I Barolo Riserva 2011. Insidie ed eccezioni di un’annata difficile

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foto-artistica-della-bottigliaDobbiamo ammetterlo, il primo approccio per così dire sistematico con i Barolo Riserva 2011 non è stato propriamente tutto rose e fiori. Anzi, l’apparentamento per motivi di coincidenze temporali con i Barolo 2013, assaggiati nel medesimo contesto (l’evento Nebbiolo PrimaGrandi Langhe), ha assunto a tratti le sembianze di un confronto impietoso.

Forse è per questo che quando un vino si discostava dal tipico refrain dell’annata, aprendo squarci nel verso della freschezza e del ritmo gustativo, ci è parso di scorgere in lui una sorta di luce tracciante, in mezzo alla perdurante penombra generata da una vendemmia difficile. E se una ri-contestualizzazione nel merito appare quindi quanto mai auspicabile, per testare la reale valenza gastronomica e l’attitudine all’accostamento con i cibi di questi “Baroloni”, ora come ora possiamo sintetizzare il sintetizzabile con gli stessi termini utilizzati nei confronti di vini pari annata provenienti da altre regioni o denominazioni (Toscana in primis): peso, robustezza, calore alcolico, maturità di frutto, evoluzione. Insomma, per certi versi trattasi di vini grossi e faticosi da approcciare, che non fanno della scorrevolezza e della bevibilità le loro doti migliori, ma che si chiamano pur sempre Barolo. E chiamandosi Barolo viene naturale la premura di attenderne gli sviluppi, lasciando fare al tempo e ad un congruo affinamento in bottiglia e in cantina. Anche se l’annata  – a sentimento – non è che prometta sfraceli, in termini di potenziale di longevità.

np2016_sala-degustazioneOvviamente, salvo le immancabili eccezioni. Sì, le luci traccianti a cui accennavamo, e che ci hanno dato il conforto di un grande cru, di un grande “manico” (leggi sensibilità interpretativa) o di entrambe le cose. Nessun’altra annata recente però può considerarsi più insidiosa di questa, per ciò che concerne la ricerca delle etichette migliori. Perché se da un lato non si addice a persone intelligenti lasciar perdere per pregiudizio, dall’altro è consigliabile una grande attenzione su ciò che andremo a mettere in cantina, in enoteca o nella carta dei vini di un ristorante. Una cosa è certa: scegliere bene potrebbe partorire meraviglie. Vuoi mettere la soddisfazione? Vuoi mettere la botta di autostima per la nostra attitudine da segugi?

Zona Barolo

L’ASTEMIA PENTITA – BAROLO RISERVA CANNUBI 2011

Alcol e compressioni, volume e respiro affannato: difficile scorgere una dinamica superiore.

BRIC CENCIURIO – BAROLO RISERVA COSTE DI ROSE 2011

Riesce a mantenere tono ed equilibrio, assieme a salvifiche sfumature floreali: è godibile, espressivo, dalle movenze femminee, e alla causa contribuiscono certe cadenze “dolcine” ed accomodanti.

DOSIO VIGNETI – BAROLO RISERVA FOSSATI 2011

Il buon carattere aromatico predispone ad un attacco di bocca deciso, ma lo sforzo viene disatteso dalla chiusura perentoria su liquirizia e tannino.

VIRNA BORGOGNO – BAROLO RISERVA 2011 

Profumi vacui, che fanno il paio con un gusto rilassato e un po’ indolente. Subodori uno stile classico, e ciò ti conforta, ma subodori anche una punta di evoluzione di troppo nella trama.

BREZZA GIACOMO E FIGLI – BAROLO RISERVA SARMASSA VIGNA BRICCO 2011

Bell’alito di freschezza, a stimolare un sorso misurato, accattivante, dall’alcol ben imbrigliato e dal finale vivo, intrigante anche se non esplosivo. Davvero convincente per coesione e “serietà” espressiva.

Zona Castigliane Falletto

CAVALLOTTO TENUTA BRICCO BOSCHIS – BAROLO RISERVA VIGNOLO 2011

Screziature di bacca selvatica opacizzano il quadro dei profumi, la cui dominante sembra puntare su una dichiarata balsamicità. Bocca pragmatica, asciutta nell’incedere, l’articolazione langue un po’, è ricca ma contratta.

Zona La Morra

CURTO MARCO – BAROLO RISERVA ARBORINA 2011

La ricerca di un assetto equilibrato trova ostacolo nel malcelato temperamento alcolico, che ne sfrangia i dettagli, e in uno stato evolutivo più avanzato di quanto ci si dovrebbe attendere.

FRATELLI CASETTA – BAROLO RISERVA 2011

Naso fresco, anche se poco dettagliato. Al gusto conserva profilatura e coesione anche se appare fin troppo nettato e “controllato” nella sua espressività. Il finale perentorio non concede spiragli né allunghi significativi.

