Testimoni della “grandeur” a Vinexpo 2017. Prima parte: Alsazia, Champagne e la Mancha spagnola

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vinexpo-2017-20-06-phil-labeguerie-6896BORDEAUX (Francia) – Il Vinexpo di Bordeaux rimane una tappa fondamentale per il mondo del vino che conta. Prova ne sia l’edizione 2017, che ha visto -se possibile- una rappresentanza ancora più globale e completa: grandi nomi e nuove rappresentanze nazionali erano in bella mostra nel vasto parallelepipedo in cui si sviluppa la mostra, con il Portogallo in veste di l’ospite d’onore di questa edizione.

Purtroppo però alcune cose sono mutate anche a Bordeaux. Il cambiamento imposto dal terrorismo islamico si “sente” anche a Vinexpo: fino alla scorsa edizione l’accesso era controllato ma non impediva di arrivare ai desk per il recupero dei pass o del materiale informativo; quest’anno una postazione lontana dal Palazzo delle Esposizioni filtrava gli accessi ed effettuava su tutti controlli tipo aeroporto. Altro cambiamento, quest’ultimo di tipo organizzativo, è stato la fruizione del servizio navetta riservato alla sola città di Bordeaux. In precedenza il servizio navetta raccoglieva i visitatori presenti a Saint-Emilion e in altre località, per un raggio d’azione sui 40 km attorno a Bordeaux, consentendo una diffusione delle presenze e un riverbero dell’evento su di un vasto territorio. Oggi, con questa riduzione, spostarsi da Saint-Emilion a Bordeaux senza prendere l’auto ci costringe ad utilizzare prima il treno, poi la navetta, con un tempo di viaggio -per 40 km di percorso- superiore alle 2 ore! D’altro canto, affrontare La Rocade in auto significa impegnare più di 3 ore per raggiungere il parco delle Esposizioni. Alla fine, comunque, riusciamo ad entrare e l’aria che si respira è fin da subito frenetica. La prima destinazione è l’area stampa, dove è possibile recuperare inviti e comunicazioni delle aziende presenti. Qui è sempre attivo un bar, dove è possibile rilassarsi tra un incontro e l’altro e dove si incontrano amici e colleghi, anche italiani.

La prima degustazione ci porta ad assaggiare i vini proposti da un Domaine importante del panor8_1ama alsaziano: Fernand Engel. Il paese di Rorschwihr è il luogo dove da quattro generazioni la famiglia Engel produce vini di pregio. Il vitigno principe dell’azienda e di questa parte d’Alsazia è il Riesling, tanto che sul sito aziendale l’enologo, nonché genero dei proprietari, gli dedica una poesia . E infatti, tra i vini assaggiati, spiccano due Riesling di alta qualità: il Cuvée Engel 2016 proviene da terreni posti tra Rorschwihr e Bergheim, di struttura marno-calcarea con presenza abbondante di ciottoli e fossili.  Alla vista appare limpido, di un giallo paglierino con i riflessi dorati; al naso sprigiona note fruttate pulite e molto eleganti, dove spiccano frutta bianca (pesca), agrumi, fiori di acacia e lieve resina d’abete. In bocca la freschezza non delude e accompagna una buona mineralità di fondo in un finale caratterizzato da note di mandorla amara.

18_1Il secondo memorabile Riesling è il Grand Cru Praelatenberg 2013, le cui uve provengono da un appezzamento esposto ad est- sud est alle pendici del castello di Haut Koenigsbourg. I terreni di natura silicea, poco profondi, poggiano su rocce metamorfiche di origine ignea, tipo gneiss. Il suolo è ciottoloso con presenza di minerali ferrosi, le pendenze elevate.

La tecnica di cantina prevede oltre un anno di permanenza sui lieviti prima dell’imbottigliamento e il risultato è notevole. Il colore qui è giallo dorato, più marcato rispetto al vino precedente, e la densità è importante, favorita da un certo residuo zuccherino. All’olfatto siamo su note di uva passa, cera, agrumi canditi, qualche rimando resinoso e di pasticceria fresca. In bocca la concentrazione e la mineralità sono evidenti, con una bella armonia e una dinamicità che testimoniano circa la giovinezza del vino e il suo presumibile potenziale di longevità.

