Ristorante La Grotta a Montepulciano: il dolce conforto della tradizione

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canti_0005Tanto per cominciare l’arrivo a “La Grotta” vi toglierà il fiato: una terrazza aperta su dolci e incantevoli colline con la visione quieta e maestosa del Tempio di San Biagio, realizzato in travertino da Antonio da San Gallo il Vecchio in epoca rinascimentale. Già la cornice quindi, da sola, vale il viaggio. Il ristorante, ospitato in locali risalenti al Cinquecento, si distingue per rilassata eleganza. Al timone i fratelli Cristina e David Mazzuoli, ultima generazione di una famiglia di ristoratori che ha reso possibile il raggiungimento di un invidiabile traguardo per questo storico baluardo della ristorazione poliziana, culminato quest’anno nel 50° anniversario.

la-grotta-2David è un “oste” molto appassionato del suo lavoro: questo si legge sia nel coinvolgimento emotivo con cui ci racconta il progetto di famiglia (1966-2016!!), sia nella dettagliata carta dei vini da lui curata, la quale non si ferma ad una buona copertura del territorio ma si arricchisce di referenze mai banali, che spaziano dalla Borgogna al Piemonte, fino all’”altra” Toscana.

lingua-di-vitelloneCristina Mazzuoli, in cucina, è sì concentrata sulla tradizione, ma riesce a fare in modo che la stessa non costituisca un fardello anacronistico: le sue creazioni trasudano territorio, profumi e sapori che qui ti aspetti di trovare. Saranno così i piccoli dettagli, frutto dell’esperienza, ad elevare i piatti presentati.

crostini-al-vin-santoInfatti la lingua di vitellone, succosa, salda e gelatinosa il giusto, spicca per la perfetta cottura; il cavolo viola solo marinato contrasta con la croccantezza e una spinta lievemente acida, l’aceto stravecchio e l’olio di prezzemolo chiudono il cerchio, rilasciando sul palato note dolci e mineral/ferrose.

ravioli-fagiano-2Si prosegue con i crostini toscani con salsa al Vin Santo, albicocche e pere. La consistenza del paté è ottima, il gusto delicato e incisivo al contempo; di malavoglia ti abbandona, tanto è persistente. La salsa invece è piacevolmente contrastata fra note molto dolci e acidità; il pane, per evitare derive amaricanti, è semplicemente tostato in forno, quindi reso croccante all’esterno e sempre umido all’interno.

piccione_1I ravioli di fagiano con zafferano della Val d’Orcia è un piatto che centra l’obiettivo della massima godibilità: sfoglia tirata alla toscana, quindi non troppo sottile, ripieno che sa di fagiano arrosto e lo zafferano -in generosa quantità- a creare un profumato pendant.

agnello_1I secondi affidano la ribalta alla grande materia delle carni. Il piccione in due cotture (petto al sangue e coscia al forno bardata di rigatino e ripiena delle sue rigaglie) è ben eseguito: il contrappunto nel piatto è ottenuto grazie alla cicoria saltata, lasciata giustamente al dente.

Il carré d’agnello con panatura alle erbe è cotto comme-il-faut: carne succosa, morbida e profumata, crosta croccante, accompagnamento congeniale con una terrina di patate.

tiramisuVeramente riuscita poi l’interpretazione del tiramisù! Leggerissima crema al mascarpone, caffè in chicchi e in gelato, quest’ultimo perfettamente mantecato con una Carpigiani d’antan.

Il classico abbinamento castagne e cachi, invece, è qui onorato da gustosissimi marroni amiatini: l’autunno nel piatto!

cachi-e-marroniCome avrete intuito la cucina, pur senza svolazzi ed (inutili) orpelli, è solida, collaudata e centrata su un’idea di territorio che si fa apprezzare per brillantezza ed incisività. Il servizio professionale e attento renderà la vostra esperienza gradevole. Perciò, se vi trovate a Montepulciano e avete voglia di mangiar bene, “La Grotta” vi apparirà sempre e comunque come un approdo sicuro.

Ristorante La Grotta
Via di San Biagio 15 – Montepulciano (SI) – tel 0578 757479

Fotogallery (autore Giovanni Baldini)

Lorenzo Coli

Nasce fra mari e monti e cresce negli anni Ottanta, coerentemente, fra pizze e pastasciutte “mari e monti”, mostrando fin da subito un indistruttibile appetito. Studia fra Viareggio e Camaiore ed eccelle in oratoria e linguistica. Stanco del non apprezzamento vola in terra d’Albione, lì dove esplode la sua passione gastronomica. In uno studio sociologico dell’Università di Oxford viene coniata una nuova categoria da lui ispirata: i “gastrosexuals”. Torna a casa, mette su famiglia (orgogliosamente), si annoia un po’ finché non incontra il suo maestro Miagi. Grazie a lui riunisce i suoi interessi di natura orofaringea e inizia a produrre le sue prime riflessioni sul cibo. Il bello è che persevera!

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