Barbaresco 2013, il vino che respira. Seconda parte: Neive, Treiso e…

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Albeisa_logo bottiglieALBA (CN) – Mi ripeto. Se al cospetto dei Barbaresco 2013 di Neive e Treiso è più difficile rintracciare un acuto che non nel caso dei Barbaresco di Barbaresco, l’impronta dell’annata la percepisci eccome: sta tutta in una provvidenziale freschezza gustativa capace di far respirare quei bicchieri, impedendo loro di infiacchirsi o di rendersi subalterni al temperamento alcolico. In molti casi infatti questa ariosità costitutiva si traduce in assetti aromatici in cui è la spinta floreale, più che fruttata, a farsi brillantemente apprezzare. Casomai le sfocature e le incertezze sono rintracciabili nel disegno complessivo, in special modo nello spettro dei profumi, che in più di un caso ha stentato a delinearsi con compiutezza, lasciando lampeggiare un “estro cantiniero” non sempre all’altezza della situazione.

Detto questo però, fa piacere riscontrare come non soltanto dai soliti noti ci arrivino i conseguimenti più risolti. Ebbene sì, sia da Neive – un comune non avaro di profili freschi, eleganti e proporzionati- che da Treiso – con vini connotati generalmente su note più terrose e veraci, salvo le debite e conosciute eccezioni – ci arrivano dei Barbaresco molto interessanti elaborati da vignaioli non propriamente sulla bocca di tutti, dove l’acidità gioca a favore di contrasto rendendogli un quid di dinamismo e di finezza in più. Una dote apparentemente piccola ma preziosissima da prendere e portare a casa. In ultimo, abbiamo incluso nel parterre anche i Barbaresco le cui uve provengono da più comuni, una categoria, quest’ultima, che se da un lato ha annoverato diversi vini in assetto confuso, al contempo ha saputo garantire alcune confortanti certezze: se non sul fronte della piena razza, sul fronte del rigore stilistico e dell’equilibrio, sposati entrambi nel nome di una affermata dignità territoriale.

Nota conclusiva: gli appunti di degustazione che seguono, ricavati dalle sessioni maggenche di Nebbiolo Prima, procedono in stretto ordine di apparizione. Le assenze sono dovute a campionature poco probanti, contradditorie, infìde, affette da problematiche piccole o grandi legate ai tappi e ad altre “scompagini”.

 

Neive_panoramiBARBARESCO 2013 NEIVE

Barbaresco Albesani Santo Stefano 2013  – Castello di Neive

L’esplicita nota floreale, di un’evidenza quasi sbarazzina, annuncia un Santo Stefano “pinonnereggiante” per umori di fondo e sensazioni tattili. Elegante, sfumato, quasi un soffio, con tanta freschezza in corpo, in sua compagnia starai bene.

Barbaresco Basarin 2013  – Negro Angelo e Figli

Le “svisate” esotiche del frutto, a ricordare la pesca e la papaya, sono ormai parte integrante della fisionomia dei rossi della famiglia Negro. Nel frattempo, il fraseggio di marca floreale accompagna uno sviluppo bilanciato per un vino dallo stile “ragionato”, che non contempla stavolta incupimenti o introspezioni.

Barbaresco Bordini 2013 – Fontanabianca

La decisa impronta floreale dei profumi, davvero sbandierata, non sembra favorire disinvoltura, tanta l’esplicitezza. Invece al palato freschezza e sapidità ne instradano adeguatamente le trame, a suggerire espressività. E a controbilanciare l’inusuale baldanza aromatica della prim’ora.

Barbaresco Canova 2013 – Ressia

Ottimo conseguimento: compattezza e densità sono gli alleati ideali per un sorso gradevole, carnoso, sapido ed affusolato, davvero interessante.

Barbaresco Gaia Principe 2013 – Sarotto Roberto

Note di carne affumicata veicolanti, quasi da rosso altoatesino. La dolcezza del rovere, poi, ci mette del suo per imbrigliare le trame e rendere il gusto piuttosto monotematico.

Barbaresco Gallina 2013 – Oddero Poderi e Cantine

La riduzione “metallico-acciugosa” non rende chiarezza al quadro dei profumi, ma il bel colore con il quale si annuncia e l’attitudine alle sfumature che ben dimostra al palato ne affermano la freschezza e gli intendimenti. Intrigante per tensione e profilatura, il naso può anche attendere.

Barbaresco Gallina 2013  – Castello di Neive

Carnoso, “pastoso”, fruttato. Certamente piacevole anche se in questa fase resta più avvolgente che articolato.

