

Vanno di moda le associazioni di produttori che marcano una identità territoriale, specialmente in Chianti Classico. Dopo quelle nate a Panzano, a Castelnuovo Berardenga e a Radda, ecco quella dei viticoltori di Gaiole in Chianti, che con Radda e Castelnuovo Berardenga confina nella parte senese di uno dei comprensori vinicoli più famosi al mondo. Nata lo scorso anno, ha lo scopo di radunare ed organizzare le forze di realtà produttive grandi e piccole, ma anche quello semplicemente di conoscersi, come dice con franchezza qualche vignaiolo. Sui circa 40 produttori che imbottigliano il loro vino, l’associazione è riuscita a radunarne 25, ed è inutile dire che degustazioni come quella organizzata per la prima volta qualche giorno fa sono assai utili per percepire gli stili e le tendenze in atto, grazie anche ad una ambientazione efficace come il bello spazio offerto dalle ex cantine Ricasoli, da poco meritoriamente recuperate.
Per fornire qualche coordinata storica, qui la famiglia Ricasoli divenne proprietaria del Castello di Brolio presumibilmente nel XII secolo, in una zona già considerata ad alta vocazione vitivinicola; l’autorevole esponente familiare Bettino (il “barone di ferro”) codificò verso la metà dell’800 l’uvaggio del Chianti e, by the way, c’è chi oggi, anche autorevolmente, vorrebbe reintrodurre l’uva bianca trebbiano nella “miscela”, al fine di abbassare le sempre più preoccupanti gradazioni alcoliche. E, venendo a tempi più recenti, da qui arrivano due degli ultimi past president del Consorzio del Chianti Classico: Elisabetta Stucchi Prinetti di Badia a Coltibuono e Marco Pallanti di Castello di Ama.
Spaziando dal Valdarno alle Crete Senesi, quello di Gaiole è un comune esteso, con giaciture che partono dal fondovalle e arrivano ai 600 metri sul livello del mare, e di grande variabilità in fatto di suoli e condizioni climatiche. Una efficace chiave di lettura del territorio l’hanno fornita l’enologo Maurizio Castelli e Massimiliano Biagi, direttore tecnico al Castello di Brolio, utilizzando i quattro punti cardinali. Nella parte est del comune le terre ricche di arenaria e povere di argilla si caratterizzano per uno spiccato drenaggio di acqua -con conseguente maggior stabilità fra una annata e un’altra- e per vini fondati più sull’eleganza che non sulla struttura. Ad ovest, dove invece prevale l’alberese con una percentuale di argilla rilevante (30-40%), la ritenzione idrica produce una maggior variabilità fra le annate a seconda delle precipitazioni, e una maggior morbidezza nei vini. A sud si osserva una prevalenza di sabbie plioceniche e, al di là dell’ovvio strapotere del sangiovese – un Sangiovese spesso solare “alla senese” ma talvolta anche finemente e florealmente “aristocratico”- si osserva fra i produttori un certo feeling con il merlot, la cui espressività è distante dalle opulenze fruttate così come da certe asperità vegetali. Insomma, un esempio convincente di adattamento al territorio di un’uva comunemente ritenuta “paspartu” per accattivarsi i favori dei palati del mondo.
Borgo Casa al Vento
A completamento di una importante struttura ricettiva, 7 ettari vitati e 2006 quale prima annata di produzione. Il Chianti Classico Aria 2016, ancora giovane, è snello e mostra qualche sfumatura verde; il Chianti Classico Riserva 2015 esprime un elegante corredo di frutto rosso e un palato snello, il Fata 2015 (acronimo per fuoco, aria, terra, acqua) è un merlot suadente all’olfatto e di beva snella ed espressiva.
Casanova di Bricciano
Realtà recente (nata nel 2013), è gestita da due fratelli “figli d’arte”, visto che il padre è in forza al Castello di Volpaia, e interpreta il territorio con solarità e schiettezza. Il Chianti Classico 2014 sfoggia un fragrante frutto rosso, succosità e una bella chiusura di beva; il Chianti Classico Riserva 2014 ha dalla sua grande energia e un palato saporito. Per il Chianti Classico Gran Selezione 2013 viene effettuata, dopo la fermentazione, una macerazione a caldo per aumentare l’estrazione di colore; stavolta troviamo un vino compatto e concentrato, con un bel tannino fine a chiudere.
Castello di Ama
Da una una delle “star” del territorio ecco un Chianti Classico Ama 2016 di color porpora, dal naso ampio ed affascinante giocato su registri floreali e dalla beva snella ed energica. Il Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2015 (sangiovese, malvasia nera e saldo di merlot) ha profondità olfattiva con sfumature di macchia mediterranea, mostra una materia ben imbrigliata e un tannino di bella finezza.
