probabilmente salvato l’annata. E per fortuna di casi del genere ne abbiamo avuti tanti, a sfatare la tentazione di sottovalutare sbrigativamente e senza giustificazioni.
Ed ecco che la ghiotta occasione offertaci da una ricca retrospettiva a distanza di dieci anni dalla vendemmia, oculatamente organizzata dai tipi di Nebbiolo Prima a margine e ad arricchimento della celebre kermesse albese (che come sapete intende fare il punto sulle nuove annate delle principali denominazioni di Langa e Roero), è stata quanto mai interessante e didattica per capire cosa restasse di quelle impressioni giovanili. E gli aspetti positivi non sono mancati: tenuta, reattività e tonicità sono doti salienti riscontrate in molti campioni. I quali, caratterizzati da un buon equilibrio alcolico, non hanno mostrato significative ferite assestate dal tempo, sia pur a fronte di una profondità tannica non eccezionale, che ne ha reso i profili più affusolati che ampi, più stretti che diffusivi. Ovviamente con i dovuti distinguo, a cui come sempre hanno contribuito sensibilità interpretativa, consapevolezza tecnica (surtout agronomica) e terroir.
Per una volta ho deciso di ordinare gli appunti in ordine di “immedesimazione”, con gli immancabili ex-aequo (diversi, a dire il vero) che potrete perciò solo immaginarvi. Fra parentesi ho indicato il comune di provenienza delle uve e/o del cru. Di vini ne ho messi insieme suppergiù una quarantina, che non esauriscono il parterre di quel giorno ma sono quelli per i quali gli assetti mi sono parsi i più adeguati a stimolarne il racconto. Ovviamente tutto men che esaustivo, dal momento in cui mancavano all’appello nomi importanti che tanto mi avevano impressionato con i loro 2005 al momento dell’uscita sui mercati. In quel caso, le auspicabili future ricognizioni potranno contribuire ad arricchire il quadro e a chiudere il cerchio. Certo è che chi ha in cantina dei Barolo 2005, magari quelli buoni, potrà tranquillamente attenderli anche più in là, senza rischiare di perdere il treno della vitalità e della piacevolezza.
Barolo La Serra 2005 – Poderi Marcarini (La Morra)
Arioso, struggente, puro, complesso. Un mare di dettagli sottili nei quali perdersi, senza temere di non ritrovarsi.
Barolo Sarmassa 2005 – Brezza Giacomo e Figli (Barolo)
Salino, sciolto, spontaneo, infiltrante, di trama elegante e beva inarginabile. Tutta la seduzione di una personalità non urlata.
Curiosità: è stato presentato anche un Sarmassa pari annata affinato in bottiglia con tappo di vetro: sgrondato della profondità, è rimasto solo un involucro di freschezza, ordine e pulizia.
Barolo Cannubi 2005 – F.lli Barale (Barolo)
Inossidabile mix di grinta e raffinatezza, è pieno, polposo, sinuoso, affascinante. Odora di cose buone.
Barolo Rocche di Castiglione 2005 – Roccheviberti (Castiglione Falletto)
Grinta, mineralità ed eleganza amorevolmente combinate; saldo, tonico, bilanciato, fila dritto alla meta senza inasprirsi sul tannino: bel conseguimento.
Barolo Riserva Bussìa 2005 – Giacomo Fenocchio (Monforte d’Alba)
Bella tempra minerale, coinvolgente, dai riflessi salati. Solo un pelo di evoluzione di troppo nelle trame, ma che “senso” del dettaglio però!
Barolo Rocche 2005 – Aurelio Settimo (La Morra)
Caratteriale, verace, contrastato, lungo, scandito dagli umori del sottobosco e delle spezie. La sagoma complessa del Rocche dell’Annunziata declinata con piglio artigiano.
Barolo Ciabot Tanasio 2005 – Sobrero (Castiglione Falletto)
Bella la “foglia castiglionese”, e belle le sfumature. Si beve di gusto, perché è un vino continuo nello sviluppo, portato per i dettagli, ispirato nelle trame. E se manca di un pizzico di complessità sono solo questioni di lana caprina.
