Recensione/Guida essenziale ai vini d’Italia 2016: la seconda volta del Cernilli “battitore libero”

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essenzialeChi è della nostra “generazione vinosa” sa sicuramente chi è Daniele Cernilli, ma vista la nostra longevità abbiamo il sospetto (e anche l’ambizione) che ci siano lettori delle ultime generazioni meno consapevoli di quello che è accaduto nell’Italia del vino dalla metà degli anni ’80 in poi. Facciamo quindi una piccola premessa, attingendo dalle “Memorie di un assaggiatore di vino” (Einaudi 2006). Buoni, anzi ottimi studi universitari con tanto di Vecchio Samperi bevuto in compagnia del relatore di tesi (il grande Guido Calogero), l’incontro con Luigi Veronelli, le docenze per l’Associazione Italiana Sommelier, le collaborazioni giornalistiche, l’insegnamento a scuola e, nel novembre del 1986, la telefonata di Stefano Bonilli che aveva fondato il Gambero Rosso come inserto del giornale Il Manifesto. Quindi, la grande parabola del “crostaceo”, iniziata con le guide ai vini d’Italia, perché se Veronelli, geniale, volava come un’aquila fra vino e filosofia, cibo ed anarchia, al Gambero si decise di mappare assieme a Slow Food il territorio nazionale “a tappeto” con commissioni ed assaggi seriali. Il channel satellitare, la Città del Gusto di Roma. Poi, la fine del “Gambero dei fondatori”.

Come spesso accade, l’uscita da un “sistema di potere” che nel suo periodo d’oro certamente condizionava parecchio produttori e pubblico, illumina di luce nuova. E così Cernilli ha dimostrato di voler continuare da battitore libero, con lo pseudonimo di Doctor Wine (che dà il nome anche ad un sito tematico) a fornire una presa diretta della vitalità della viticoltura italiana e lo ha fatto con questa guida essenziale la quale, essendo giunta alla seconda edizione, sta dimostrando di essere una pubblicazione che ha un suo seguito. Questo anche perché se è vero che, da grande accentratore qual è, Cernllli si definisce il “gran responsabile”, è vero anche che è riuscito a formare una squadra ben scelta, di professionisti competenti e navigati ad iniziare dall’infaticabile caporedattrice Stefania Vinciguerra, passando per gli ex gamberiani Riccardo Viscardi e Dario Cappelloni, senza trascurare l’ascolto di appassionati e “bevitori”, o meglio utenti del vino di qualità.

Lo stile dei testi è raccontato e graficamente ordinato: subito le informazioni sulle cantine selezionate a partire dall’anno di fondazione, titolare, ettari vitati e bottiglie prodotte, eventuale vendita diretta ed strutture ricettive, fino all’account twitter. Nella descrizione del vino traspare tutta la predisposizione di Cernilli per la didattica: inizia sempre con le uve e la vinificazione, per proseguire con linearità di esposizione e gerghismi limitati al massimo; vengono poi riportati prezzo e voto in centesimi, che in genere è alto in un catalogo che vuole essere una selezione meglio che c’è in Italia e non un catalogo “onnicomprensivo”.

Quest’anno il punteggio più alto è stato il 99/100 toccato al Brunello di Montalcino 2010 de La Cerbaiona, la cantina fondata da Diego Molinari di recente passata per 6 milioni di euro ad un investitore americano. Da segnalare infine, il premio “qualità diffusa” che, in un Paese in cui “piccolo è bello”, vuol enfatizzare lo sforzo di ottenere risultati ragguardevoli pur facendo numeri alti, cosa che non scandalizza nessuno a Bordeaux; quest’anno, il riconoscimento è toccato al Tignanello dei Marchesi Antinori.

Daniele Cernilli
Guida essenziale ai vini d’Italia 2016
Mondadori – Comefare (ottobre 2015)
556 pagg – 24 euro

Riccardo Farchioni

2 COMMENTS

  1. Beh, questo è il sogno di ogni recensore! A parte scherzi, la cosa importante è far capire cosa avrà in mano chi acquista il libro o vuole farlo, e ci fa piacere se ci siamo riusciti.. Un cordiale saluto!

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