Barbaresco Gallina 2013 – Prinsi

Qualche intemperanza aromatica, bocca di buon grip a cui manca lo slancio finale, lì dove si confonde un po’, contraendosi.

Barbaresco 2013 – Castello di Neive

Naso ancora alla ricerca dell’amalgama migliore ma bocca stimolante per verve e contrappunto gustativo. Ci stanno freschezza, tono, vivacità.

Barbaresco 2013 – Fattoria San Giuliano

Lato affumicato in evidenza per un rosso di stile moderno, carnoso, fresco, non elegantissimo nei modi e comunque gradevole, dal tannino vispo e incisivo.

Barbaresco 2013 – Tenuta San Mauro

Con il suo lato fumé in evidenza, con la sua verve e la sua reattività, con quel finale fresco e spedito certifica un buon conseguimento.

Barbaresco 2013  – Fontanabianca

Eccole, maritate in un bicchiere solo, eleganza e portamento, snellezza e dinamismo, sussurri e dettagli. Concepito in bello stile, mi piace boccù. Fra i migliori Neive di oggi.

Barbaresco 2013  – Rivetti Massimo

Un vino che cerca di assecondarti grazie alla generosa cordialità dell’abbraccio fruttato. Pulito, gradevole e tecnicamente irreprensibile, illuminato da bagliori perfino floreali, è un vino dichiaratamente ben registrato.

Barbaresco 2013 – Voghera Luigi di Voghera Livio

Fin troppo accomodante, morbido e carezzevole, di certo non sgarbato anche se gli mancano il guizzo, il cambio di passo, la profondità.

Barbaresco Cascina Crosa 2013 – Pelissero Pasquale

Frutto e colore ne affermano la pienezza, il tutto però ricondotto negli alvei dell’equilibrio e del garbo espositivo. Bella la nota balsamica.

Barbaresco  Colle del Gelso 2013 – Cascina Saria

Bel punto di maturità del frutto, la cui naturale dolcezza viene infastidita (e amplificata) dall’ingerenza del rovere e da una manifattura che tende ad imbrigliare le trame, più che a liberarle.

Barbaresco Froi 2013  – Rivetti Massimo

Punta pirica in avanscoperta e chiusura di partita caratterizzata da una certa rugosità. Ciò che ne limita respiro ed allunghi. Per il resto remissivo, “scuro”, introverso.

Barbaresco Montubert 2013  – Icardi

Dai modi garbati e dalle intense coloriture floreali, si appoggia al pungolo costante dell’acidità per stimolare progressione. E fa bene. Elegantemente sfumato, per quell’assetto così puro ed intrigante non posso che annoverarlo fra le reali sorprese di questa tornata di assaggi.

Barbaresco Lintuito 2013 – Montalbera

Sensazioni fumé e di carne frollata poi, più distensive, di fiori. E se il rovere appare ancora parzialmente da assorbire, sfumature e scorrevolezza gli appartengono.

Barbaresco Sorì Paitin 2013 – Paitin di Pasquero-Elia

Qualche screziatura al naso (un’idiosincrasia verso le accordature aromatiche non nuova per questa firma), frutto vivo e croccante en bouche. Dà l’idea di essere molto giovane ma grip e determinazione depongono a favore di schiarite.

Barbaresco Tufoblu 2013  – Col dei Venti

Bella vivacità fruttata e buona eleganza di fondo per un vino brillante e caratterizzato. Se non fosse per quel legnetto intrusivo che tende ad asciugarne il finale.

Barbaresco Bricco San Giuliano 2013 – Pelissero Pasquale

Apprezzabile la vitalità, anche se lo stile non è proprio uno di quelli che ispirano personale empatia. Algido e compassato, dalla sua un alito di freschezza balsamica che non puoi evitare e un buon contrasto di fondo.

Barbaresco Serraboella 2013 – Paitin di Pasquero-Elia

Acidità quasi viperina, ciò che toglie linearità -ma non reattività- all’eloquio. Tutto da farsi insomma, animato da un sano nervosismo.

Barbaresco Serracapelli 2013 – Poderi Elia di Stella Federico

Stimoli terrosi rendono confuso il concetto di scorrevolezza; buona vibrazione acida però, a rinfrancare gli assetti.

 

Triso_panoramiBARBARESCO 2013 TREISO

Barbaresco Bernardot 2013  – Ceretto

Ad un naso non propriamente a fuoco risponde una bocca portata per le sfumature e i dettagli sottili. La grana tannica diffusiva e stratificata sottende un “sentimento” di fondo apprezzabile e uno stile “non urlato”.