ROCCHE COSTAMAGNA – BAROLO RISERVA ROCCHE DELL’ANNUNZIATA BRICCO FRANCESCO 2011

Finalmente un brivido di freschezza, finalmente ariosità! Bella l’intelaiatura minerale, ad innervare un sorso ben disegnato, adeguatamente articolato, di elegante sobrietà. Davvero centrato e convincente.

SCAVINO PAOLO – BAROLO RISERVA ROCCHE DELL’ANNUNZIATA 2011

Una sensazione quasi “forzata” di gioventù non ci esime dall’apprezzarne la reattività. E se la spontaneità non ci sembra la sua arma migliore, è quantomeno un vino “educato”, concessivo e ben congegnato.

Zona Monforte

SIMONE SCALETTA – BAROLO RISERVA BRICCO SAN PIETRO 2011

Le trasparenze cromatiche e le sfumature aromatiche ci illudono. Vengono disattese da un gusto ovattato e non adeguatamente cadenzato. C’è equilibrio, quello sì, e pulizia d’impianto, ma non hai la piena trasparenza espressiva, non hai la chiarezza.

BARALE FRATELLI – BAROLO RISERVA BUSSIA 2011

Se ai profumi gira a largo dal concetto di definizione e nitidezza, non è così se lo bevi: contrastato, scattante, sapido e agrumato, dimostra senza tentennamenti grandi potenzialità espressive. Ottimo conseguimento.

GIACOMO FENOCCHIO – BAROLO RISERVA BUSSIA 90 DI’ 2011

Vi si respira una buona sensazione di equilibrio qui, e non è poco al cospetto di una vendemmia così. Anche se il tratto gustativo accomodante, generoso dispensatore di dolcezza, resta in attesa del fatidico cambio di passo, ciò che adesso non scorgi.

COSTA DI BUSSIA TENUTA ARNULFO – BAROLO RISERVA BUSSIA 2011

L’evoluzione si sente. Oddio, il nostro conserva un suo fascino e un gusto d’antan, senza fronzoli e senza infingimenti. La freschezza però fatica ad emergere e, pur giovandosi di adeguate proporzioni, un po’ di evoluzione la sconta.

ODDERO PODERI E CANTINE – BAROLO RISERVA BUSSIA VIGNA MONDOCA 2011

Fresco, profilato, dinamico per essere un 2011, mi piacciono la sua spigliatezza e la sua reattività. E mi piace quella trama in grado di conservare doti preziose come il tono e il rispetto delle proporzioni.

PRUNOTTO – BAROLO RISERVA BUSSIA VIGNA COLONNELLO 2011

Dinamica e vitalità non mancano, si beve proprio bene, c’è qualcosa semmai che viene a mancare nei sapori, o meglio, nella continuità dei sapori, però bello il disegno e apprezzabile l’attitudine alle sfumature. Da ascolto attento.

Più comuni

CANTINA DEL NEBBIOLO – BAROLO RISERVA 2011

Dettagliato, calibratissimo, sembra di un‘altra annata (più giovane) ma senza forzature. Mantiene dinamica e “senso” dell’equilibrio, con l’alcol che accompagna garbatamente una trama fluida ed assai caratterizzata.

Zona Serralunga

BRUNO GIACOSA – BAROLO RISERVA FALLETTO VIGNA LE ROCCHE 2011 (etichetta rossa)

Frutto in evidenza, calore, austerità, stazza. Sono umori di erbe, ruggine, spezie e cioccolato. Impattante, robusto, strutturato, è ancora alla ricerca dell’accordatura migliore, lo senti. Insomma, è un Barolone autorevole dalla timbrica classica, a cui forse il tempo servirà come il pane.

SORDO GIOVANNI – BAROLO RISERVA GABUTTI 2011

Bella solidità e freschezza, dinamico, incisivo, saldo, dal portamento elegante, senza indugi fra i migliori Riserva ’11 di Barolo assaggiati fin qui.

GERMANO ETTORE DI SERGIO GERMANO – BAROLO RISERVA LAZZARITO 2011

Interessante il gioco delle erbe, i profumi ben si distendono, mentre l’alcol accompagna una trama ampia, calda, profondamente sapida, tutto men che scontata.

RIVETTO DAL 1902 – BAROLO RISERVA LEON 

Profumi anche originali (ma strani), equilibrio ed inusuale snellezza. Certo le sue quotazioni non si impennano, se guardiamo alla complessità.

ANSELMA GIACOMO – BAROLO RISERVA VIGNARIONDA 2011

Sentori minerali (e medicinali) si intrecciano ad un timbro calibratamente tropical. Gusto fuorviante, che non apparenti immediatamente ad un Barolo. Certo il nostro “sta in piedi”, ma c’è in lui un margine di vacuità espressiva che non mi consente di penetrarlo appieno.

Zona Verduno

CASTELLO DI VERDUNO –  BAROLO RISERVA MONVIGLIERO 2011

Temperamento, contrasto, caratterizzazione aromatica, tensione gustativa. Hai detto niente! E poi non si fa “mangiare” dettagli e piacevolezza dall’alcol. Insomma, è un gran bel vino!

FERNANDO PARDINI

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