Barolo Vigna Rionda 2005 – Oddero Poderi e Cantine (Serralunga d’Alba)
Qui hai la sobria compostezza di un profilo classico, nobile e austero. Sia pur concedendo poco allo spettacolo gioca bene -e in profondità – la sua partita.
Barolo Riserva Cannubi 2005 – Borgogno Serio e Battista (Barolo)
D’un rigore espressivo tutto langhetto, accorda spazi privilegiati alla snellezza e al contrappunto gustativo, riuscendo incisivo e flessuoso al tempo stesso, nell’alveo di un disegno stilistico super tradizionale.
Barolo Prapò 2005 – Ettore Germano (Serralunga d’Alba)
Grinta, carattere & balsamicità, unite ad una scioltezza salvifica e ad una incisiva salinità, contribuiscono ad un sorso tenace ed espressivo.
Barolo Vigna dei Fantini 2005 – Silvano Bolmìda (Monforte d’Alba)
Articolazione, sapidità, capacità di dettaglio: un buon Bussìa in versione stilizzata, epurato da sovrastrutture e assai naturale nello sviluppo.
Barolo Riserva 2005- Borgogno Giacomo e Figli (Barolo)
Qui maggiore equilibrio e migliore integrazione del rovere rispetto al Liste pari annata (leggi più avanti). Certo non si sdilinquisce: altero, impettito, compassato, di poche moine. Centellìna senza fretta il potenziale di complessità di cui dispone.
Barolo Bricco delle Viole 2005 – G.D. Vajra (Barolo)
Colpisce per intensità balsamica e piglio sapido. La personalità è affermata, la tensione sincera. Sa bene come mantenere la barra dritta, anche se l’espansione non è quella delle meraviglie.
Barolo Riserva Vigna Rionda 2005 – Anselma (Serralunga d’Alba)
Carattere, rigore, profilatura, salinità. Classico nei registri, molto interessante (e assai sorprendente).
Barolo Gabutti 2005 – Giovanni Sordo (Serralunga d’Alba)
Carnosità, ricchezza, equilibrio in un vino reattivo, vivo, deciso e bellamente fumé. Però!
Barolo Riserva Monvigliero 2005 – Castello di Verduno (Verduno)
A lui appartiene la seducente tessitura aromatica dei più ispirati Monvigliero, anche se non trova piena corrispondenza al palato, cui manca un pizzico di persistenza. Ma la solidità dell’impianto e l’austera presenza scenica depongono a favore di distinzione.
Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2005 – Scarzello (Barolo)
Di sfumature, rarefazioni & sottintesi, sapido e invitante, è un traduttore sincero del lato più tenero e comunicativo del cru di provenienza.
Barolo Bricco Rocca 2005 – Cascina Ballarin (La Morra)
Aperto, assai elegante, dal passo sciolto, non immenso ma apprezzabile per slancio ed equilibrio complessivo.
Barolo Meriame 2005 – Paolo Manzone (Serralunga d’Alba)
La stoffa buona e l’acidità vibrante fortunatamente sopravanzano gli sbuffi eterei. Stimoli di terra, menta e liquirizia alimentano una trama gustativa ben scandita, dal respiro regolare e cadenzato.
Barolo Badarina Vigna Regnola 2005 – Bruna Grimaldi (Serralunga d’Alba)
Molto Serralunga style, tosto, austero, rigido ma non inavvicinabile. Maschio, salato, resta in attesa del definitivo disgelo.
Barolo Riserva San Bernardo 2005 – Palladino (Serralunga d’Alba)
Bell’impasto, davvero. Peccato per quel rovere impiccione ma fibra, mineralità e temperamento non mancano. Buona sapidità.
Barolo Liste 2005 – Borgogno Giacomo e Figli (Barolo)
Fragranza e integrità di frutto sono fra le voci fondanti di un vino succoso, tonico e vitale, con un peletto di legno in esubero.
Barolo Dardi Bussia Le Rose 2005 – Poderi Colla (Monforte d’Alba)
Ad un tratto apparentemente disadorno abbina un rigore espressivo e un timbro salino che riconducono dritti dritti all’areale di produzione. Ossuto ma intrigante.
Barolo Annunziata 2005 – Cascina del Monastero (La Morra)
Introverso ma ben caratterizzato, classico nei registri, senza fronzoli, di stile apprezzabile.
