Birraio dell’anno 2015, breve reportage

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Baltic FreakFIRENZE – …And the winner is… Fabio Brocca del Birrificio Lambrate! Sabato 16 gennaio, durante una tre giorni birraria ospitata presso l’Obihall di Firenze, Fabio è stato meritatamente insignito del titolo di Birraio dell’anno 2015, premio ideato dalla nota rivista di settore Fermento Birra che dal 2009 ogni anno riconosce il miglior mastro birraio italiano. Sul podio a fare festa altri due grandi produttori: Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO) e Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO). Tra gli emergenti l’ha spuntata la coppia Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC 77 di Serrapetrona (MC) davanti a Stefano di Stefano del birrificio Argo di Lemignano (PR) e Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno (BG).

Lorenzo “Kuaska” Dabove ha avuto l’onore di consegnare il premio di fronte a un folto pubblico di appassionati e i migliori mastri birrai del panorama nazionale. Per Fabio l’ambito titolo ha degnamente coronato i vent’anni di attività durante la quale la produzione è cresciuta costantemente senza mai tradire i valori fondamentali di qualità e originalità. Fabio ha ritirato il premio a nome di tutto il suo team: un traguardo così importante è stato possibile raggiungerlo solo grazie al loro affiatamento e alla loro professionalità.

A Nicola Utzeri con tutti i suoi collaboratori va il merito di aver organizzato un evento pressoché perfetto: 25 birrifici italiani (tra i) più importanti, una ricca scelta gastronomica “street food” (personalmente ho spazzolato un arancino, una focaccia con cicotto di Grutti e un  con pollo alla cacciatora) ed una serie di degustazioni guidate molto interessanti, riuniti in una location “giusta” per grandezza e praticità. Grande la soddisfazione degli operatori come quella degli appassionati a sentire i cori che ogni tanto si levavano…

Davanti a cotanta bontà mi è sovvenuta una fugace riflessione:

bellissime queste feste ma, da appassionato, soffro la mancanza di “vere” degustazioni di birre, eventi dove a fronte di un biglietto io possa assaggiare tutte le birre che voglio – ovviamente servite in quantitativi modici – giusto per soddisfare l’inestinguibile sete di conoscenza. Poi, placata l’arsura, pagherei volentieri il prezzo per un quantitativo maggiore di quelle che ho preferito. Invece, nella stragrande maggioranza degli eventi birrari, occorrono mediamente 2 euro a gettone/degustazione (a seconda della birra scelta anche più) per circa 0,15-0,20 centilitri. Dopo 10 birre in sessione risultano in tasca meno 20 euro e in pancia più due litri di amata bevanda… Facile calcolare la spesa per assaggiarne 30-40 (come di solito mi capita di fare ad eventi di vino), più difficile arguire in che stato mi ridurrei. Mi pare un iter di apprendimento oltremodo impegnativo e costoso!

Nella speranza di godere presto di degustazioni auspicate come sopra, ottenibili solo con una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa – e questo è un problema che meriterebbe una più ampia e costruttiva discussione – di seguito elenco le birre assaggiate nel breve tempo a disposizione:

BREWFIST Low Gravity – Saison 5%: una saison decisamente beverina che si presenta giallo-dorata leggermente opalescente. Buono il corredo di aromi: dagli agrumi al frumento, dal lievito all’erbaceo. In bocca scivola bene dove sono più presenti i sentori fruttati. Sul finale il luppolo si fa sentire chiudendo secca su amaro deciso.

birreBREWFIST Baltic Freak – Baltic Porter 11%: nasce dalla collaborazione col birrificio polacco Ale Bowar. Una birra opposta alla precedente, una mousse al caffè che riesce a mascherare perfettamente il tenore alcolico. Molto scura, dai riflessi rossastri in controluce e con un cappello medio color crema persistente, si apre sui sentori tipici di tostatura, poi liquerizia, frutta secca (prugna principalmente) e un po’ di cioccolato. Tutto quello che ti aspetti di sentire in una birra del genere. Al palato è cremosa, il caffè e la liquerizia dolce si percepiscono bene, a corredo la cioccolata, note maltate ed erbacee. Piacevole il gioco dolce-amaro. Nonostante il corpo e la gradazione non è così impegnativa da bere. Il finale è lunghissimo.