Barbaresco Casot 2013 – Nada Giuseppe

Terroso e garbatamente verace, e per questo molto Treiso style, l’avviluppo caldo e avvolgente non ne spegne il carattere, ma la finezza non è il suo forte. Chiusura tannicamente grintosa.

Barbaresco Giacone 2013  – Cascina Alberta

Colore, vibrazioni e sentimento sono quelli che, a istinto, piacciono a me. Accipicchia, se non fosse per quell’esubero di dolcezza! Certo un Treiso quanto mai ingentilito e trasognante, che ti fa guardare lontano. E per questo diverso. Bella sorpresa.

Barbaresco Marcarini 2013  – Nada Giuseppe

Bel colore e bel sottotraccia minerale, a disegnare i confini di un vino sottile, fresco ed elegantemente sfumato. Davvero invitante da vedere e da godere. La sorpresa che non ti aspetti!!

Barbaresco Montersino 2013  – Bel Colle

Stimoli di terra e fiori, buon contrasto, non un mostro di finezza, sviluppo carnoso e coeso, chiusura più rugosa anche se fresca.

Barbaresco Montersino 2013 – San Biagio

L’intensità dei profumi viene amplificata dal tenore alcolico, ma la nota ferrosa è interessante, ciò che dona carattere e un accento più maschio al sorso. Robusto e contrastato, l’austerità del tratto non scade mai in rigidezza.

Barbaresco Nervo 2013 – Rizzi 

Intensamente floreale, cordiale, morbido, accogliente, sono frutto e sensualità. E se la confezione linda e patinata non trova piena corrispondenza nella profondità, non potrai non trovarlo istintivamente godibile.

Barbaresco 2013  – La Ganghija di Rapalino Enzo

Verve, freschezza, vivacità. Si beve bene, senti (e sente) l’annata fresca. E il termine succoso qui è il suo nome.

Barbaresco Pajoré 2013  – Rizzi

Che eleganza e che portamento! Inoubliable commento floreale, dolce soavità di frutto, spezie fini, dinamica superiore. Grande compiutezza per un Pajoré ai massimi livelli, la cui finezza e il cui garbo espositivo, come sempre, lo apparentano di più a un cru di Barbaresco che non di Treiso. Coinvolgente.

Barbaresco Rombone 2013 – Vigneti Luigi Oddero e Figli

Convincente per suadenza, rotondità ed eleganza di fondo. Da sdilinquirsi invece ai profumi, ora come ora connotati su di una pienezza un po’ esibita e poco dettagliata. Da armonizzarsi l’apporto del rovere.

Barbaresco Valeirano 2013  – Ada Nada

Qualche lieve e sopportabile tono esotico ai profumi, buona propensione al dialogo. Dinamica interessante, freschezza adeguata. Però!

Barbaresco Vallegrande 2013 – Grasso Fratelli

Viola e humus instradano gli umori ad un bicchiere dal temperamento un po’ algido, screziato da inflessioni vegetali. La buona reattività del tratto gustativo si concede un finale piuttosto stretto e obbligato dal tannino.

Barbaresco Vallegrande 2013  –  Ca’ del Baio

Succoso, balsamico, ben disegnato, lo stile interpretativo moderno convive amichevolmente con la freschezza e la vivacità.

Alba_panoarmiBARBARESCO 2013 DA PIU’ COMUNI

Barbaresco Teorema 2013 – Agricola Molino

Polposo, soffice, con un pelo d’alcol in sovrappiù e un frutto che temerariamente si affaccia dalle parti della (sur)maturazione, resta un vino piacevole da “masticare”, anche se non ti fa stare tranquillo in prospettiva.

Barbaresco Coparossa 2013 – Bruno Rocca Rabajà

Sotto le screziature di copertone e gomma bruciata pulsa una confortante suggestione floreale. La densità è quella giusta, la caratterizzazione interessante, casomai solo un eccesso di dolcezza a limitarne l’articolazione.

Barbaresco 2013 – Cantina del Nebbiolo

Se ancora mancano i dettagli aromatici, garbo e tattilità gli appartengono. Apprezzabile l’espressività di marca floreale.

Barbaresco 2013  – Produttori del Barbaresco

Carnoso, seducente, proporzionato, di lui mi piacciono stile, polpa e sapore. Se tanto mi dà tanto, le Riserve pari annata dei mitici Produttori potrebbero fare sfraceli!

Barbaresco 2013  – Piazzo Armando

Profumi ritrosi, non ancora dispiegati. Epperò piacevole la stria sapida che ne snellisce la beva: sì, agrume e spigliatezza stanno di casa.

Assaggi effettuati nel mese di maggio 2016.

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FERNANDO PARDINI

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