Il Marzemino d’Isera: quando la crisi si sconfigge credendo nel territorio e nelle persone

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Non sono trascorsi molti anni da quando la Cantina Sociale d’Isera, la più piccola cooperativa vinicola del Trentino, stava attraversando un momento di grave difficoltà, complice anche la disastrosa grandinata che colpì la Destradige nel 2014. Con la Cantina d’Isera rischiava di smarrirsi un punto di riferimento per circa centocinquanta vignaioli dei luoghi, custodi a tutt’oggi delle vigne storiche del Marzemino, non a caso chiamato “Gentile”, per differenziarlo da “fratelli” meno raffinati.

E’ stato grazie alla tenacia dei soci in primis, e all’intervento del consorzio Cavit e di tutto il mondo cooperativo trentino, che la Cantina è riuscita a sollevarsi; ma a volte serve anche una sferzata di energia nuova: correva l’anno 2015 quando veniva nominato direttore della Cantina lagarina il giovane enologo Massimo Tarter. Dalle parole di Tarter si capì subito l’orientamento della sua direzione: Isera è Marzemino e il Marzemino è Isera.

Isera, per chi non conoscesse il territorio trentino, è un piccolo comune che conta 2 756 anime e una superficie vitata per la maggior parte a uve rosse, senza trascurare però quote di terreno dedicate alla produzione di bianchi per il ben più remunerativo spumante Trentodoc.

Tarter: “Il Marzemino è un vitigno autoctono trentino che può vantare ben due Doc territoriali : Trentino superiore Marzemino d’Isera DOC  e Trentino superiore Marzemino dei Ziresi DOC (zona più a nord del comune limitrofo di Volano). Nei disciplinari sono tracciate esattamente le mappe dei vigneti “autorizzati” a produrre Marzemino Superiore DOC.

Il territorio è di certo esiguo, se pensiamo che dà un apporto di circa il 2% dell’intera produzione regionale. La zona principe per questo vitigno, la collina di Isera, gode di una condizione pedo-climatica del tutto peculiare: sono terreni “antichi” che ospitano matrici di basalto, rocce scure di origine vulcanica che conferiscono una straordinaria mineralità al nostro Rosso. Inoltre Isera sorge sulla collina alla destra dell’Adige , esposta ad est, baciata dal sole del mattino: tutte queste condizioni concorrono a regalare un vino veramente elegante “

Elegante: un aggettivo ricorrente nelle parole del direttore e che ci sembra realmente adeguato per descrivere il Rosso lagarino. La qualità è perseguita con tenacia anche effettuando scelte dolorose come quella di saltare la vinificazione per l’anno 2014 perché avrebbe compromesso lo standard a cui era abituato il consumatore, anzi l’estimatore.

L’assistenza rivolta ad personam, anzi ad vineam, rende il rapporto del viticoltore con la cantina molto particolare: “La Cantina d’Isera è stata fondata nel 1907 e da sempre imbottiglia i vini ottenuti dai vigneti coltivati sulle sue colline. La nostra fu fra le prime Cantine ad aver optato di creare, oltre quarant’anni fa, una selezione (nel 1978 nacque il Marzemino Etichetta Verde). Sono convinto che i soci di una cantina che imbottiglia, e che quindi mettono la firma sulle proprie produzioni, siano maggiormente legati alla propria cantina e al proprio prodotto. Così, spesso, per stimolare e mantenere vivo questo legame, quando teniamo le nostre assemblee facciamo degustare ai singoli soci il proprio nettare per cercare di coinvolgerli maggiormente nelle scelte e negli accorgimenti in vigna necessari per cercare di migliorarsi. Isera è un piccolo territorio ma ogni vigneto rappresenta un unicum: uno è più in alto, un altro ha un terreno più drenante, un altro ancora può esser stato maggiormente esposto ad un evento climatico violento etc. etc. Poi ci sono le variabili del lavoro dell’agricoltore, che per un’infinità di motivi può esser stato più o meno accurato.

