Trentino: notizie fresche dal fronte (della vigna)

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A vendemmia in corso, e in qualche caso con il raccolto già portato “in cascina”, facciamo il punto della situazione grazie alle voci di Ruben Larentis, Filippo Scienza, Paolo Dorigati e Nicola Biasi, quattro autorevoli esponenti della vitivinicoltura trentina.

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Ruben Larentis, enologo e direttore tecnico delle Cantine Ferrari, ci porta nei vigneti della Valle dell’Adige, val di Cembra e Valsugana, per raccontarci quali sono le prime impressioni in merito alla vendemmia 2019 e come sarà questa annata .

 – Dottor Larentis, quali sono i dati quantitativi del raccolto dei vignaioli delle Cantine Ferrari? È confermato il trend in calo di Francia, Spagna e del resto della Penisola?

Ruben Larentis:” In realtà siamo un po’ sotto la media annuale, ma nel confronto con il 2018, annata eccezionale, il calo è forte, circa il 20 % per lo chardonnay e il 10 % per il pinot nero. Le perdite maggiori sono state riscontrate in media collina, mentre nelle colline più in alto (che sfiorano i 700m – si potrebbe già parlare di montagna) il calo è più contenuto anche perché in queste zone vi è una produzione più costante e sempre leggermente inferiore alle aree sottostanti, la vigna è più in difficoltà e produce grappoli più piccoli.

Dal punto di vista climatico anche quest’anno la variabilità meteorologica si è fatta sentire, in particolare a maggio, con un abbassamento delle temperature accompagnato da abbondati precipitazioni, che hanno determinato un rallentamento del ciclo vegetativo della vite. Si rileva un generale ritardo della maturazione di circa 10/15 giorni, tanto da far rientrare l’epoca di vendemmia in periodi più legati alla tradizione, dopo gli innumerevoli anticipi registrati negli ultimi anni, aspetto molto favorevole alla maturazione, per i forti sbalzi termici fra giorno e la notte nelle ultime settimane prima della raccolta. Questa escursione termica ha aiutato a mantenere buone acidità ed aromaticità.

Attualmente stiamo concludendo la vendemmia sulle colline sopra i 600 metri della Valle dell’Adige, in Valsugana e in Val di Cembra. Le giornate calde, la scarsa pioggia e l’escursione termica notturna di questi giorni ci hanno permesso di completare la maturazione dell’uva. Naturalmente abbiamo scelto per ogni singolo appezzamento il momento giusto per vendemmiare grazie ai 3000 test che abbiamo effettuato, con prelievi a campione per verificare la maturazione del grappolo nei diversi vigneti.”

Mentre dal punto di vista qualitativo cosa ci può dire?

”La qualità è molto buona in quanto che, con la maturazione completa a cui ho accennato, il grado alcolico naturale raggiunto è ottimale e la stessa maturità aromatica è molto buona, il tutto sostenuto da un’acidità adeguata. Queste caratteristiche garantiranno un ottimo spumante e soprattutto una buona longevità delle bottiglie targate 2019, dove la massima espressività delle nostre riserve arriverà dopo i dieci anni di maturazione.”

Abbiamo avuto qualche partita compromessa dall’oidio, a causa di un periodo molto favorevole a questa muffa nel periodo di giugno/luglio , soprattutto nei vigneti più vigorosi e in zone con maggiore tasso di umidità. Per limitarne i danni sono determinanti le operazioni preventive a verde. L’oidio è temuto perché quando si manifesta in forma palese è troppo tardi e i suoi danni sono elevati, influendo sulle caratteristiche organolettiche del vino in quanto dà degli odori di fungo molto invadenti. Questo fungo si combatte, nel nostro caso, con i trattamenti a base di zolfo, in quanto circa il 70 % dei nostri viticoltori coltivano in biologico .

Naturalmente è una perdita fisiologica, dato che la maggior parte dei nostri vignaioli segue i canoni della coltura biologica e non si abusa in trattamenti anticrittogamici. Certo, per le prossime annate sarà necessario intervenire con costanza tramite operazioni sul verde e assicurare la presenza costante del coltivatore in vigna.

Parola chiave di questa annata?

”È difficile ora dare un giudizio: il percorso è lungo, le scelte per me saranno tante e tutte molto importanti, posso dire che le caratteristiche delle uve e  la maturità raggiunta mi fa pensare a dei Ferrari intensi e leggeri.”

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Ci spostiamo in Vallagarina, dove incontriamo Filippo Scienza, direttore di Vallarom, pluripremiata azienda biologica di Avio, alle porte d’ingresso del Trentino.

 Dottor Scienza, la vendemmia in corso come si presenta dal punto di vista delle quantità?

”Abbiamo avuto un calo del 20/25% all’incirca per tutti i vitigni”

 – Invece sotto l’aspetto della qualità?

