Ricordo di un vignaiolo tranquillo

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La recente scomparsa di Carlo Montrasio, titolare insieme al fratello Alberto della Fattoria Il Colle di Porcari, nella zona delle Colline Lucchesi Doc, mi addolora personalmente, data la lunga e fruttuosa collaborazione che mi lega all’azienda. Ma soprattutto per la personale amicizia, cresciuta negli anni, con questi due fratelli venuti da Monza e stabilitisi in quella campagna fin dalla giovanissima età.

I Montrasio si stabilirono al Colle che avevano circa vent’anni, quando ancora l’azienda agricola allevava il bestiame e praticava coltivazioni estensive, oltre ad una parte di vigneto. Successivamente fu presa la decisione di abbandonare l’allevamento per concentrarsi su vigneto, cantina e oliveto. Io ricordo nitidamente l’inizio del nostro rapporto professionale, nella metà degli anni Novanta, quando mi chiesero di collaborare con loro per la parte di cantina e vigneto. Il  consulente di allora, come di gran parte delle aziende vitivinicole della lucchesia, era il dottor Fucigna, originario della Versilia ma trapiantato a Lucca. Si fidarono di me, enologo alle prime armi, dopo avermi “studiato” per qualche anno come agronomo.

Da allora la collaborazione non si è mai interrotta. Carlo e Alberto, quasi come un sol uomo, gestivano con efficienza e passione la propria azienda, a cui hanno dedicato la vita.  Negli anni Duemila, dopo la nascita de L’AcquaBuona, li coinvolgemmo nel progetto di un nuovo vino che chiamammo Sorriso Rosso, un ciliegiolo in purezza quando ancora la fama di questo vitigno non era ancora esplosa.

L’autore e Carlo Montrasio durante gli assaggi del primo Sorriso Rosso

Di Carlo ricordo l’indole tranquilla e l’animo schivo. Era piuttosto riluttante verso ogni forma di presenzialismo, il perfetto contrario della figura del vignaiolo moderno, che in molti casi sta più sui social che in vigna. Ricordo la maniacale pulizia di ogni attrezzatura di lavoro e il rispetto assoluto verso le regole di qualsiasi tipo. I vini della fattoria il Colle Montrasio rispecchiavano i loro artefici: vini sinceri, schietti, che esprimevano il potenziale aziendale con l’immediatezza del vero frutto della vite.

Col tempo, attraverso il rinnovo degli impianti e l’introduzione di varietà d’Oltralpe, la gamma si è ampliata fino a comprendere, oltre ai doc Colline Lucchesi, un Merlot e un Sauvignon Blanc in purezza.

Il precipitare degli eventi ci ha poi condotto alla scomparsa di Carlo, il cui ricordo, almeno per me, rimarrà indelebile: un vignaiolo tranquillo che ha amato fino in fondo la sua vigna ed il suo mondo. Semplicemente.

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La foto della vigna è di Lido Vannucchi

Lamberto Tosi

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