L’Avvoltore e Donna Summer

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Non so se nello stappare bottiglie come questa si debba provare una sorta di vergogna.
Perché potrebbe prevalere la sensazione di avere lo sguardo rivolto all’indietro, senza accorgersi che nel frattempo il mondo ha incominciato a girare in senso contrario.
Come a dire che i bevitori più smaliziati e gli appassionati più esigenti e snob direzionano in altri ambiti, probabilmente “alle antilopi”, le loro maniacali attenzioni, oggi. Non certo qui.

Ai tempi miei di quando ero ragazzo ti dovevi schierare: io stavo coi cantautori, perciò la disco music era una merda. Lecito valesse il viceversa. Da queste solide basi discendeva la tua visione del mondo: eri così in grado di giudicare fatti, persone e comportamenti.

Ecco, stappare oggi Avvoltore di Moris è un po’ come decidersi a riesumare Donna Summer. E tu, che nella tua vita hai sempre amato i cantautori, stai bene attento a non alzare troppo il volume affinché nessuno se ne accorga. Come in bagno coi giornaletti sporchi. La stessa segretezza, le stesse premure, gli stessi colpevoli silenzi.

Perciò sfido l’insfidabile e faccio outing: sì, ho liberamente deciso di stappare Avvoltore 2006 di Moris Farms e non so perché.

La conclusione mi confonde: il vino è buonissimo, la sua bocca è sale che si scioglie, eppure continuo a disprezzare Donna Summer.

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FERNANDO PARDINI

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