Barolo Cerequio 2005 – Boroli (La Morra)
L’infiltrante salinità ne mette in luce la personalità, ben giocata su toni sobriamente eleganti; ci pensa poi il rovere a togliere ampiezza al respiro.
Barolo Rocche dell’Annunziata Riserva 2005 – Paolo Scavino (La Morra)
Denso e cremoso, roverello d’ordinanza ad addolcire le trame ma buona sapidità e bilanciamento. Non immenso, quello no. Molto riconoscibile la mano, che tende a prevalere sulle sfumature di sapore nei diversi vini prodotti.
Barolo Bricco Ambrogio 2005 – Paolo Scavino (Roddi)
Piacevole, poco diffusivo ma piacevole. Soprattutto dotato di un buon equilibrio fra le parti, senza scomodare la complessità.
Barolo Bric del Fiasc 2005 – Paolo Scavino (Castiglione Falletto)
Non ho l’espansione che vorrei, il rovere si fa infiltrante, eppure la materia è dolce e matura (senza essere sdolcinata).
Barolo Riserva 2005 – Casa E. di Mirafiore (Barolo/Serralunga d’Alba)
Pieno, grasso, di stile moderno ma senza effetti dimostrativi. Riempie bene la bocca, è gustoso, polposo, più avvolgente che profondo.
Barolo Monvigliero 2005 – Pietro Rinaldi (Verduno)
Erbe e china per un profilo fresco, affilato, “verticale”, solcato da leggere nuance vegetali e da un tannino vivo e rugoso.
Barolo Villero 2005 – Boroli (Castiglione Falletto)
La ricchezza strutturale e la pienezza del sorso annunciano un vino squadrato, potente, in leggero deficit di sfumature.
Barolo Pressenda 2005 – Marziano Abbona (Monforte d’Alba)
Tosto e roverizzato, ha il freno a mano tirato ma è energico. Spinge e sbuffa senza distendersi. Qualcosa di vegetale a raffreddare gli animi.
Barolo Bussìa 2005 – Prunotto (Monforte d’Alba)
Il colore sostenuto e la pienezza estrattiva, accompagnati da un rovere assai sottolineato, suggeriscono una fase stilistica molto diversa dalla attuale. Nel 2005 era senza dubbio più “modernista”, meno sfaccettata ed attraente rispetto a quella perseguita nelle ultimissime sorprendenti edizioni, nelle quali il Bussìa è riemerso a nuova vita grazie a trasposizioni ariose, classiche nei registri e struggenti nelle trame. Se non altro, un vino didattico per comprendere un percorso.
Barolo Riserva 2005 – Parusso (Monforte d’Alba)
I toni di frutta esotica tipici della casa (mango, papaja, pesca e via discorrendo) se ne escono in secondo piano, sopravanzati dalle note terrose e liquiriziose. La bocca è fresca ed affusolata ma inesorabilmente compressa dall’abbraccio generoso del rovere. Malcelata la vena vegetale.
Barolo Preda Sarmassa 2005 – Virna Borgogno (Barolo)
Ricco, voluttuoso, voluminoso. Puro negli accenti ma piuttosto impedito nella dinamica, è un vino volitivo, corrucciato e introverso.
Barolo Cerretta 2005 – Ettore Germano (Serralunga d’Alba)
Più cupo e corteccioso rispetto al Prapò, qui il legno tende a comprimere lo sviluppo ad un vino di materia salda e compatta, dalle inflessioni vegetali.
Barolo Vigna La Rosa 2005 – Fontanafredda (Serralunga d’Alba)
Frutti esotici in evidenza per un profilo sorvegliato, netto, pulito, lineare, senza scosse, un po’ rigido in chiusura.
Barolo Riserva 2005 – Costa di Bussìa (Monforte d’Alba)
Rovere dolce che marca e “spalma” il frutto. Buoni il sale e il contrasto. La potenziale energia motrice resta frenata dalla “confezione”.
Barolo Riserva Bricco Rocca 2005 – Cascina del Monastero (La Morra)
La grinta c’è, così come il rovere. Quest’ultimo a frenare e a comprimere. Chiosa amaricante. Materia buona ma “confezione” nsci nsci. Meno arioso dell’Annunziata pari annata.