“ Si tratta di un’annata molto equilibrata grazie all’andamento climatico con un maggio freddo e piovoso e un’estate molto calda e soleggiata. Queste condizioni hanno assicurato una maturazione completa. Erano diversi anni che per gli eventi atmosferici occorreva accelerare e anticipare la vendemmia. Invece quest’anno abbiamo rispettato le tempistiche consuete e abbiamo iniziato la vendemmia i primi di settembre. Per quanto riguarda il grappolo, la concentrazione zuccherina è ottimale, l’acidità e il corredo aromatico assai buono. Queste sono le caratteristiche ideali per un buon millesimo, quest’annata darà un’ottima bollicina.”

 Avete avuto qualche problema con le malattie fungine come l’oidio?

”No, quest’anno abbiamo avuto tutti grappoli sani.”

A che punto siete ora con la vendemmia?

”La nostra produzione è molto variegata: abbiamo cabernet sauvignon, pinot bianco, chardonnay, moscato e pertanto abbiamo la possibilità di calendarizzare la vendemmia dei vari vigneti. Attualmente, grazie a queste splendide giornate di sole, stiamo procedendo senza fretta e siamo al 50% dei bianchi mentre i primi di ottobre partiremo con la raccolta dei rossi. “

Parola Chiave di quest’annata?

“Maturazione completa”

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Risalendo l’Adige arriviamo nella Piana Rotaliana, patria del Teroldego. Paolo Dorigati, dell’omonima prestigiosa casa vinicola, ci concede qualche previsione visto che la vendemmia qui deve ancora partire e presumibilmente inizierà la prossima settimana..

“La vendemmia si prospetta molto buona. La primavera è stata lunga e il caldo di giugno e agosto hanno conferito una notevole maturità polifenolica al grappolo. Rispetto all’anno scorso partiremo con 7 giorni di ritardo per la raccolta e questo ci ha permesso di avere delle uve veramente mature.”

Prosegue Dorigati: “A mio parere quest’anno evidenzierà la differenza fra le zone più vocate, dove i terreni sono più drenanti, e le zone più esterne della DOC Teroldego Rotaliano, con terreni più profondi, che sono state messe a dura prova per le piogge abbondanti del weekend dell’ 8 settembre.”

Si prospetta una grande annata per il Teroldego quindi?

“A livello previsionale assolutamente sì, proprio per la maturità delle uve”

A livello quantitativo, invece?

“Prevedo un possibile calo del 15% ma non mi sbilancio, comunque presumo nella media.”

Parola chiave di quest’annata?

“Grande equilibrio”.

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Infine abbiamo interpellato un enologo di fama nazionale e internazionale, Nicola Biasi, che ci ha rilasciato la sua autorevole opinione in merito alla vendemmia del corrente anno.

Nicola Biasi:” Stiamo vivendo una vendemmia posticipata, raccogliendo le uve nel mese di settembre… come succedeva 25/30 anni fa. Le uve bianche precoci sono già tutte in cantina e i mosti si presentano equilibrati, con un rapporto fra zuccheri e acidità molto interessante. Questo grado di acidità, più elevato rispetto agli anni passati, significa una maggior freschezza nel vino. Vini che avranno una buona bevibilità ma non a discapito della struttura. Prevedo vini con bella facilità di beva, che incontreranno i gusti moderni ma assolutamente non magri. Avranno carattere e un potenziale evolutivo molto importante.

Questa tendenza si sta verificando in Trentino ma è confermata anche a livello nazionale (ricordiamo che Nicola Biasi presta la propria comsulenza a diverse aziende italiane, come la trevigiana Terre di Ger). Fondamentali sono stati gli ultimi dieci giorni pre-vendemmia e quelli attuali, caratterizzati da giornate soleggiate e con un’elevata escursione termica notturna (essendo già settembre). Questo è molto importate per preservare il quadro aromatico delle uve.”

 A livello quantitativo cosa ci può dire?

“Si è verificato un calo contenuto, se rapportato alla media”

Per quanto riguarda le bollicine?

“Annata decisamente favorevole a questa tipologia… si produrranno senz’altro degli ottimi millesimati”

 Un’ultima curiosità: nella sua azienda personale quando inizierete la vendemmia? (Nicola Biasi ha intrapreso un progetto di coltivazione di varietà Johanniter ad altitudini superiori agli 800 m. Il progetto ha dato vita all’azienda Vin de la Neu)

“Vendemmiamo sempre molto tardi e anche noi subiremo l’effetto della stagione posticipata. Prevedo di raccogliere l’ultima settimana di Ottobre “

 Parola chiave di quest’annata?

“Equilibrio e carattere.”

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Elena Pravato

Se fossi un vino fermo sarei un Moscato giallo Castel Beseno. perché adoro i dolci (prepararli e mangiarli ) e resto fedele alla regola non scritta dei sommelier “dolce con dolce” . Inoltre è trentino come la terra che mi ha adottato. Se fossi uno spumante sceglierei un Oltrepò Pavese perché ricorda la mia Lombardia, dove sono nata e cresciuta. Se fossi un bicchiere sarei un bicchierino da shot o cicchetto, data la mia statura tutt’altro che imponente.

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