Roero Days report/2: il Roero degli ultimi 15 anni

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IMG_0131VENARIA REALE (TO) – Il Roero si estende sulla riva sinistra del fiume Tanaro, stretto fra la Langhe a sud ed il Monferrato a nord. I terreni sono più giovani rispetto a quelli di Barolo e Barbaresco, emersi più di recente dalle acque marine e ne conservano la sabbia e i fossili. Meno compatti, danno luogo a vini più leggeri, meno “meditativi” e più immediati, ma dotati spesso della profondità e complessità dei nebbiolo importanti.

Questa è la strada che potrebbe battere il territorio del Roero per la conquista dei mercati internazionali: avere dalla propria parte il fascino irresistibile del nebbiolo, potendolo coniugare con una spiccata piacevolezza ed una abbinabilità con i piatti di un ampio spettro di cucine. E anche le notevoli doti di longevità che le degustazioni tematiche di Roero Days hanno messo in evidenza.

15 anni di Roero, note di degustazione

Roero Bric Valdiana 2010 – Almondo
Arriva da un territorio “cerniera” fra terreni sabbiosi e altri più ricchi di marne, quindi con una componente argillosa. Buon equilibrio fra rovere e frutta rossa, velata da sensazioni di cipria in un naso persistente che guadagna fascino con il tempo nel bicchiere. Leggero al palato, ampio e moderatamente saporito, stenta ad esprimersi nel finale.

IMG_0128Roero Bric Aüt Riserva 2008 – Generaj
Naso piuttosto ombroso, un pochino bloccato su note di cuoio e di muschio. Discreta compattezza e bella avvolgenza in una beva maggiormente espressiva che termina con carattere tannico alquanto severo.

Roero Monpissano 2007 – Cascina Ca’ Rossa
Da terreni prevalentemente sabbiosi, si mostra al naso delicatamente floreale e leggero. Drastico cambio di carattere in bocca, dove si avvertono compattezza e potenza, ma anche piacevoli acidità e freschezza. Quasi esplosivo il finale, croccante, succoso che suggella una gran bella beva.

Roero Braja Riserva 2006 – Deltetto
La bottiglia forse non è fra le migliori, si intravede una rilevante quantità di fondo. Il vino appare piuttosto rigido, con una carica tannica che tende a bloccare la dinamica della beva.

Roero 2005 – Filippo Gallino
Bel fruttato polposo in un naso abbastanza persistente; in bocca è fresco e leggero, ma tende a perdere energia e a svuotarsi un tantino; nel finale tannini con qualche ruvidità.

IMG_0125Roero 2004 – Maurizio Ponchione
Naso aperto, fruttato sulle note del lampone, elegante e di bella integrità. Buona partenza ed espressività di una beva leggera piacevole anche se un tantino in calando verso il finale.

Roero Printo 2001 – Monchiero Carbone
Da terreni con prevalenza di marne arriva questo vino dal naso fascinoso, ampio ed intenso, ricco di note di terra, cuoio e goudron. In bocca è pieno e compatto, quasi masticabile, teso e al tempo stesso non manca di austerità, rimanendo espressivo sul palato. Il finale non si distende come ci si aspetterebbe ma comunque si avverte un buon ritorno.

Roero Castelletto 2000 – Malabaila
Naso caratterizzato da terra bagnata e sottobosco. Vino austero, poco concessivo, ma comunque di non trascurabile vitalità.

Roero Trinità 1999 – Malvirà
Naso laccato, cosmetico, anche balsamico e mentolato, di una profondità notevole e seguito da una bocca da grande nebbiolo, pieno di polpa e pienezza, con apporto di un frutto vivo e vitale, e quello slancio finale imperioso che lo colloca di diritto al fianco dei grandi Barolo.

IMG_0126Roero Rochè D’Ampsèj 1998 – Matteo Correggia
Siamo nell’epoca dominata dall’uso del legno piccolo (ovvero barrique): si avvertono al naso prevalenti note tostate, di fungo e polvere di caffè. In bocca è pieno e compatto, di bella cremosità e  dolcezza apportata dal rovere. Finale improntato ancora a sensazioni di caffè.

Roero Sudisfà 1996 – Angelo Negro
Note di sottobosco e un frutto vivo vanno a comporre un olfatto di bel fascino; grande freschezza nella beva in cui si ripropone un frutto vitale e ben supportato dall’acidità. Ancora un gran bel nebbiolo.

Roero “d’annata”, note di degustazione

Cascina Val del Prete
Il Roero Bricco Medica 2012, leggero passaggio di sei mesi in barrique, si mostra ampio, espressivo e persistente, e con una bella beva leggera e succosa; il Roero Vigna di Lino 2012, da vigne di 37 anni e con un passaggio di 16 mesi in barrique mostra un bel frutto integro ed una bocca piena, suggellata da un finale brillante e saporito. Il Roero Riserva 2011, dalle uve migliori della “vigna di Lino” e 22 mesi in barrique è spostato verso una carattere confetturato e candito del frutto.

Monchiero Carbone
Roero Srü 2013: naso nitido, floreale; gentile in bocca, succoso, con un bel finale in allungo. Roero Riserva Printi 2012: fragola e lampone al naso; un ingresso in bocca sottotono viene riscattato da una buona progressione ed un finale dai tannini vibranti.

Angelo Negro
Roero Prachiosso 2013: da terreni in prevalenza sabbioso un vino ampio e piacevole al naso, e con una beva vellutata e scorrevole; nel finale saporito, spunti vegetali. Il Roero San Bernardo 2012, invece da terreni maggiormente argilllosi, si caratterizza per un frutto polposo e maturo, assai godibile e per una beva progressiva, e dal finale succoso. Infine, il Roero Sudisfà 2012 mostra un affascinante quadro fatto di note mentose e di erbe arometiche, finanche agrumate. In bocca è pieno, compatto, brillante e di bella tensione.

Malvirà
Roero Riserva Trinità 2014: da terreni sabbiosi, un naso levigato e caramellato; beva compatta ma anche bella acidità fine. Roero Riserva Renesio 2014: bel fruttato maturo franco; beva vellutata e vino equilibrato. Roero Riserva Mombeltramo 2010: vino improntato sulla maturità dei toni; bel tannino brillante illumina il finale. Roero Renesio 2009: frutta rossa matura al naso; compatto, potente, quasi esplosivo in bocca ancora sulle note della frutta rossa.

Malabaila
Roero Castelletto Riserva 2009: una bella progressione gustativa porta ad un finale espressivo ed anche fresco.

Deltetto
Roero Riserva Braja 2012: vino delicato sia al naso che in una beva sottile e fresca. Più matura, saporita e polposa la Riserva Braja 2010.

Matteo Correggia
Roero Ròche d’Ampsèj 2011: ha respiro ampio del nebbiolo affascinante, delicato ed elegante; tessitura fine e leggera sul palato, e bella esplosione in un finale molto ampio.

Cornarea
Roero 2012: floreale e piacevole al naso; compatto, spesso, vellutato e saporito in bocca.

Riccardo Farchioni

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