Per questo l’attività in Cantina consiste del creare dei blend equilibrati fra le uve che ci arrivano dai diversi vigneti del sia pur piccolo territorio del disciplinare. La qualità della materia prima è la conditio sine qua non per il nostro Marzemino: ritengo che il compito dell’enologo sia quello di riuscire a valorizzare al meglio la qualità dell’uva che gli viene consegnata dall’agricoltore, punto massimo di partenza per la qualità di un vino “.

Rapporto strettissimo con la compagine sociale : è questo il segreto del rilancio della Cooperativa vinicola.

Tarter: “Non solo nel momento produttivo, ossia in vigna, ma anche in fase commerciale/promozionale: come al Vinitaly ad esempio, dove molti nostri soci si avvicendano per spiegare in prima persona il loro vino e il loro lavoro.

In questa ottica é stato indetto anche il Premio per la Vigna Eccellente, l’unico riconoscimento che viene assegnato all’agricoltore e al suo impegno in campagna. Il Premio, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, viene conferito secondo una serie di specifici criteri, valutando il lavoro svolto in vari momenti dell’anno. La commissione giudicante effettua diverse visite, di cui l’ultima appena prima della vendemmia. La cerimonia di premiazione con l’assegnazione dell’assegno al primo classificato, si tiene ad Ottobre . In quest’occasione è in programma anche un Convegno che negli anni ha portato ad Isera nomi eccellenti del panorama enologico italiano, come il professor Attilio Scienza. A conclusione una grande festa in piazza con Marzemino per tutti.”

Ma torniamo al bicchiere… Direttore, ci spiega perché il Marzemino, il nettare decantato da Mozart nel Don Giovanni ( o forse da colui che ne scrisse il libretto, Lorenzo da Ponte) può dirsi un vino estremamente moderno e attuale?

Tarter:” Il profumo fruttato (sottobosco) e floreale (viola) si percepisce facilmente. Il grappolo non accumula molti zuccheri e quindi la gradazione alcolica che ne deriva è si attesta solitamente tra i 12 e i 13 gradi. Scegliendo una temperatura di servizio fra i 15-16°C, l’alcol si coglie minimamente ed emerge l’eleganza del bouquet. La bassa acidità e la medio-bassa presenza di tannini rendono questo vino gradevolissimo alla beva.

Se un tempo il Marzemino era il classico vino da tavola del Trentino, e quindi indicatissimo per piatti come polenta, lumache, faraona e -aggiungerei- anche gli impegnativi pranzi di Natale, oggi può accompagnare anche carni bianche o addirittura alcune pietanze di pesce. Fino a qualche anno fa i rossi di moda, di tendenza, venivano apprezzati se molto strutturati, corposi e con marcate note di legno. Il palato “moderno”, invece , predilige un vino più armonico e fruttato e spesso ama vini eleganti che invitino alla beva, come il nostro vino principe. Il Marzemino matura in cemento e in vetro, senza alcun passaggio in botte.”

Ringraziando il direttore Tarter vi invitiamo a degustare una bottiglia di Marzemino proprio durante la cena di Natale, in abbinamento a primi piatti con sugo o secondi a base di faraona, tacchino o pollo ripieni. Attenzione però, la bottiglia finisce presto!

Info su :www.cantinaisera.it

 

Elena Pravato

Se fossi un vino fermo sarei un Moscato giallo Castel Beseno. perché adoro i dolci (prepararli e mangiarli ) e resto fedele alla regola non scritta dei sommelier “dolce con dolce” . Inoltre è trentino come la terra che mi ha adottato. Se fossi uno spumante sceglierei un Oltrepò Pavese perché ricorda la mia Lombardia, dove sono nata e cresciuta. Se fossi un bicchiere sarei un bicchierino da shot o cicchetto, data la mia statura tutt’altro che imponente.

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