BIRANOVA Negramara Extra – Double Ipa 8%: ambrata opalescente con schiuma fine color crema. Al naso sono evidenti le note caramellate dei malti e quelle erbacce e sottilmente agrumate dei luppoli. Anche in bocca manifesta una buona complessità ed una certa rotondità data dal corpo e dalle note dolci di frutta candita, malto e un tocco di miele. L’amaro rimane sempre piuttosto controllato.

BIRRA DEL CARROBIOLO Black Hallertau Lager – Black Lager 4,9%: molto scura con leggere trasparenze, cappello un po’ evanescente sul crema. Polvere di caffè ed erbaceo in prevalenza all’olfatto. Al palato conferma i sentori ed aggiunge le note maltate, soprattutto riesce a coniugare intensità e facilità di beva grazie anche ad una carbonazione finissima ed una discreta secchezza. Buona la persistenza.

BIRRA DEL CARROBIOLO Amanipa Phalloide – Double Ipa 8.5%: di un bel dorato dalle sfumature ambrate porta un voluminoso cappello “pannoso” molto persistente. Naso intrigante di agrumi e frutta esotica su sottofondo resinoso e maltato. Bocca ricca e corposa, allineata al naso ma con una dolcezza più incisiva. Sul finale torna l’amaro a pulire. Ottimo equilibrio complessivo.

BIRRIFICIO ITALIANO Nigredo – Black Lager 6,5%: sembrerebbe coca cola se non fosse per il bel cappello avorio piuttosto persistente. Al naso prevalgono i sentori di torrefazione su quelli di malto e luppolo. Al palato è più intensa, si fanno sentire discretamente anche il caramello e il cioccolato. Il corpo medio, la leggera carbonazione e un buon equilibrio la rendono facile da bere. Bene anche la persistenza.

BIRRIFICIO LARIANO La Grigna – Pilsner 4,6%: leggero dorato e schiuma bianca non troppo voluminosa ma abbastanza persistente. Al naso è leggiadra su note maltate, floreali di luppolo e ricordi fruttati. Al palato è più intensa e, nonostante la discreta luppolatura, mantiene un piacevole morbidezza dovuta all’equilibrio generale. Ottima la beva e la persistenza.

laboratorio CantoniBIRRIFICIO LARIANO Statale 52 – Apa 6%: dorata, leggerissima opalescenza e cappello medio bianco. Al naso tutta la potenza e complessità dei luppoli: frutta esotica, agrumi, resina ed erbaceo. Al palato si avvertono anche le note maltate, l’amaro è deciso ma mai troppo invasivo. Piacevolmente lunga.

BIRRIFICIO LARIANO Falesia – Bock 7%: Ambrata con un sottile cappello bianco mediamente persistente. Naso un po’ contratto, probabilmente a causa della temperatura di servizio piuttosto bassa, dai sentori di malto e zucchero di canna. La dolcezza è sempre evidente in bocca ma grazie alle note agrumate e all’amaro del luppolo risulta armonica e di facile beva nonostante la gradazione.

LOVERBEER Serpilla – Farmhouse Saison 5,8%: gialla paglierino leggermente opalescente con cappello praticamente inesistente. Una saison che ammicca alle birre acide. L’aggiunta del timo serpillo dona alla birra un aroma che ricorda molto la cedrata, quel mix di erbette e cedro tipico di quella bevanda. Al palato in evidenza il fruttato acido e, ovviamente, il timo, poi leggero malto e finale sul brett. Corpo medio e carbonazione quasi assente.

LOVERBEER Beerbrugna – Fruit Beer 6,2%: Ambrata con cappello bianco sottilissimo. Le susine damaschine si fanno sentire nei due aspetti contrastanti di dolcezza e acidità. Al naso spicca il fruttato “acido” dagli spunti citrini e di mela verde, in sottofondo quella nota tipica delle birre acide come di cartone bagnato. In bocca il contrasto dolce/acido crea quell’equilibrio che non ti aspetti, quel dinamismo che fa svuotare il bicchiere in un attimo. Una birra “acida” pericolosissima: può dare dipendenza!

