

Un Manifesto è notoriamente la dichiarazione pubblica di un movimento culturale o artistico, di una corrente politica o religiosa, che detta -per coloro che decidono di aderirvi- e presenta -all’opinione pubblica- i principi e gli obiettivi del movimento stesso. Trovare quindi un così impegnativo “decalogo” nel settore enologico mi ha incuriosito particolarmente, soprattutto osservando come la struttura di questo Manifesto parta da principi di unità, coesione e condivisione di intenti, prima di puntare sui temi più tecnici legati al territorio e alla vinificazione.
E’ a Montepulciano che si è concretizzata questa interessante iniziativa a firma di dieci produttori del territorio dell’omonimo Vino Nobile, dando contestualmente vita all’associazione TerraNobile Montepulciano. La presentazione è avvenuta lo scorso 15 febbraio in occasione dell’Anteprima tenutasi presso la Fattoria della Talosa, dove l’annata 2015, unitamente a molti altri assaggi di annate precedenti e di Riserve (2013 e 2014), è stata presentata alla stampa internazionale dopo la due giorni alla Fortezza (10-12 febbraio) dedicata agli operatori italiani.
Era diverso tempo che sulla denominazione piovevano critiche legate all’assenza di uno stile distintivo tale da far emergere le peculiarità del Nobile di Montepulciano rispetto alle altre blasonate denominazioni toscane. Non manco di rispetto a un vino che apprezzo moltissimo, se affermo che il Nobile ha sempre vissuto un po’ all’ombra dei grandi nomi che questa regione, estremamente vocata, ha saputo imporre su tutti i mercati del mondo.
Per questo è assolutamente lodevole la voglia che alcuni produttori dimostrano, mettendosi di fatto in gioco con una serie di regole e discipline tecnico-produttive volte a rispettare e valorizzare il terroir di Montepulciano, attraverso una graduale, ma sostanziale, riduzione del ricorso alle molecole di sintesi, per una viticoltura più sostenibile, moderna e di basso impatto ambientale. Attraverso nuove produzioni, in aggiunta al Nobile di Montepulciano (Rosso e Riserva), con due tipologie aggiuntive con caratteristiche peculiari: “Nobile di Montepulciano Tradizione” e “Nobile di Montepulciano Vigne vecchie”, due menzioni che ancora devono avere conferma sulla possibilità di utilizzo, ma che indicano un percorso comunque preciso, quello di un ampliamento delle espressioni enoiche del terroir. Per la realizzazione di questi nuovi prodotti, il regolamento interno dell’associazione prevede:
Ma ci sono ulteriori intenti che la nuova associazione si propone, per far crescere la qualità e la visibilità del prodotto, come promuovere corsi, incontri, eventi e tavole rotonde per stimolare la crescita professionale, la formazione e l’aggiornamento di tutto il personale che vi opera. Favorire iniziative per la divulgazione della cultura e della storia dei vini dei terroirs di Montepulciano, migliorando la comunicazione e partecipando anche in modo attivo e propositivo all’organigramma e alle attività del Consorzio di riferimento, che resta un interlocutore privilegiato. Inoltre, fra le norme che risultano più restrittive rispetto a quelle presenti nel Disciplinare, i produttori associati si impegnano a non utilizzare pratiche enologiche come: dealcolizzazione, trattamenti termici shock, concentrazione ad osmosi, elettrodialisi, scambiatori di cationi e l’eliminazione della solforosa attraverso procedimenti fisici.
È vero che il nuovo regolamento potrà essere applicato alle uve raccolte dal 2018 in poi, ma già nelle produzioni in corso tutte le altre norme costitutive dell’associazione dovranno essere perseguite, a partire già dal primo marzo, dalla comunicazione formale delle particelle catastali dei vigneti che ogni viticoltore intende destinare alla produzione dei vini a marchio TerraNobile, impegnandosi su quelli a seguire i dettami del Manifesto e che di seguito riporto integralmente:
Siamo dunque di fronte a un anno zero per questo areale così ricco di storia, un punto di partenza verso un futuro più gratificante in grado di restituire al lavoro di appassionati e bravissimi produttori quel ritorno commerciale e di immagine che davvero meritano. Perché l’umiltà del confronto, la fermezza delle regole, la forza della coesione, ma soprattutto l’unità di intenti mossa dall’amore per il proprio territorio, sono valori che in questa iniziativa vengono messi sul piatto della bilancia con coraggio, conferendogli uno spessore virtuoso che sicuramente darà i suoi frutti.
Le 10 aziende aderenti