Il Trebbiano Spoletino e la ricerca della sua identità

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SAMSUNG DIGITAL CAMERACome è andata l’esperienza con il trebbiano spoletino? Domanda interessante, ho risposto ad un amico enologo al ritorno da deGusto Spoleto, la manifestazione giunta alla sua seconda edizione che si è tenuta il 2 ed il 3 giugno scorsi dedicata alla gastronomia locale ma costruita soprattutto attorno a questo antico vitigno umbro.

La risposta non è così semplice né immediata, ma provo a tirare le fila di una ventiquattr’ore consacrata ad un vino-vitigno di cui poco sapevo ma che mi incuriosiva. In assaggio, al chiostro di San Niccolò nel centro di Spoleto, 45 vini di 27 aziende umbre hanno offerto un quadro completo della produzione, che in tutta la regione vede impegnati 50 ettari vitati destinati ad una varietà dalle caratteristiche ben precise, come una resa per ettaro piuttosto limitata (che significano 50-60 ettolitri), una maturazione molto tardiva che porta la vendemmia fino ad ottobre inoltrato, una spiccata acidità e profumi erbacei e floreali che con l’invecchiamento possono virare verso sentori balsamici e di idrocarburi.

Ho degustato circa trenta campioni e ciò che è emerso è una diversità piuttosto marcata, anche se un filo conduttore in img_9663qualche modo c’è: il Trebbiano Spoletino, quando è ben fatto e privo di difetti (leggi ossidazioni estreme o volatili fuori controllo), anche in caso di vinificazioni ben differenti fra loro – che possono prevedere macerazioni sulle bucce più o meno lunghe, utilizzo di acciaio, cemento o anfore- è un vino fresco, beverino, immediato e diretto. Sicuramente non cervellotico. Non esiste, almeno per adesso, uno stile identificativo ed ogni cantina lo produce secondo il proprio criterio, offrendo così sul mercato una tipologia che non ha riconoscibilità di gusto ma unicamente di nome.

In che direzione stiano andando i vignaioli che nel Trebbiano Spoletino stanno ancora investendo non è apparso molto chiaro, e solo il tempo potrà svelare l’arcano. Pensiero mio è che dovrebbe essere accolto ed apprezzato per la sua istintività ed immediatezza e per il suo essere un buon compagno della tavola, senza ricercare in lui ciò che forse non potrà mai dare, ovvero complessità.

Di seguito gli assaggi che hanno lasciato un bel ricordo.

img_9675Trebbiano Spoletino Doc Superiore non filtrato 2015  – Colle Uncinano

Il naso rivela un bel mix tra sentori minerali e floreali. La bocca è carnosa e persistente, fresca di un’acidità equilibrata ed invitante.

img_9656Trebbiano Spoletino Igt Umbria Terre dei Preti 2017  – Collecapretta

Il bouquet è ricco, ferroso, composto da fiori di camomilla e succo di pesca. Il sorso è asciutto, piacevolmente tannico e succoso.

Trebbiano Spoletino Doc Superiore 2017  – Agricola San Sabino

img_9672I profumi richiamano le erbe e gli idrocarburi. La bocca è sapida, rinfrescante, complessa ed armonica.

Trebbiano Spoletino Igt Umbria Le Tese 2016  – Romanelli

L’impatto al naso rivela una leggera ma piacevolissima ossidazione, affiancata da sentori di fiori bianchi e note minerali. All’assaggio è fragrante, “sgrassante”, dal tannino delicato e dall’acidità spiccata e piacevole, ciò che dà vita ad un vino dalla fatidica spinta in più.

Contributi fotografici dell’autrice

Roberta Perna

Roberta Perna (perna@acquabuona.it): del cibo e del vino non potrei proprio farne a meno ed è così che sulle mie due più grandi passioni ho costruito il mio lavoro e la mia vita. Sono socia di Studio Umami (www.studioumami.com) e titolare di Roberta Perna (www.robertaperna.it), due agenzie specializzate nell’ufficio stampa, nella comunicazione e nell’ideazione ed organizzazione di eventi enogastronomici, sono giornalista pubblicista e sommelier diplomata Fisar. Collaboro da anni con diverse testate di settore come Bargiornale e Ristoranti Imprese del Gusto ed ho due blog, uno che si chiama Roberta Perna ed uno, fondato con altre colleghe giornaliste, “Alla nostra portata”. Insieme a Studio Umami organizzo Life of Wine, evento degustazione dedicato solo alle vecchie annate.

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