La purezza, l’integrità, il senso dell’equilibrio. Come a dire, il Brunello di Sassetti Livio Pertimali

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Dello spirito montalcinese il vecchio Livio conserva il buonumore campagnolo, una veracità estroversa in grado di combinare il pragmatismo tipico di un mestiere con la bonomia e la socievolezza. Soprattutto, con una passione autentica che si è nutrita di vigna e di vino ma anche di un allegro poetare in rima, esercizio nel quale Livio ancora oggi eccelle, dall’alto delle sue ottantasette primavere. Insomma, uno di quei casi in cui il carattere di una persona si fonde alla perfezione con il volto e la fisicità: la incontri, la osservi, la ascolti e ti vien naturale pensare a quella corrispondenza lì, circostanza poi nei fatti puntualmente verificatasi.

Livio Sassetti, anzi Sassetti Livio, è stato uno dei fondatori del Consorzio di tutela del Brunello di Montalcino, correva l’anno 1967. A quei tempi aveva già iniziato a produrre un Rosso e un Brunello che si sarebbero ritagliati uno spicchio montante di notorietà, specialmente dopo l’entrata in gioco del figlio Lorenzo, enologo, di fatto l’attuale artefice dei vini della casa.

Una nomea che è andata alimentandosi di conseguimenti importanti, stilisticamente connotati e autenticamente rispettosi della tipologia, ma anche di una certa aura di esclusività grazie ad una riservatezza comunicativa che ha portato l’azienda a disertare gli eventi più in vista del settore, leggi Benvenuto Brunello, e a non spendersi poi tanto nel fornire campionature alle guide, il tutto come a protezione di una cumsustanziale discrezione comportamentale divenuta nel frattempo leggendaria, e che alla fine del salmo ha fatto drizzare ancor di più le antenne ai wine lovers di mezzo mondo, indirizzate per loro natura verso tutto ciò che muove da una singolarità.

I dodici ettari di vigna stanno tutti lì, attorno al vecchio ex spedale dei Pertimali, nel quadrante nord di Montalcino, zona di Montòsoli, lì dove Livio è nato e cresciuto, e lì dove trovano dimora la casa e la cantina (a tal proposito c’è una novità: la costruzione di una nuova cantina a Torrenieri, di prossimo varo!).

Nel frattempo, un bel lavoro di preservazione dei vecchi biotipi di sangiovese presenti storicamente in azienda, i suoli argilloso-calcarei a substrato superficiale sabbioso, i lieviti indigeni e una manifattura classica di stampo antico sono divenuti i tasselli fondamentali sui quali è andata a far leva una situazione microclimatica particolare, che vede nella conca di Pertimali un’unicità grazie alla conformazione delle colline attorno e alla posizione delle brecce e delle aperture, ciò che gli consente di essere interessata da un tale movimento d’aria che, a dispetto dei “soli” 280 metri di altitudine sul livello del mare, ne preserva la salubrità e ne garantisce -provvidenziali- le escursioni termiche.

Ho controllato, il mio ultimo incontro con i vini di Livio Sassetti risaliva a tre anni fa. Allora fu un sorprendente Brunello 2003 a farmi sobbalzare e a farmi chiedere come diavolo avessero fatto, i Sassetti, a propiziare tutto quell’equilibrio e tutta quella vitalità a fronte di un millesimo tanto torrido e insidioso.

Perciò non senza emozione e con tanta curiosità addosso, due mesi fa ho avuto l’opportunità di scavare meglio al cuore di una produzione artigianale che per la verità non lascia niente al caso. E’ l’approccio critico, rigoroso e puntualmente definito di Lorenzo Sassetti che va disegnando Brunello di Montalcino distintivi, la cui eloquente personalità si fonda sull’eleganza, sulla integrità e sulla purezza del frutto, ciò che contribuisce a delineare, più ancora del contenuto in acidità, vini tanto piacevoli quanto longevi.

Perché è una bontà dispiegata la loro, nitida, dettagliata, limpida, che difficilmente paga pegno al tempo. E poi c’è una qualità del disegno che trova ragioni anche a dispetto di annate sulla carta non propriamente memorabili!

La verticale di oggi – ultime produzioni comprese – ha restituito ai vini la luce di cui c’era bisogno, mettendone a nudo le virtù e facendo dimenticare in fretta tutta quella riservatezza e tutte quelle “assenze” che hanno tòlto dai riflettori della critica nostrana, e dai radar degli appassionati, una voce ineludibile che non puoi non conoscere e non puoi non raccontare. Grazie a quei vini ho recuperato il tempo perduto, che è poi come ricostruire un senso, una prospettiva. Un po’ come ricominciare.

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I VINI DI UN GIORNO

Brunello di Montalcino 2014

Sentori di cenere e violetta annunciano un Brunello perfettamente in linea con ciò che l’annata ha ispirato, vale a dire speditezza, acidità e una silhouette affusolata, qui peraltro corroborata da un afflato di sincerità espressiva che trova compimento nella giustezza dei toni e nella piacevolezza assoluta del sorso. Fascinosamente disadorno, evocativamente essenziale, a ben vedere non gli manca niente per alimentare coinvolgimento e immedesimazione.

Brunello di Montalcino 2013

Ecco qua un Brunello vitale, profilato e succoso, la cui droiture esemplare viene ravvivata dalla corrente acida e resa ancor più nobile da un fremito di ritrosa austerità. Il coté floreale lascia immaginare concessioni future nel verso dell’eleganza, mentre l’equilibrio di fondo, la tensione e la tonicità tratteggiano di già un avvenire all’altezza.

Brunello di Montalcino Riserva 2012

Di pregevole eleganza, intessuto a macramé, qui hai un tannino di grana finissima che evapora quasi fosse una nuvola, una purezza di frutto cristallina, un’espansione importante e la prospettiva di un ricordo sensoriale da poter raccontare ai posteri. E’ un soffio di bellezza, questo è, e uno dei conseguimenti migliori mai incontrati fin qui a Montalcino.

Brunello di Montalcino Dieci 2007 ( maturato dieci anni in cantina poi messo in commercio)

Impressionante per capacità di dettaglio, forza motrice ed eloquenza espressiva, ai profumi si intersecano in brillante sintesi sentori di macchia mediterranea, viola, ciliegia e lavanda, mentre la pienezza del sorso non disperde ritmo e sfumature, scortata da una trama potente ed elegante al tempo stesso dove la sinuosa intensità del tratto non contempla sbrodolature alcoliche o inutili ridondanze di materia. Un 2007 a suo modo bilanciato, ricco fuori e ricco dentro. Non lo dimenticherai.

Brunello di Montalcino 2004

Uno dei pochi Brunello ricavati da quel generoso millesimo ancora in grado di presentarsi con una integrità di frutto invidiabile, senza che strabordi in eccessi di maturità o, di contro, ti appaia evoluta e appannata. Si veste di una eleganza sobria, questo fa, dove tutto si tiene con innato senso dell’equilibrio: succosità, freschezza, carattere e sale. E’ un bel vedere.

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Degustazioni effettuate in azienda nel mese di febbraio 2019

PS: Dal 1999 i Sassetti posseggono una azienda agricola nell’areale del Montecucco grossetano, il suo nome è La Querciolina. E’ lì che Lorenzo Sassetti produce uno dei Sangiovese più caratterizzati e brillanti dell’intera denominazione. Non tutti lo sanno, perciò “sapevatelo”!

FERNANDO PARDINI

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