Brunello 2015 vs Brunello 2016: due grandi annate a confronto

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Come ormai accade da cinque anni, la settimana prenatalizia è occasione per la testata con base a Roma Vinodabere.it di mettere in scena una singolare quanto interessante “sfida” enoica: l’annata prossima al commercio contro quella precedente del Brunello di Montalcino. In questo caso, 2016 vs 2015.

Farla in questo annus horribilis 2020 ha richiesto coraggio e intraprendenza fuori dal comune. Un plauso sincero, quindi, agli amici di Vinodabere, che sono riusciti in un’impresa tutt’altro che scontata. A posteriori, le cose si sono svolte in maniera professionale e sicura sotto tutti punti di vista, e posso quindi raccontare serenamente come è andata.

Partiamo dai numeri. Erano 24 i degustatori accreditati, tra giornalisti, buyer, ristoratori, enotecari, sommelier. Ben 80 i vini in esame (37 del 2016, 37 del 2015 e 6 Riserva 2015) di 38 produttori diversi. Mancavano alcuni nomi simbolo per la denominazione (e speriamo nella loro adesione in futuro, perché di contest seri, onesti intellettualmente e super partes come questo se ne incontrano pochi in circolazione), ma la rappresentanza era più che degna e sufficiente a fare il punto su un’accoppiata di vendemmie su cui sono state spese tante parole.

Veniamo ai risultati, che cercherò di commentare dal mio punto di vista di ingegnere pentito. La degustazione, rigorosamente alla cieca (senza poter sapere né etichetta né annata), si è svolta presso l’Osteria Poerio di Roma, che spesso ospita le belle iniziative della “combriccola” romana. Il “metodo” Vinodabere prevede l’assegnazione di punteggi con la classica scala centesimale e un’integerrima media aritmetica che non ammette deroghe.

Di seguito l’elenco dei 20 vini che hanno riscosso il maggior consenso (con accanto il punteggio medio):

Brunello di Montalcino  2015 – Pian delle Querci – 90,91

Brunello di Montalcino  2015 – Ventolaio – 90,55

Brunello di Montalcino  2015 – Terre Nere – 88,91

Brunello di Montalcino  2016 – Collemattoni – 88,86

Brunello di Montalcino  2015 – Collemattoni – 88,86

Brunello di Montalcino Vigna del Fiore 2015 – Fattoria dei Barbi – 88,86

Brunello di Montalcino  2015 – Caparzo – 88,82

Brunello di Montalcino  2016 – Argiano – 88,82

Brunello di Montalcino  2015 – Altesino – 88,73

Brunello di Montalcino  2016 – Tenuta di Sesta – 88,73

Brunello di Montalcino Riserva  2015 – Corte dei Venti – 88,73

Brunello di Montalcino  2016 Lisini – 88,68

Brunello di Montalcino  2015 – Tenuta di Sesta – 88,68

Brunello di Montalcino  2016 – Matè – 88,64

Brunello di Montalcino  2015 – Mastrojanni – 88,59

Brunello di Montalcino  2015 – Argiano – 88,50

Brunello di Montalcino  2016 – Franco Pacenti – 88,41

Brunello di Montalcino  2015 – Lisini – 88,36

Brunello di Montalcino Peisante 2016 – La Rasina – 88,36

Brunello di Montalcino  2015 – Matè – 88,32

A leggerla con un po’ di curiosità si nota come 8 dei primi 10 vini più votati siano dei 2015, a riprova forse della maggior prontezza e leggibilità di cui parlavamo prima.

Singolare poi che solo un paio di vini abbiano superato la soglia dei famosi 90 points, staccandosi abbastanza nettamente dal resto. Abbiamo avuto il “braccino” (o meglio, il “palatino”) corto, mi verrebbe da dire, andando a confrontare con i punteggi scoppiettanti che gli stessi vini hanno registrato altrove. Ma, lasciatemi dire, è una questione di scala matematica che interessa il giusto… A ben guardare, tutti i vini dal terzo al ventesimo sono racchiusi in circa mezzo punto di differenza, a indicare che sono tutti vini eccellenti e di mirabile fattura e qualità.

 

 

 

Per chiudere qualche nota sui vini che sono piaciuti di più al sottoscritto. Confermo di aver amato la coppia di testa. Al Brunello di Montalcino  2015 – Ventolaio ho assegnato un punteggio di 95 punti: austero e complesso a primo impatto, elegante e sfaccettato, potente in bocca ma fresco, sanguigno, ampio: bellissimo insomma!

Al Brunello di Montalcino  2015 – Pian delle Querci appena un punto in meno: complesso e articolato, fine, balsamico, tanto fresco da apparire quasi mentolato, snello e succoso.

Personalmente ho dato punteggi molto alti anche a entrambe le annate dei Brunello di Caparzo, di Franco Pacenti, di Collemattoni e di Fattoi.

Mi sono piaciuti molto anche il 2015 di Podere Canapaccia, di Carpineto e di Lisini, il 2016 di Tenuta di Sesta, Ridolfi, Fattoria dei Barbi e Corte dei Venti.

Che dire? una gran bella esperienza, con la speranza di avere presto la possibilità di una conoscenza più intima con molti di questi campioni!

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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