Charlemagne

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Jean-Charles Le Bault de la Morinière (Bonneau du Martray) mi rivelò innanzitutto il lato umano e confidenziale della Borgogna. Dopo di lui mi accorsi che le relazioni umane, in quella terra, non erano soltanto spocchia o disinvolta indifferenza; grazie a lui c’era un di più, ad onorarle e a dargli senso.

E quel garbo antico, quella capacità di ascolto, quella voglia di concedersi si manifestavano anche verso un semplice appassionato “italien” quale ero io, ai tempi in cui ci incontrammo la prima volta.
Forse fu per via di quel forte lato empatico della sua personalità, e per quella faccia buona ai cui sorrisi ti affidavi volentieri, se il suo CortonCharlemagne mi entrò nel cuore senza sforzo.

Jean-Charles veniva sovente in quel di Bolgheri. Gli piaceva il mare che c’è lì. E pure i cavalli. Io di rimando, dopo la prima visita in cantina, mi autonominai Fernand Vergelesses in suo onore, con la speranza fermissima di poter essere chiamato così.

Oggi il Corton-Charlemagne 2010 di Bonneau du Martray ci racconta di quanto profonda possa essere la purezza.
E la purezza porta il suo sorriso.

FERNANDO PARDINI

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