Alla Martinenga – Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy

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100_4517Se a Barbaresco c’è un nome che eccelle grazie alla qualità e alla finezza della proposta enoica, questi è quello delle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy. Una visita alla tenuta, d’altronde, ne chiarisce i motivi e ne giustifica i pregi, riconosciuti da tutti gli estimatori del Barbaresco, e non solo. La visita nasce dalla generosità del dottor Alberto di Gresy, che si è reso disponibile a partecipare con una donazione dei suoi prestigiosi vini al restauro dell’organo di Seravezza, in provincia di Lucca. Così, in una calda giornata di inizio settembre, ci siamo recati alla Martinenga.

Per chi non è mai stato in questa azienda vi diciamo che l’impressione è notevole: i quasi 12 ha di vigneti a nebbiolo sono dislocati in un anfiteatro naturale al cui centro vi sono la cantina e gli edifici della tenuta. La magnifica esposizione a sud consente maturazioni perfette e la nascita di quel Barbaresco così famoso. Ma l’azienda non vinifica solo nebbiolo, nelle varie altre tenute di proprietà vengono coltivati barbera, dolcetto, merlot, moscato, sauvignon blanc e chardonnay.

100_4508La visita aziendale, in particolare delle cantine, mette in mostra un bel connubio fra tecnologia e “naturalità”. Sono presenti le attrezzature necessarie per una efficace e sicura trasformazione delle uve, ma si lascia al terreno e al contatto con la roccia il compito di “climatizzare” la bella barriccaia sotterranea. Il tutto nel bel centro aziendale sviluppatosi attorno all’elegante residenza padronale (antico luogo di culto che in età pre-romana era denominato Villa Martis), affacciato sulla grande terrazza che apre la vista sulla valle e sui vigneti. La sensazione è emozionante: si scorgono da qui le vigne sia a monte che a valle della cantina, in un susseguirsi di cru che hanno fatto il vanto di questa storia: Martinenga, Gaiun, Camp Gros.

I VINI DI UN GIORNO

100_4504Fra i bianchi assaggiamo il Villa Giulia Langhe DOC  2015, blend di chardonnay e sauvignon fermentati ed affinati in acciaio, le cui uve provengono sia dalla tenuta Martinenga che dalla tenuta Monte Aribaldo di Treiso .
Al naso la nota caratteristica del sauvignon va elegantemente ad integrarsi con le note più fruttate e dolci dello chardonnay, anche se in bocca si avverte una freschezza e una sapidità che fanno presagire una buona capacità di invecchiamento. Il finale persistente concede tempo alla riflessione.
100_4510E’ la volta poi dello Chardonnay Grésy Langhe Doc 2014 . Vino fermentato e affinato in barriques proveniente dai vigneti di Barbaresco e Treiso, all’olfatto esprime eleganza e morbidezza in un eccellente connubio tra legno e stoffa del vitigno. In bocca freschezza e morbidezza si alternano in una piacevole sensazione di vivacità, chiudendo con una bella coda sapida.

Passando ai vini rossi assaggiamo il Langhe Nebbiolo 2015 Martinenga. Di un bel colore rosso rubino brillante, questo Nebbiolo nasce dalla stessa vigna del famoso Barbaresco e possiede profumi di frutta e confetture, commentati da una lieve scia speziata. In bocca è armonico e già voluminoso, ma è un altro vino rispetto al Barbaresco, la cui personalità la scorgi grazie alla connaturata sua scorrevolezza, evitando l’inciampo tannico e il brillio acido ma accompagnandoti con eleganza fino al finale.

Con il Monte Colombo Barbera d’Asti DOCG 2011 tastiamo il polso al potenziale di invecchiamento di questo vitigno, che l’azienda coltiva in quel di Cassine, in provincia di Alessandria. Vino dal colore profondo e intenso, dai profumi avvolgenti di frutta matura in confettura, stimolati da note di tabacco e liquirizia dolce; in bocca è ampio, avvolgente, caldo ma armonico. La tannicità qui si sposa con una persistenza e una pulizia aromatica ammirevoli. Il finale invita alla meditazione.

Passiamo alla serie dei Barbaresco. Il Martinenga Barbaresco DOCG 2012 è il vino di riferimento della Tenuta, le cui uve provengono dalle vigne disposte alle spalle della cantina. Dopo la fermentazione alcolica affina prima in barriques, poi in botti grandi di Slavonia. Il rosso granato con lievi riflessi aranciati gli conferisce un’aura austera, mentre al naso offre profumi intensi di viola, prugna, marasca, tabacco e spezie. In bocca la stoffa è consistente; l’inmartinenga (1)iziale dolcezza lascia spazio al tannino e alla freschezza per un profilo armonico e pieno. Il persistente finale sfuma nell’etereo.

Il secondo è il Gaiun Martinenga Barbaresco DOCG 2011, vino che nasce nel 1928 da una selezione del Vigneto Martinenga. Con la differente annata rispetto al vino precedente si nota anche la differente impostazione nel vino. Qui sono l’eleganza e la compostezza a raccontarne la cifra. I profumi nitidi ed eterei, il corpo pieno ma elegante, il tannino vibrante ma mai invasivo delineano un profilo sicuramente capace di ben maturare nel tempo, giocando sul filo della complessità e della levità. Vino notevole, prodotto solo nelle annate migliori.

Ultimo della serie, il Camp Gros Martinenga Barbaresco DOCG 2007 . L’annata ci consente vi iniziare a valutare l’evoluzione di questo vino, che giustamente l’azienda considera il proprio fiore all’occhiello. E’ il paradigma del Barbaresco in termini di struttura, eleganza e complessità tannica. Il vino disegna così le sensazioni che trasmettono tutto il potenziale di questo terroir, tra i più felici delle Langhe. E’ ciò che porteremo nel ricordo di una meravigliosa giornata di settembre.

galleria fotografica

Lamberto Tosi

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