LOVERBEER Dama Brun-a – Oak aged ale 6,5%: Scura dai riflessi ambrati e cappello evanescente. L’affinamento in barrique fa il suo lavoro, oltre le note caramellate e di frutti rossi si percepiscono il legno e un leggero cuoio. Al palato si apprezza anche la frutta secca nei ricordi di vin santo. Una birra complessa che merita attenzione che nella persistenza permette di scoprire aromi meno evidenti.

MONTEGIOCO Garbagnina – Fruit Beer 10%: L’aggiunta della ciliegia “Bella di Garbagna” dona il tipico colore mentre il sottile cappello è bianco finché non sparisce velocemente. Anche al naso la ciliegia è evidente, acidità da piccola frutta rossa, ricordi vinosi di prosecco. In bocca è mediamente corposa, una certa dolcezza “ruffiana” maschera abilmente l’alcol ma, specie sul finale, viene gradevolmente contrastata dall’acidità del frutto.

RETORTO Bloody Mario – Blanche (con ciliegie) 6,1%: Bel rosato sia di corpo sia di testa. L’aggiunta di ciliegie piacentine alla Latte Più regala aromi fruttati sì di ciliegia ma anche di piccoli frutti rossi e agrumi, decisa la nota brett. In bocca sprigiona tutto il piacere delle birre acide alla frutta: un corpo medio, la finissima carbonazione e l’acidità spiccata la rendono estremamente beverina; i sentori intensi di ciliegia supportati da note di caramello, agrumi e spezie fanno gioire le papille.

birrificiRETORTO Morning Glory – Apa 5,6%: Ambrata chiara con un bel cappello bianco. Tutto quello che ti aspetti da un’Apa: frutta tropicale, erbaceo, lieviti, un po’ di malto, leggera resina e un tocco di spezie. In bocca non delude, buon equilibrio generale e amaro ben controllato. Discreta la beva e la persistenza.

TOCCALMATTO Kiking Mule – Saison 7%: Dorata con leggera opalescenza e schiuma quasi inesistente. Una bella “insalatona” dove prevalgono il cetriolo – non sono un amante ma devo ammettere che in questa birra ha un suo perché – e lo zenzero, guarnita con lime e un po’ di miele. Al palato è più sobria ed equilibrata. Nel complesso una birra che va giù decisamente bene e piuttosto persistente.

TOCCALMATTO Hops Tripper – Rye India Brown Ale 6,9%: Tonaca di frate con cappello bianco sporco duraturo. Note maltate, di caramello e tostatura ma anche mango, melone, erbaceo e un po’ di spezie. Idem in bocca, alla frutta tropicale seguono le note malto-caramellate, tostate e poi una goccia di resina. Piacevole finale luppolato, lungo e mediamente secco.

VENTO FORTE Pale Ale – Apa 5,5%: dorata con leggera opalescenza e spesso cappello bianco. Naso decisamente complesso ed intenso: tutta la frutta esotica, agrumi, resina, spezie con prevalenza di pepe bianco. In bocca si sentono bene anche l’erbaceo del luppolo e la componente maltata. Corpo medio come la carbonazione, buon equilibrio e leggera astringenza sul finale.

Leonardo Mazzanti

Leonardo Mazzanti (mazzanti@acquabuona.it): viareggino…”di scoglio”, poiché cresciuto a Livorno. Da quando in giovane età gli fecero assaggiare vini qualitativamente interessanti si è fatto prendere da una insanabile/insaziabile voglia di esplorare quanto più possibile del “bevibile enologico”. Questa grande passione è ovviamente sfociata in un diploma di sommelier e nella guida per diversi anni di un Club Go Wine a Livorno. Riposti nel cassetto i sogni di sportivo professionista, continua nella attività agonistica per bilanciare le forti “pressioni” enogastronomiche.

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