San Vincenti
In una tenuta di 80 ettari posta ad una altitudine intorno ai 450 metri sul livello del mare, ce ne sono 6 coltivati a sangiovese e 2 a merlot. Il Chianti Classico 2016 presenta un naso polposo e maturo e una beva di grande struttura e maturità dei toni, con una buona luce nel finale, solcato da tannini dolci. Il Chianti Classico Riserva 2015 rivela ancora un naso importante e pastosità al gusto, mentre il Chianti Classico Gran Selezione 2011, che contempla un 15% di merlot, è all’insegna dell’opulenza abbinata a una piacevole scorrevolezza di beva, sulle note della confettura di amarena. La chiusura è saporita, dolce e persistente.
Monterotondo
Biologica da venti anni, propone un Chianti Classico 2015 di bella freschezza, che evoca al naso toni agrumati e sfoggia una beva espansiva; nel Chianti Classico Riserva Seretina 2014, con un 5% di malvasia nera a complemento del sangiovese, si avvertono sfumature balsamiche che si ripropongono nell’ingresso al palato, all’insegna della frutta rossa ma forse un tantino in deficit di sfumature.
Riecine
Sono innanzitutto belli da vedere questi vini, con il loro colore rubino brillante e pieno di trasparenze. Il Riecine di Riecine 2014 mostra un delicato frutto rosso levigato e una beva piacevolmente vellutata, in sintonia con il Chianti Classico 2016. La Gioia 2014, sussurrato ed elegante, sfoggia al palato intensità espressiva e progressione, una forza quasi inaspettata e un finale saldo e compatto.
San Giusto a Rentennano
La monumentale figura di Francesco Martini di Cigala campeggia da dietro il banco di questa importante realtà del comprensorio. Si parte con un Chianti Classico 2016 di grande freschezza e fragranza, per proseguire con il Chianti Classico Riserva Le Baroncole 2015, intenso, ricco, compatto e concentrato, con una carica tannica (fors’anche dovuta al rovere) ancora da smussare. Il Percarlo 2014, suadente ed affascinante, si esprime con rotondità in bocca e con un finale di grande forza espressiva, mentre il merlot La Ricolma 2015 appare “iperfruttato” e di una cremosità quasi viscosa.
Tenuta Perano
Siamo al cospetto della prima acquisizione in Chianti Classico nientepopodimenoche della famiglia Frescobaldi. Il Chianti Classico 2015 è fragrante e levigato, il Chianti Classico Riserva 2015 (che conta su un saldo del 5% di merlot) mostra un olfatto piuttosto compassato, è elegante e succoso in bocca, impeccabile direi, con una beva dal finale ampio.
Fietri
Vini all’insegna dell’espressività, a partire da un Chianti Classico 2016 dal frutto rosso polposo, potente e saporito nella beva. Il Dedicato a Benedetta 2015 (sangiovese) è fine e pungente al naso, vellutato e cremoso al gusto, di grande ricchezza e assai persistente.
Rocca di Castagnoli
Altro caposaldo del territorio, altra certezza in quanto a qualità. Il Chianti Classico 2016 sfoggia bella finezza aromatica, è espansivo e succoso, anche se si percepiscono chiaramente tratti ancora giovanili. Più equilibrato e letteralmente esplosivo il Chianti Classico Riserva Poggio a’ Frati 2015, mentre il Chianti Classico Gran Selezione Stielle 2014, che contiene un 40% di uve non diraspate, seduce con un olfatto di lunghezza infinita, una beva vibrante e di grande freschezza. Infine, da segnalare il Buriano 2013, un Cabernet Sauvignon dal frutto turgido ed elegante, assai “chiantigiano” nell’anima.
Badia a Coltibuono
Assaggiamo un Chianti Classico 2016 dal naso affascinante, che affianca al frutto rosso belle note silvestri e di alloro. Spesso, compatto, ma di una acidità spiccata, spinge verso un finale assai ampio. Il Chianti Classico Riserva 2015 è anch’esso elegante, con un di più di potenza e concentrazione; il Sangioveto 2013 è carnoso, e si connota per un frutto maturo letteralmente esplosivo al palato.
Barone Ricasoli-Castello di Brolio
Tanta storia alle spalle, con un grande ruolo nel rilancio di questa grande azienda chiantigiana svolto da parte di Francesco Ricasoli, personalmente presente a fare degustare i vini. Due assaggi significativi: quello del Chianti Classico Gran Selezione Castello di Brolio 2015 (sangiovese con saldo di cabernet e petit verdot), esito di oltre duecento vinificazioni delle uve provenienti da altrettante parcelle della sconfinata superficie vitata, che hanno come risultato questo vino elegante, vellutato, scorrevole nella beva e di rilevante struttura. E il Casalferro 2015, un merlot che riesce a fondere in affascinante amalgama sensazioni di frutta rossa, spezie e liquirizia,
Infine: il Chianti Classico 2016 di Le Miccine è fine, con un bel quadro floreale e una grande ampiezza di sensazioni di frutti di bosco freschi; il Chianti Classico Baruffo 2016 di Cantalici (bio) è largo, penetrante, al palato sfoggia un frutto polposo e una apprezzabile freschezza. Il Chianti Classico 2016 di Lucignano è espressivo ed intenso, schietto nella sua ragguardevole materia; ha tanta energia, in parte ancora da domare.