Vinexpo offre la possibilità di avventurarsi in degustazioni veramente particolari, quale quella che abbiamo intrapreso nell’area espositiva della Spagna, alle prese con i vini della Mancha.  Zona centrale della Spagna, la Mancia è in massima parte un altopiano disposto fra i 600 e i 700 m.s.l.m., e questo la espone a venti di varie direzioni: i mulini a vento, di letteraria memoria, sono  ancora il simbolo di questo territorio.  Nei quasi 163.000 ettari vitati sono presenti 251 aziende vinicole, in buona parte rappresentate nello spazio espositivo a degustazione libera attrezzato dalla D.O. Mancha.

lamanchawinesI vitigni, a parte qualche presenza internazionale sia nei bianchi che nei rossi (chardonnay, sauvignon, riesling e viogner per i bianchi; merlot, cabernet, syrah e petit verdot per i rossi), si concentrano su tipologie locali o diffuse in altre parti della Spagna, quali airen, macabeo, moscatel, Pedro Ximenes per i bianchi; tempranillo, monastrell, granacha e moravia per i rossi. Il mercato di questa regione è ancora orientato su canali interni, anche se la quota di estero si attesta oggi intorno al 36 per cento.

Dalle degustazioni effettuate -una trentina di vini sui circa 90 campioni presenti- l’impressione è stata quella di un territorio molto diversificato, sia come qualità che come stile produttivo. Vi sono, a mio avviso, vini ancora troppo “imperfetti” per poter affrontare un mercato evoluto e, paradossalmente, questo è più vero per i vini rossi che non per i bianchi o i rosati. Molti vini invece avevano una loro personalità, alle volte un po’ estroversa, ma che comunicava comunque un territorio estremo come quello della Mancha

Tra questi ricordiamo Yugo Arien  2016 della bodegas-cristo-de-la-vega-el-yugo-airen-la-mancha-spain-10503721Bodegas Cristo de la Vega, vitigno ariel in purezza: bel naso fruttato abbastanza fresco e armonico, dalla beva facile. Altro vino interessante è l’Espanillio 2016 della Bodegas San Antonio Abad, un blend paritario di sauvignon e verdejo dal colore verdognolo con riflessi giallini, di buone nuance vegetali (foglia di pomodoro) e agrumate, che in bocca rilascia una certa freschezza ed è dotato di un finale lievemente vanigliato.

Nella categoria Rosati si distingue il Luna Negra Rosado 2016 della Bodegas Palacio de Galiana, un tempranillo in purezza vinificato in rosato dove le note lievemente vegetali si sposano con aromi fruttati freschi che accompagnano una bocca coerente e rinfrescante. I rossi, la maggior parte dei vini in assaggio, si sono presentati spesso tannici e con acidità elevate, anche volatili, ciò che ne ha compromesso spesso il giudizio. Non così per lo Yuntero Reserva 2010 della Bodegas Yuntero, che sia pur fondato sulla austerità presenta un buon profilo aromatico e una bocca viva e possente. Al punto tale da poterlo annoverare tra i migliori vini degustati.

Semprchateausiran_2012e in tema di degustazioni collettive, ci inoltriamo nella tradizionale presentazione dell’annata 2016 da parte dell’Associazione Union des Grands Crus de Bordeaux. I 2016 si presentano tutti con le caratteristiche tipiche della grande annata. Già sorprendentemente bevibili, sfoderano con eleganza la loro struttura e quella acidità che gli consentirà di affrontare il tempo in sicurezza per evolvere nel migliore dei modi. Alcuni, tra i tanti, ci hanno impressionato: Chateau  Siran ad esempio, un Margaux elegante e potente al contempo che avrà molto da dire nei prossimi anni; Chateau Gazin, grazie alla bella concentrazione, alla freschezza stimolata da note vivaci di frutta, alla tannicità. Tra i vini di Barsac e Sauternes abbiamo apprezzato  Chateau Doisy-Daene, con note vive di fico e agrume candito, La Tour Blanche con bocca fresca e naso floreale su una dolcezza ben equilibrata.

Ultima tappa della giornata l’area Champagne: assaggiamo Champagne Poissinet, con sede a Cuchery La Maison, negli ultimi anni, si sta dedicando alla cura dei vigneti secondo il prowein-2017-champagne-poissinet-sarl-product-prowein2017-2505546-nugjsjerqrml3hdexbcd8w-imagemetodo biodinamico. Abbandonata la chimica nei campi trova spazio la tradizione in cantina. Di bella beva la Cuvée Constance, pinot meunier in purezza. Ha colore dorato, una bocca ampia e vinosa, una bolla fine e persistente. Altro bello Champagne è la Cuvée Exultance, chardonnay in purezza. Colore blillante verde scarico con riflessi dorati, floreale, fresco, con note delicate di pasticceria e vaniglia, ci riserva una bocca ben dosata, elegante e rinfrescante.

Si chiude qui la prima giornata in quel di Bordeaux. Il giorno seguente ci attenderanno visite di eccezione a Saint-Emilion: Chateau Pavie, Chateau Cheval Blanc e Chateau Angelus, tanto per dire.

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Lamberto Tosi

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