Un breve ricordo del professor Scalabrelli

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La prima volta che ho incontrato il professor Giancarlo Scalabrelli ( fine anni Ottanta) è stato quando, ancora assistente del prof. Rolando Guerriero ( allora ordinario di viticoltura al corso di laurea in Scienze Agrarie della Università di Pisa), assistette al mio ultimo esame prima della laurea.

Successivamente, nel conseguimento della laurea in Viticolrua ed Enologia, sostenni con lui un colloquio integrativo in Ampelografia. Persona garbata e preparatissima, fu fra i principali fautori della riscoperta dei vitigni autoctoni toscani e di progetti internazionali. Appassionato podista, in sede di esame mi chiese la provenienza e mi disse che a Seravezza esisteva un forte corridore con cui aveva duellato spesso in passato! La sua passione per la corsa e la camminata lo portava spesso in vigneti sperduti alla ricerca di varietà dimenticate in territori marginali della viticoltura.

Così spesso lo si poteva incontrare in Garfagnana o in Lunigiana, ma anche in altre aree toscane “via dalla pazza folla”, ad inseguire le tracce di vecchie varietà locali o i più moderni studi di genetica ed ampelografia.

Era un punto di riferimento per i tecnici toscani anche quando, in un intervento a cui ho assistito, rimarcò la sua perplessità per queste nuove scuole di potatura della vite che perseguono più l’interesse vegetativo che non quello produttivo.

La sua recente scomparsa, dopo un lungo periodo di malattia, ci lascia addolorati ma speranzosi che la sua corsa non sia conclusa.

 

Immagine tratta da Il Tirreno on line Grosseto

Lamberto Tosi

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